12 Lug 2023
Editoriale

Bel sole a luglio spera buon vino

Bel sole a luglio spera buon vino

Luglio col bene che ti voglio, è uno dei mesi cruciali per le lavorazioni in vigna e per poter poi avere dei buoni raccolti sia per i bianchi, che si vendemmiano solitamente ad agosto, ultimamente anche prima, e per i rossi di settembre e ottobre.

Sono tanti i detti popolari legati al mese di luglio, al suo clima, e al vino che verrà. Ne cito di seguito alcuni, su cui si potrebbe dibattere poi molto:

A luglio il temporale dura poco e non fa male…

Bel sole a luglio spera buon vino

Nuvole di luglio fan presto tafferuglio

Se non pardon luglio e agosto dentro al tino poco mosto…

Gli editoriali di questo’anno li abbiamo voluti interpretare così, andando a scovare nella saggezza popolare i segni di un cambiamento climatico che ci porta a rivedere le conoscenze acquisite anche nel mondo del vino. La coltura dei campi e dei vigneti vive molto di conoscenze tramandate, di esperienze fatte e ripetute adattandole ogni anno, ogni raccolta, alle condizioni climatiche dell’annata.

Anche in questa stagione si gioca d’azzardo: un inverno secchissimo prima, che ha fatto temere il peggio perchè preceduto da un’altra annata molto siccitosa; una primavera estate molto piovosa che ora fa gridare ovunque all’allarme peronospora.

Sono tante le questioni che il cambiamento climatico pone a chi vive di vino, sono tanti i dubbi che attanagliano i viticoltori, a partire da una geografia climatica che spinge già molti a spostarsi verso nord. Verso nord non solo portando i vigneti, dove possibile, verso altezze più elevate, ma addirittura verso paesi europei con climi un tempo freddi, ora decisamente più miti e probabilmente più adatti per certi tipi di produzioni.

E’ sempre pertanto più necessario essere ricettivi e coraggiosi: ricettivi verso nuove soluzioni e coraggiosi nell’essere disposti a rischiare, anche tutto, pur di continuare a riempire i calici.

Impiantare vigneti in Inghilterra, in Olanda e oltre; impiantare vitigni Piwi con caratteristiche tali da dare risposte completamente diverse a malattie della pianta; accettare anche che alcune caratteristiche del vino possano cambiare, o accettare di sostituire la vite con altre colture.

Chissà che sarà, di sicuro l’uomo non rinuncerà al vino, non lo ha mai fatto né mai lo farà.

Non si arrenderà né a leggi di etichettatura allarmistiche, né a leggi di limitazioni di consumo, non lo farà davanti a difficoltà naturali. Troveremo sempre e comunque il modo per consentire alla vigna di vivere. Questa liana selvatica, forte e selvaggia, cha ha saputo attraversare i secoli e la storia, saprà con l’aiuto dell’umana scienza e incoscienza continuare a offrirci generosamente il suo frutto.

Semplicemente adatteremo il gusto, cambieremo le mode, coglieremo nuove opportunità.