18 Mag 2024
BlendNews

Un secolo di Gallo Nero: io c’ero!

Come in una favola

C’era una volta una giovane giornalista del vino, sempre in viaggio e pronta a vivere avventure emozionanti. Grazie al lavoro che faceva si sentiva come Cappuccetto Rosso in una favola moderna. Ma invece di recarsi dalla nonna malata, aveva la fortuna di incontrare belle persone e vivere esperienze uniche in luoghi incantevoli. Domenica scorsa, la nostra eroina si trovava a Firenze, pronta a immergersi in un’altra di queste avventure. Ma non c’era alcun lupo cattivo ad attenderla. Ecco che lì, per festeggiare il suo 100esimo compleanno, c’era un magnifico Gallo Nero, simbolo del prestigioso Consorzio del Chianti Classico.

Questa non è la solita fiaba dei fratelli Grimm.

Questa è la storia vera e tangibile del Consorzio del Chianti Classico e del suo nobile Gallo Nero. E la nostra giornalista aveva la fortuna di incontrare anche i Galli Neri – i giovani produttori che portano avanti la tradizione e l’innovazione di questa prestigiosa denominazione – e Leonardo Romanelli, una figura iconica nel mondo del vino.
Un cast di personaggi affascinanti e un mondo di avventure da esplorare. E sa già che questa sarà una delle sue avventure più indimenticabili.

Intanto un po’ di storia

Nel cuore della Toscana, tra le dolci colline che si stagliano contro un cielo azzurro senza fine, si erge una delle regioni vinicole più celebrate al mondo: il Chianti Classico. Questa storia affonda le sue radici nei secoli. Il legame profondo con il simbolo del Gallo Nero risale addirittura al XIV secolo, quando il Gallo Nero era l’emblema della Lega del Chianti, un’organizzazione politico-militare per il controllo del territorio della Repubblica di Firenze. Ma è nel lontano 1716 che la storia del Chianti Classico assume una svolta decisiva, quando il Granduca di Toscana Cosimo III dei Medici emana un bando per stabilire i confini della zona di produzione del Chianti Classico. In quello stesso anno, istituì anche una congregazione di vigilanza per contrastare la diffusa contraffazione di questo vino pregiato, anticipando di fatto l’idea di un Consorzio di tutela.
Ecco perché la data del 1716 è così significativa da essere riportata all’interno del marchio del Gallo Nero che contraddistingue tutti i vini della denominazione.

 

Una storia continua nel corso dei secoli

Nel 1872, il Barone di Ferro Bettino Ricasoli crea la ricetta del Chianti, mettendo in evidenza la centralità del Sangiovese, il vitigno principe della zona, in una “mescolanza di varietà di uve per produrre quel vino di alta qualità”.
Nel 1924, nasce il Consorzio a Radda, con l’obiettivo di promuovere e proteggere il Chianti Classico, distinguendolo dagli altri vini prodotti fuori del territorio di origine. Ma è solo l’inizio di una lunga serie di battaglie che porteranno alla conquista della propria DOCG nel 1996, separandosi definitivamente dalla denominazione del Chianti.
Un’altra tappa fondamentale è il 2005, quando il Gallo Nero diventa il simbolo univoco di tutti i vini Chianti Classico e viene inserito nel contrassegno di Stato applicato su tutte le bottiglie della denominazione: se non c’è il Gallo, non è Chianti Classico.
Nel 2014, l’istituzione della piramide di qualità segna un’altra pietra miliare, con tre livelli distinti: annata, riserva e Gran Selezione, che riflettono la diversità e l’eccellenza dei vini del Chianti Classico.

Territorio

Il territorio del Chianti Classico ha mantenuto sostanzialmente i confini stabiliti dal bando granducale, con le “capitali” rappresentate dalle città di Firenze e Siena, le quali abbracciano un’area di circa 70.000 ettari che si estende tra le due province.
Per rafforzare ulteriormente il legame tra il vino e il territorio e per aumentare l’identità territoriale e la riconoscibilità di questa eccellenza enologica, nel 2021 è stata approvata un’importante iniziativa: le Unità Geografiche Aggiuntive (UGA). Questo progetto, approvato dall’Assemblea dei Soci del Consorzio del Chianti Classico, prevede l’individuazione di 11 aree distintive all’interno del territorio del Chianti Classico.
Le UGA sono delineate sulla base di criteri specifici, che includono la riconoscibilità enologica, la storicità, la notorietà e i volumi prodotti. Sono sotto-zone caratterizzate anche da peculiarità uniche legate al terroir, al microclima e alle tradizioni vitivinicole locali.
È importante sottolineare che, in questa fase iniziale, le UGA sono applicabili esclusivamente alla tipologia di vino Gran Selezione, la massima espressione di qualità del Chianti Classico.

Celebrando il Centenario del Consorzio del Chianti Classico

2024 – il Consorzio del Chianti Classico solleva il calice per celebrare un traguardo storico: cento anni di impegno, passione e dedizione alla valorizzazione di uno dei vini più rinomati al mondo. Il tocco di classe in più: per tutto il fine settimana, è stato possibile brindare ai primi 100 anni del Consorzio nell’elegante calice del Centenario, un simbolo tangibile di un secolo di impegno e successi nel mondo del vino.
Il ruolo del Consorzio va ben oltre la mera tutela del vino. Nel corso degli anni, ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare l’identità del Chianti Classico e nel promuoverlo sul mercato globale. Attraverso campagne di marketing innovative, eventi enogastronomici di prestigio e una costante ricerca dell’eccellenza, il Consorzio ha contribuito a far conoscere e apprezzare il Chianti Classico in ogni angolo del pianeta.

Uno sguardo al futuro e all’innovazione

Ma guardare al futuro richiede lo stesso spirito di innovazione e impegno che ha caratterizzato il passato del Consorzio. Oggi, più che mai, il Chianti Classico si trova di fronte a sfide impegnative per rimanere attuale e competitivo non solo nel mercato interno, ma anche nei 130 paesi in cui viene esportato. È essenziale tenere conto delle nuove tendenze dei consumatori e della crescente consapevolezza ambientale e della sostenibilità.
Il settore del vino sta attraversando una fase di trasformazione e adattamento, e il Chianti Classico non è immune da questo cambiamento. Tuttavia, con la sua storia millenaria, la sua cultura vinicola radicata nel territorio e il suo impegno per la qualità, è ben posizionato per affrontare queste sfide in modo efficace.

La Tre Giorni di Degustazioni ed Eventi a Palazzo Uguccioni

Il programma per festeggiare il centenario del Consorzio del Vino Chianti Classico è stato un vero e proprio viaggio sensoriale. Dal 10 al 12 maggio, nel cuore di Firenze, tra le stradine acciottolate del centro storico, Palazzo Uguccioni si è trasformato in un palcoscenico per celebrare un secolo di eccellenza.
Questo gioiello architettonico è stata la prima sede del Consorzio in cui i 33 padri fondatori hanno iniziato la loro attività nel 1924. L’atmosfera all’interno del Palazzo era carica di storia e fascino, con le sue eleganti sale affrescate e i sontuosi saloni che trasudavano l’aura dei secoli passati. Grazie alla generosa concessione della proprietà, i partecipanti l’evento hanno avuto l’onore di accedere a un luogo che altrimenti sarebbe stato chiuso al pubblico. Questo ha reso l’evento ancora più esclusivo e memorabile, regalando a tutti i presenti un’esperienza autentica e indimenticabile.

Il programma

Sono stati 9 appuntamenti che hanno animato il fine settimana, ognuno offrendo un’esperienza diversa per gli amanti del Chianti Classico. Tra i momenti salienti del programma ci sono stati 5 incontri con altrettanti chef stellati di Firenze e Prato, i quali hanno presentato alcune delle loro creazioni culinarie in perfetto abbinamento con i vini del Gallo Nero. Accanto a loro, il rinomato esperto di vino Leonardo Romanelli ha guidato gli ospiti in un viaggio gustativo straordinario, esplorando le sfumature e le armonie tra cibo e vino. E poi assaggi al banco con varie annate ed etichette.
Importante lo spazio dedicato ai giovani talenti del settore, con 2 momenti riservati ai Giovani Galli Neri, i produttori under 40 che rappresentano il futuro della denominazione. Con la moderazione di Simon Staffler, essi hanno condiviso le loro visioni e le loro aspirazioni, mostrando come stiano portando avanti l’eredità dei loro predecessori con passione e creatività.

La mia esperienza

Nell’ultima giornata del weekend celebrativo, ho avuto il piacere di partecipare ai due emozionanti eventi conclusivi.
Il primo, dalle 17:00 alle 18:00, è stato il “Chianti Classico Century” guidato da Leonardo Romanelli. Durante questo incontro, abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare sei vini mentre ci immergevamo in un racconto che mescolava teatro e musica, ripercorrendo gli ultimi 100 anni di storia del Consorzio e del mondo del vino. È stato magico partecipare a un abbinamento musicale unico nel suo genere grazie alla conduzione di Filippo Bartolotta, che ha fuso grandi pezzi del panorama musicale italiano con annate pregiate di Chianti Classico. Assaggi, musica, recitazione e tanti brividi, ma soprattutto, tanta gioia nel cuore per la consapevolezza di aver vissuto qualcosa di unico e irripetibile. Per questo ho scelto di condividerlo con voi!

Vallepicciola – Chianti Classico Riserva 2019

La prima tappa di questo viaggio è stata segnata dal Chianti Classico Riserva 2019 di Vallepicciola, un’espressione autentica del Sangiovese che ha incantato con il suo colore scarico e luminoso. Al naso, le note minerali evocavano l’odore delle pietre bagnate, mentre in bocca la struttura e i tannini ben bilanciati regalavano una piacevole masticabilità. Mentre gli ospiti assaporavano questo vino, la melodia dolce e avvolgente di “Il Cielo in una Stanza” di Gino Paoli riempiva l’aria, creando un’atmosfera di intimità e nostalgia. Questa musica ha reso ancora più dolce l’assaggio e il sapore in bocca, come se aggiungesse un gusto in più, quello dell’emozione di vivere qualcosa di speciale. È stata un’esperienza coinvolgente per i sensi, un incontro tra note musicali e sfumature aromatiche che ha sorpreso e incantato gli ospiti. Le citazioni di Luigi e Bettino Ricasoli Siridolfi, pronunciate da Bartolotta, aggiungevano un ulteriore strato di significato, collegando il presente alla ricca storia del Chianti Classico.

La Sala del Torriano – Chianti Classico Riserva 2019

Questo vino, composto per il 90% da Sangiovese e per il restante 10% da Cabernet Sauvignon, prevede una lavorazione rispettosa con delestage e delicate follature. Al primo sorso, emerge una forza delicata, accompagnata da un tannino che richiede tempo per distendersi completamente. Tuttavia, è al naso che rivela tutta la sua complessità: note di viola mammola si intrecciano con un frutto ancora croccante e sfumature di erbe aromatiche, creando un bouquet fragrante e invitante. Si ripete la magia, quando la dolce melodia di “Che male c’è” di Pino Daniele riempie la stanza, trasportando tutti in un’atmosfera di calore e nostalgia.

 Fèlsina – Chianti Classico Riserva Rancia 2019

Il viaggio nel mondo del Chianti Classico ci porta ora a Castelnuovo Berardenga, a sud della zona del Chianti Classico, con la riserva storica di Fèlsina, frutto di un singolo vigneto, Rancia, che dona al vino una personalità unica e distintiva. La degustazione è accompagnata dalla musica di Lucio Dalla, con la sua iconica canzone “Attenti al Lupo”. La voce profonda e decisa di Filippo Bartolotta si fonde con il sottofondo musicale, condividendo delle riflessioni sul cambiamento dei consumi, offrendo il punto di vista di Gherardo Ungarelli. È un momento che ci invita a rallentare, ad apprezzare e ad immergerci completamente nell’essenza del vino e nella ricchezza della vita.

Rocca delle Macìe – Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2015

È un vino che porta con sé il prestigioso nome del suo creatore, Sergio Zingarelli. Composto al 100% da Sangiovese e proveniente dall’UGA di Castellina, è il risultato di un lungo affinamento, ben 18 mesi di invecchiamento in botti da 25 hl seguiti da ulteriori 2 anni di bottiglia. Questa Gran Selezione ha avuto il tempo di sviluppare complessità e profondità, esprimendosi con note terziarie raffinate che virano su un balsamico di eucalipto che invita alla contemplazione. Dopo nove anni dalla vendemmia, il vino si presenta in bocca rilassato e avvolgente, con una densità tannica che solletica gentilmente il palato, con un ritorno balsamico persistente e piacevole che invita a un altro sorso. L’abbinamento musicale con “Gocce di Memoria”, interpretata dalla voce vellutata di Giorgia, con la sua melodia struggente ha permeava l’aria, creando un’atmosfera di intimità e nostalgia che si è fusa perfettamente con il vino, elevando l’esperienza a un piano superiore.

San Felice Wine Estates – Chianti Classico Gran Selezione Il Grigio 2015

La degustazione ci porta adesso alla rinomata San Felice Wine Estates (UGA di Castelnuovo Berardenga) che ci regala un assaggio significativo con la sua Gran Selezione Il Grigio 2015 – 90% Sangiovese e 10% vitigni autoctoni – un’altra Gran Selezione che porta con sé le caratteristiche distintive del suo territorio, con note fruttate e speziate che riflettono il microclima e il suolo unici di questa regione. Al naso parte in sordina ma poi in bocca si svela. Ricorda un calciatore che gioca coperto e poi sul finale fa Goal! L’assaggio è accompagnato da due citazioni degli ultimi presidenti del Consorzio, Sergio Zingarelli e Giovanni Manetti: Alla bellezza del Chianti non bisogna mai abituarsi, occorre invece trovare sempre nuovi modi per goderselo.  Altra riflessione sulla coesione tra gli attori di questa comunità chiantigiana che ha reso forte un territorio e una denominazione.

Castellinuzza – Chianti Classico Gran Selezione Castellinuzza 2015 (UGA Lamole)

La degustazione si conclude con questa Gran Selezione che nasce da un 95% Sangiovese e 5% Malvasia Nera e Canaiolo, due complementari classici che adoro. E anche Lamole perché è un territorio speciale, che a livello pedoclimatico sembra di montagna, caratterizzato dai suoi muretti a secco e le viti ad alberello. L’azienda Castelinuzza di proprietà della famiglia Cinuzzi dal 1400, ha sempre lavorato in modo genuino e con passione fin dal primo vino prodotto nel 1570. Colore trasparente, sentori floreali e note di elicriso e ciliegia. La gustativa è semplice e diretta, scorrevole e sapida. Proprio un gran finale!

 

Evento conclusivo della due giorni

Successivamente, ho partecipato all’evento “Niccolò Palumbo per i 100 del Gallo Nero”, ancora una volta condotto da Leonardo Romanelli. Durante questo momento indimenticabile, abbiamo avuto l’opportunità di degustare dei Chianti Classico in abbinamento ai piatti preparati dallo chef stellato Niccolò Palumbo, del rinomato Ristorante Paca di Prato.
Ascoltare il racconto del vino e la spiegazione da parte dello chef del suo piatto e successivamente verificarne l’armonia sensoriale, è stato un gioco divertente e appagante. Il culmine si è raggiunto con il biscottino artigianale cacao e farina di mandorle con fegatini in abbinamento ad un vino emblema del Chianti Classico: la Gran selezione Il Poggio di Castello di Monsanto 2015.
È stata un’esperienza straordinaria per i sensi, che ha mostrato perfettamente come il Chianti Classico possa sposarsi in modo armonioso con la cucina di alta qualità.

Conclusioni e un nuovo obiettivo

In definitiva, il centenario del Consorzio del Chianti Classico è stato un evento straordinario, un’occasione unica per celebrare l’unione di intenti e la collaborazione fra le diverse aziende, che hanno caratterizzato l’attività del Consorzio fin dalla sua nascita, trasformando questa realtà in una delle più grandi bandiere del made in Italy nel mondo.
L’evento si è concluso con il discorso di Carlotta Gori, direttrice del Consorzio adottata da ben 28 anni dal Chianti Classico. Con passione ha ribadito l’impegno di voler ripartire simbolicamente proprio dal luogo dove tutto è iniziato, promuovendo la candidatura dell’area del Chianti Classico a Patrimonio dell’UNESCU. Questo perché è uno dei territori più belli al mondo, ricchissimo di cultura, che ha prodotto ricchezza preservando tuttavia l’ambiente.
In Chianti classico ci sono 341 siti storici protetti e grazie a studi impegnativi si sta portando avanti la proposta e speriamo di celebrare presto anche questa corona che senz’altro merita.

 

Da Firenze è tutto.
Un ultimo brindisi ovviamente con il Gallo Nero.
Cin!!!

Benedetta Costanzo
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
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