02 Giu 2024
Diario di un sommelier

Campo alla Sughera: quando il vino è poesia

Campo alla Sughera è situata tra Bolgheri e Castagneto Carducci, con la tenuta che si estende lungo la celebre costa etrusca della toscana, a metà strada tra il mare e la collina.

Nei 18 ettari coltivati a vigneto, gli antichi fondali marini, ricchi di fossili, e le loro sabbie ancestrali incontrano le rocce delle alture, che il tempo e le piogge hanno trasformato in ciottoli e argille ricche di minerali. Terreni di grande complessità e finezza che sono stati valorizzati attraverso una scrupolosa analisi dei suoli, con l’obiettivo di creare una zonazione razionale delle proprietà.

Oggi, i vigneti di Campo alla Sughera sono suddivisi in unità di vocazione attitudinale, aree vinificate separatamente e dedicate a esprimere una particolare sfumatura dei vitigni bolgheresi qui coltivati, la cui perfetta espressione concorre alla creazione di vini dalla forte identità territoriale.

I vitigni internazionali hanno una radice nel territorio sin dal 1944, quando il Marchese Mario Incisa della Rocchetta impianta a Castiglioncello di Bolgheri, su un terreno collinare riparato dai venti, il primo ettaro di vigneto Cabernet Sauvignon. La posizione scelta dalla famiglia Knauf nel 1988 è perfetta: tra mare e collina, sabbie e marne esaltano la naturale complessità e la ricchezza espressiva dei vini del territorio. L’azienda progredisce ed espande le proprie vedute negli anni e nel 2023, con l’acquisizione di 2 nuovi ha di cui 1,5 ha piantati a Cabernet Sauvignon, arricchisce il proprio patrimonio vinicolo con l’obiettivo di incrementare la produzione del suo vino icona, Arnione, proseguendo poi nel 2024 con ulteriori 3,3 ettari, di cui 1 già vitato a Bolgheri DOC, incrementando produzione e la qualità dei vini.

Mai trascurato è l’aspetto della sostenibilità: il rispetto dell’espressività dei vitigni passa da una programmazione dettagliata degli interventi in vigna, a stretto contatto con le esigenze della vite e il rispetto del suo ecosistema. Un pensiero globale che si traduce in azioni mirate e concrete per favorire la massima vigoria e la perfetta salute di ciascuna pianta.

La vocazione mediterranea e lo spirito internazionale dei vini di Campo alla Sughera trovano la loro consacrazione nel metodo Médocaine, sistema d’allevamento viticolo adottato dai migliori Chateaux di Bordeaux. L’alta densità degli impianti, con un numero elevato di ceppi per ettaro, contribuisce ad aumentare la competizione radicale delle piante, che raggiunge strati più profondi e ricchi di microelementi. Grazie a questa tecnica d’allevamento la vite si specializza sulla produzione del frutto, riducendo l’apparato fogliare e concentrando le qualità polifenoliche e aromatiche in acini più piccoli e dalla buccia più spessa.

Altro aspetto fondamentale è la qualità è selettiva che Campo alla Sughera ha scelto, senza fare sconti. Le uve subiscono infatti una triplice selezione: in vigneto, sul tavolo di cernita all’ingresso della cantina e durante la diraspatura, grazie a una tecnologia dedicata al distacco degli acini meno maturi. Le uve giungono in vasca ancora integre, perfettamente sane, e procedono la loro trasformazione in mosto e poi in vino senza mai subire stress di tipo meccanico. Ogni passaggio avviene per gravità attraverso serbatoi sovrapposti sui diversi piani della cantina, i cui locali di vinificazione e affinamento sono stati interrati.

Le uve vengono lavorate con la massima cura, per preservarne le caratteristiche organolettiche, i vini vengono lasciati maturare senza vincoli di tempo, in totale armonia con la natura. Il nostro meglio per il vino. Tutta questa attenzione si ritrova in termini di eleganza nel calice.

L’invecchiamento in legno non segue protocolli o regole prestabilite, sono le caratteristiche di ciascun vino e della stagione a suggerire la permanenza in barriques e tonneaux, i cui legni sono selezionati per garantire la massima espressività varietale.

Ecco i vini prodotti, contraddistinti ciascuno da una breve frase che li contraddistinguono:

  • CAMPO ALLA SUGHERA IGT TOSCANA ROSSO: emozione di terroir – Prodotto dalle migliori uve Petit Verdot dell’azienda e Cabernet Franc, il nostro Super Tuscan rappresenta l’apice dell’espressività territoriale di Campo alla Sughera, pura emozione di terroir che si manifesta nelle forme di un vino elegantissimo, ricco in estratto e polifenoli, la cui finezza sensoriale e piena maturità si raggiungono con un lento affinamento in barriques di rovere francese e maturazione in bottiglia. Prodotto soltanto nelle migliori annate, affina per 18 mesi in barriques e 18 mesi in bottiglia.
  • ARNIONE BOLGHERI DOC SUPERIORE: il cerchio che racchiude la perfezione – Un vino dall’identità inconfondibile, elegante, ricercato, sintesi e summa della perfezione di ciascuna parcella di Campo alla Sughera, di cui raccogliamo e vinifichiamo le uve migliori. Blend di Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Franc che rivela ad ogni assaggio la felice complessità di Bolgheri, la freschezza del mare e la struttura delle sue possenti colline. Affina per 18 mesi in barriques e tonneaux di rovere per proseguire poi con un ulteriore affinamento in bottiglia per almeno 24 mesi.
  • ADÈO BOLGHERI DOC: piacere, Bolgheri – Da uve Cabernet Sauvignon e Merlot raccolte a mano, selezionate e pressate con grande cura, nasce un vino di eccezionale beva, fresco e fruttato, complessato da fini trame tanniche e ottima struttura. Un’introduzione alle potenzialità di Bolgheri giocata sulla piacevolezza. Affina in barrique di rovere francese 12 mesi e matura in bottiglia per altri 6. Il nome richiama la poesia e la scrittura: Studioso e scrittore greco antico del III secolo a.C., Adèo fu autore di saggi sull’arte e sull’enologia.
  • ARIOSO IGT TOSCANA BIANCO: voce mediterranea – Vermentino in purezza per un vino che esalta le sabbie e le brezze della costa Toscana, un piacere luminoso che accompagna la beva con note sapide e buona struttura. Uve raccolte a mano, con cura, e affinamento in acciaio per preservare la delicatezza del profilo aromatico. Matura in bottiglia per due mesi.

Non tutti sanno che Castagneto Carducci in origine si chiamava Castagneto Marittimo, cambiò il suo nome agli inizi del Novecento in onore al grande poeta Giosuè Carducci, che trascorse parte della sua vita proprio lì. È quindi forte il legame tra luoghi e poesia, degustando i vini di Campo alla Sughera ho pensato proprio a come poesia e vino siano simili, entrambi possono raccontare luoghi e storie, farci immergere in pensieri oggettivi e soggettivi e accompagnarci in alcune avventure.

E per concludere possiamo solo che richiamare alcuni versi di Carducci da abbinare a queste opere di Campo alla Sughera da leggere tra un sorso e l’altro:

Ricordiamo tutti la famosa San Martino:

 La nebbia a gl’irti colli

piovigginando sale,

e sotto il maestrale

urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo

dal ribollir de’ tini

va l’aspro odor de i vini

l’anime a rallegrar.

O anche E poiché il vino c’era:

 … e poiché il vino c’era

Riempii la mia coppa.

Come pazzo cantando attesi

l’alba lunare:

a canzone finita i miei sensi

se n’erano andati.

I vini di Campo alla Sughera sono poesia imbottigliata, non potete perderveli!

Campo alla Sughera: quando il vino è poesia

A cura di Giuseppe Petronio 

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