15 Mag 2023
Diario di un sommelier

Château Dauzac: qualità biodinamica

Château Dauzac: qualità biodinamica

 Cari amici oggi facciamo un giro fuori dall’Italia, per noi amanti del vino è impossibile non rivolgere lo sguardo anche nella nostra vicina e prestigiosa Francia.

Vi parlo di Château Dauzac, produttore di Margaux ”Grand Cru Classé” secondo la classificazione del 1855, una cantina che ha il privilegio di avere un vigneto in un unico blocco di 49 ettari: 45 ettari con la denominazione Margaux e 4 ettari con la denominazione Haut-Médoc. Situata vicino all’estuario della Gironda, la cui influenza sull’ecosistema del vigneto è fondamentale, la proprietà è protetta dai venti dell’oceano grazie all’abbraccio di 120 ettari di prati e boschi.

Una storia che affonda le radici molto lontano nel tempo, risalgono infatti al 1190 le informazioni relative al primo proprietario, Pétrus d’Auzac, che ricevette la terra direttamente da Riccardo I Cuor di Leone. Nel 1545 i monaci benedettini dell’abbazia di Sainte-Croix de Bordeaux furono i primi a menzionare, nei loro registri, la tenuta “Bourdieu” de Dauzac, menzionando la casa colonica con un vigneto. Già a fine del 1600 Château Dauzac diviene noto tra i migliori vigneti del Médoc riuscendo poi più avanti ad assicurarsi il riconoscimento della tenuta nella classificazione del 1855 come ”Grand Cru Classé”.

Nel 1924 la famiglia Johnston rilevarono lo Château e introducendo la prima e attuale etichetta gialla, per passare poi alla famiglia Bernat, che lo rileva nel 1939 aprendo le porte della termoregolazione: per regolare la temperatura dei tini il proprietario ebbe infatti l’idea di utilizzare dei blocchi di ghiaccio durante la fermentazione.

Si avvicendarono poi altre proprietà portando negli anni 2000 alla costituzione di una nuova cantina a gravità, utilizzando i primi tini di legno con doppie doghe trasparenti, acquisendo know-how per la selezione e la moltiplicazione dei lieviti indigeni dai vigneti di proprietà. Nel 2017 su un appezzamento dei più grandi terroir della denominazione Margaux, Château Dauzac ha ripiantato viti a piede franco di Cabernet Sauvignon da selezioni massali dei migliori vitigni della proprietà, con l’obiettivo di ricreare il sapore originale di questo emblematico vitigno del Médoc. Nel 2020 si insedia la proprietà della famiglia Roulleau.

Château Dauzac è impegnato in un’agricoltura altamente integrata che utilizza solo fertilizzanti organici, inoltre, il controllo ecologico delle tignole della vite introdotto circa 20 anni fa, ha eliminato la necessità di utilizzare insetticidi. Su alcuni appezzamenti viene coltivata l’erba per regolare meglio ‘approvvigionamento idrico.

Si sta inoltre passando ai principi della viticoltura biodinamica: lo Chateau utilizza due principali preparazioni in questo ambito. La prima è il concime di corno noto come “500”. Durante il periodo invernale viene inserito letame bovino di qualità nelle corna di vacca che vengono poi vengono poi poste nel terreno sdraiate in modo che possano assorbire tutta l’energia della terra. Questa concimazione, quando è ben preparata, ben conservata e ben applicata, è di primaria importanza, perché si rivolge al terreno e alle radici delle piante.

La seconda è il Silice “501”, complementare al corno letame. Non si rivolge infatti al suolo bensì alla parte aerea della vite, agendo durante il suo periodo vegetativo. Si compone di farina di quarzo impastata con acqua, anche in questo caso inserita nelle corna, che poi vengono riempite con argilla (proveniente da Dauzac). Questa preparazione favorisce l’equilibrio vegetativo, favorendo l’ottimale esposizione luminosa alla vite e attenuando il rischio di malattie.

In linea con la tradizione del Médoc, il vigneto ha una densità di impianto di 10.000 ceppi per ettaro è composto da 69% Cabernet Sauvignon, 29% Merlot e 2% Petit-Verdot. Le rese sono naturalmente limitate da una rigorosa politica di coltivazione, attuata a monte, quindi non è necessaria la potatura verde.

Il lavoro di ricerca negli ultimi 30 anni, con l’applicazione di nuove tecniche, ha permesso ai vigneti di proprietà di produrre uve complesse e di qualità superiore coltivate su parcelle omogene. Vengono anche utilizzate tecniche di agricoltura di precisione con la presenza di sensori e stazioni meteorologiche per ogni unità di territorio. Se ne ricavano vini di qualità eccelsa, pienamente godibili, eleganti e allo stesso tempo ricchi di carattere e intensità.

La qualità e il rispetto dell’ambiente fanno sì che questa sia una cantina da non perdere per nessun motivo!!

A cura di Giuseppe Petronio 

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