Famiglia Cecchi: una storia di successo e qualità
Famiglia Cecchi: una storia di successo e qualità
Cari amici si riparte con il mio diario e oggi vi racconto dei vini che ho bevuto nelle feste, partendo in particolare quelli di Famiglia Cecchi.
L’azienda nasce nel 1893, grazie alla passione e alla dedizione di Luigi Cecchi, che in quegli anni diventa assaggiatore professionista e comprende le potenzialità della viticoltura italiana. Lo spirito imprenditoriale, unito al talento, porta l’azienda ad essere sinonimo di viticoltura di qualità in Italia e nel mondo. L’azienda oggi vanta più di cento anni di storia e diverse realtà sparse in luoghi vocati alla viticoltura tra Toscana e Umbria.
Il rispetto dell’ecosistema ha sempre accompagnato la crescita aziendale: l’impatto ambientale minimo è una prerogativa che la famiglia ha deciso di seguire per tutelare il futuro ecologico dell’habitat circostante in ogni contesto in cui si è insediata. Il centro produttivo e direzionale Cecchi si trova a Castellina in Chianti ed è stato oggetto di continui investimenti conservativi, che hanno consentito all’azienda di operare nel rispetto delle persone, del paesaggio e del territorio.
La compagine aziendale è composta da cinque realtà: Cecchi, Villa Cerna, Villa Rosa, Val delle Rose e Tenuta Alzatura.
Vi racconto i miei assaggi partendo da Villa Cerna, la prima acquisizione di famiglia Cecchi avvenuta all’inizio degli anni Sessanta. In questo luogo, antico monastero dell’anno 1000, Luigi Cecchi riconosce, oltre al valore storico, il grande potenziale vitivinicolo. Dopo la ristrutturazione della Villa, ai piedi della collina, inizia la costruzione della cantina di vinificazione e invecchiamento. I vigneti si estendono sul primo colle che si incontra provenendo da Siena e dirigendosi verso il Chianti Classico, a Castellina in Chianti. Da qui prende il nome il Chianti Classico Primocolle 2020, vinificato in rosso con macerazione prolungata sulle bucce a temperatura controllata e macerazione di 15 giorni cui segue un affinamento di 6 mesi in piccole botti di rovere e minimo 3 mesi in bottiglia, un biglietto da visita di notevole carattere e vivacità, con i tratti peculiari che regala in Sangiovese e che apre le porte al Chianti Classico Villa Cerna Riserva 2019, floreale e armonioso, che stupisce per il suo grande equilibrio tra freschezza e morbidezza al palato, un vino composto da Sangiovese 95% e Colorino per il restante 5%, a differenza del Primocolle segue un affinamento di maggiore lunghezza permanendo per 14 mesi in barriques e tonneaux e per minimo altri 9 mesi in bottiglia.
Altra bellissima realtà della Famiglia Cecchi è Villa Rosa, proprietà acquisita dalla Famiglia Lucherini Bandini, che ne son stati attenti custodi per quasi 70 anni. La tenuta di Villa Rosa è fra quelle più ricche di storia a Castellina in Chianti e fra i suoi vigneti si respira l’aria del Chianti Classico da sempre. si estende per 126 ettari di cui 30 a vigneto e 15 a oliveto, su terreni calcarei a matrice argillosa caratterizzati da profili eterogenei che uniscono la roccia di tipo alberese ai galestri scistosi. A predominare su quelle colline è il Sangiovese, ad un’altitudine che varia dai 255 ai 425 metri. Nel 2015, non appena acquisita l’azienda, la Famiglia Cecchi ha iniziato un meticoloso lavoro di caratterizzazione geo-pedologica volto a studiare in modo approfondito il territorio. Da qui è emersa una grande varietà di terreni dove sono stati inseriti i migliori cloni e portainnesti.
L’apice della piramide qualtativa è rappresentato dalla Gran Selezione Villa Rosa, con la 2019 che si esprime con grande imponenza, maturità e vivacità, integrando perfettamente il frutto alle note terziarie e speziate, in una elegante armonia tra le parti, con freschezza, sapidità e tessitura tannica in grande equilibrio tra loro. Altro vino degustato in queste feste è il Chianti Classico Ribaldoni 2020, un vino che conferma le potenzialità espressive del territorio, la tipicità del Sangiovese con tutte le sue caratteristiche di vitalità, con una nota balsamica che avvolge tra intense note di marasca e tabacco tostato.
I vini di Villa Rosa colpiscono davvero molto, grande struttura e carattere accompagnati da vigore ed eleganza, vini che assolutamente devono ritornare nella mia cantina e nel mi calice, per cui farò in modo di riprenderli, piaciuti!!
Famiglia Cecchi non poteva mancare anche nel cuore produttivo del Morellino di Scansano, dove nel 1996 acquista l’azienda Val delle Rose in località Poggio la Mozza. Qui la Famiglia opera una piccola rivoluzione agricola andando a migliorare non solo le tecniche agronomiche ma anche quelle di cantina. Qui l’azienda viene acquisita con 25 ettari vitati che, con lo studio dei suoli che rivela l’enorme potenziale di questo terroir, si estendono oltrepassando i 100 ettari. Oltre al Sangiovese trovano grande espressione i vitigni internazionali, con due grandi belle scoperte per me con Samma e Aurelio:
- Samma 2019 è un DOC Maremma Toscana, Cabernet Franc in purezza proveniente da un singolo vigneto “Poggio la Mozza” da cui se ne ricavano sole 6000 bottiglie. Segue una vinificazione in rosso con macerazione prolungata sulle bucce, per massimizzare l’estrazione, in acciaio inox di piccola capacità a temperatura controllata, cui segue una maturazione in barrique per 12 mesi e un affinamento in bottiglia per minimo 6 mesi. Rosso con sfumature violacee, bouquet di prugna e spezie, rosmarino, arancia candita, tannino fitto e grande struttura, sapido e fruttato nel final di bocca;
- Aurelio 2019 è anch’esso un DOC Maremma Toscana, un nome che omaggia la zona prendendo spunto dall’arteria principale che la attraversa, la Via Aurelia, in questo caso parliamo di un Merlot 95% e Cabernet Franc 5%, come il precedente vino ha un lungo contatto con le bucce massimizzandone l’intensità, 12 mesi di barrique e 6 di bottiglia, regala grande struttura nel calice, un rosso rubino luminoso, mirtilli e ribes al naso, seguiti da tabacco e cacao, tannini integrati e morbidezza in un sorso di grande piacevolezza.
Un cenno infine a Tenuta Alzatura: alla fine degli anni Novanta, l’azienda oltrepassa per la prima volta nella sua storia i confini della Toscana, per affrontare una nuova avventura produttiva. L’acquisto in Umbria della Tenuta, nel territorio del Sagrantino di Montefalco, comporta una riorganizzazione della strategia produttiva, agronomica ed enologica, al fine di adattarsi alla nuova realtà. Sono molto curioso di provare anche il lato umbro di questa azienda.
Altra realtà che non tratterò in questo articolo e che fa sempre parte della stessa compagine, è il marchio Cecchi, anch’esso caratterizzato da diverse altre chicche enologiche provenienti da San Gimignano, Montepulciano, Montalcino, Montefalco, Maremma e altri meravigliosi luoghi della Toscana.
Cecchi è una storia di famiglia, di successo, di qualità, di rispetto del territorio e delle tradizioni, una realtà da approfondire in tutte le sue declinazioni e che spero di poter visitare in prima persona.
Come detto, tutti vini di notevole fattura e che incontrano il mio gusto, da mettere in cantina e nel calice quanto prima!!
A cura di Giuseppe Petronio
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