22 Feb 2024
Diario di un sommelier

Marchesi Pancrazi: quando il caso diventa eccellenza

Ci sono delle volte in cui il caso o un semplice errore fa proprio la differenza, ed è proprio così che è andata nell’esempio di Marchesi Pancrazi.

Siamo in Toscana, tra Prato e Pistoia, alle pendici del Monte Ferrato, dove l’azienda si sviluppa intorno alla Villa di Bagnolo con 5 ettari di vigna di Pinot Nero, circa 3.000 piante di ulivi e 45 ettari di boschi.

Il caso ha giocato un ruolo fondamentale nella storia del Pinot Nero della Villa di Bagnolo, infatti negli anni ’70 quando il Marchese Pancrazi volle reimpiantare i vigneti incorse in un errore da parte del vivaista che fornì, al posto del tradizionale Sangiovese coltivato in queste zone, del Pinot Nero.

Solo dopo qualche anno, a fine anni ’80, grazie all’intervento dell’attuale enologo Dott. Nicolò D’Afflitto, in azienda ci si accorse dell’errore e compreso il potenziale dato dal territorio si convertì la produzione aziendale a Pinot Nero dal 1989.

Il bello è che proprio qui il Pinot Nero ha trovato la sua casa: Il microclima di Bagnolo si presenta adatto per questo vitigno grazie alla presenza di forte escursione termica tra giorno e notte, un terreno ricco di minerali (serpentino) e umidità superficiale.

La Villa di Bagnolo è stata costruita nel 1500 dalla famiglia fiorentina dei principi Strozzi che ne rimasero proprietari fino al 1965 quando passò per eredità alla famiglia Pancrazi, specializzandosi nella produzione di Pinot Nero (vino e grappa) ed Olio Extra Vergine d’Oliva.

Ecco i vini prodotti dall’azienda:

  • Pinot Nero “Vigna Baragazza”: La Vigna Baragazza è collocata nei terreni di maggiore altitudine dell’azienda per i quali è stato selezionato un unico clone di Pinot Nero il 777 affinamento per 18 mesi in barriques di 1 e 2 passaggio;
  • Pinot Nero “Villa di Bagnolo”: Ottenuto dalle vigne della Villa di Bagnolo, in prossimità del torrente omonimo a 150 s.l.m., nelle quali è presente il Pinot Nero in diversi cloni, provenienti dalla Borgogna, selezionati negli anni (236, 292, 386, 777, 828, 943 e 583) affinamento per 18 mesi in barriques di 1 e 2 passaggio;
  • Pinot Nero “Monte Ferrato”: Ottenuto dalle vigne ai piedi del Monte Ferrato che originariamente furono protagoniste dell’errore da parte del vivaista dove, nel 2011, sono stati reimpiantati i vigneti con i cloni 236 e 292. Affinamento per 12 mesi in barriques di 3 e 4 passaggio;
  • Rosé di Pinot nero “Villa di Bagnolo”: Ottenuto da uve di Pinot Nero 100% mediante selezione in vendemmia ed in parte salasso entro 12 ore dalla diraspatura.

Il tratto distintivo che ho rilevato dalla degustazione dei vini di Marchesi Pancrazi è l’eleganza, la pulizia e l’equilibrio tra frutto, tannini e freschezza, vini che delineano con chiarezza e unicità il profilo di una realtà toscana che si distingue per l’eccellenza del suo Pinot Nero. Da provare assolutamente!

Marchesi Pancrazi: quando il caso diventa eccellenza

A cura di Giuseppe Petronio 

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