01 Ago 2023
Editoriale

Agosto: “mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore”

Non si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe e oziose ore | mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore. (Francesco Guccini)

Con questa massima gucciniana, legata al nostro amato mondo del vino, apriamo l’editoriale di agosto. Un editoriale che scaturisce da alcune riflessioni che un po’ di tempo libero di luglio ha fatto nascere spontaneamente. Queste riflessioni sono legate alle nuove modalità di comunicazione e di consumo del vino, a nuove strategie che le cantine e i produttori mettono in atto per andare incontro alle esigenze di un consumatore che non si limita a comprare e aprire la bottiglia, ma che vuole l’esperienza. La descrizione di un vino non basta (forse non è mai bastata perché è più difficile per i nostri clienti immagine un vino dalla sua descrizione. Più facile immagine piatto.) Le fotografie sui social sono più efficaci per un piatto, del quale passano colori, composizione, descrizione cui è più facile dare forma mentale personale, ricordando i profumi e i sapori degli ingredienti che lo compongono e cercando di farsi un’immagine gustativa di tutte le sue componenti e della loro armonia nel piatto.

Parlare di vino rosso rubino (intenso, carico o come il vino appare) non ci aiuta a capirne l’essenza. Parlare di profumi di frutta rossa, o esotica, o di fiori gialli, di cuoio, liquirizia, ecc. non serve a cogliere le sfumature e le variazioni che questi aromi, tipici di tanti vini, possono assumere in tipologie di vitigni e quindi vini differenti.

La varietà di vini disponibili ovunque, dal supermercato all’enoteca, dal ristorante alla cantina, e il fatto che si beva purtroppo con poca cognizione di causa non aiuta. I nasi sono in generale poco allenati, la diffusione della conoscenza e della cultura del vino è ancora ai minimi livelli.

In questo mare magnum trovo molto utile il lavoro di tanti Wineblogger o, per meglio dire, cultori del vino che fanno cultura del vino. Appassionati, divulgatori, performer a volte, con le loro narrazioni aiutano in primis a sdrammatizzare i toni e i termini di cui si servono, per forza di cose, i professionisti del settore, umanizzando il contenuto delle nostre bottiglie. Inoltre sempre più spesso sono proprio i wine blogger che sanno fare la differenza perché investono in conoscenza in prima persona, si spostano, organizzano il proprio tempo libero in funzione della visita di cantine e territori, diventano narratori coinvolti e coinvolgenti. Sono proprio loro spesso a contestualizzare umanizzare la bottiglia, riuscendo a legare una degustazione, e quindi profumi e aromi del vino, ai propri ricordi personali. Sono loro che vengono a conoscere noi produttori, a chiedere di vedere le vigne, di capire gli sforzi che vengono fatti per dare vita al vino.

Nonostante ciò sono spesso bistrattati e ridicolizzati. Intendiamoci, il vino è di moda e in tanti le mode le cavalcano per interessi di vare genere e tipo. Ma la curiosità che spinge gli appassionati non ha prezzo e non ha valore. Traducono il nostro fare in linguaggio semplice, comprensibile ai più, attuale. Sono in grado di creare fascinazione, di suggerire il piacere che si prova aprendo una bottiglia, consigliando il momento giusto per la degustazione, insegnando l’ABC del nostro universo, indirizzando, incuriosendo, stimolando la fantasia di chi li segue.

A loro un grande grazie, e un doppio grazie, sopratutto alla luce di due spiacevoli episodi recenti che ci hanno portato a individuare la DISINFORMAZIONE che invece rischia di generare un nuovo strumento di ricerca di facile accesso a tutto il mondo, ovvero l’intelligenza artificiale.

Se è concepibile l’errore umano, difficile per noi pensare all’errore digitale.

Già oggi dobbiamo faticare per capire quale informazione scovata online sia attendibile e quale no. Le Fake news sono un fenomeno recente ma preoccupante, in grado di fare grandissimo danno in pochi minuti, ore, giorni.

E’ successo, davvero, di individuare due casi di disinformazione totale relativamente al vitigno e al vino che produco, il Moscato di Scanzo. E’ successo a noi ma può succedere a tutte le realtà enologiche e non solo.

 

Da vitigno Moscato rosso è diventato Moscato bianco o Moscato rosa; la maturazione in acciaio è stata dimenticata e sostituita con quella in legno; da vino fermo è diventato frizzante, ecc.ecc. La storia che rende importante questo vitigno, documentata dal 1325, è stata completamente cancellata e si parte dal 1891. Insomma l’intelligenza artificiale, nei due casi che siamo riusciti a scovare, non ne ha azzeccata una. L’intelligenza artificiale non è riuscita nemmeno, in questi due casi, a impegnarsi in un’operazione di copia-incolla sensata.

Visto che questo tipo di informazione e l’uso di queste AI per scrivere e comporre testi è solo all’inizio mi sento di averne paura. Certo si migliorerà, si sistemerà, forse gli errori diminuiranno, ma sino ad allora perché accettare la menzogna? Siamo davvero tutti in grado di capire questo tipo di errori? Non credo. Unico modo è costruirsi un proprio bagaglio culturale e critico sul vino. Le strade sono poche: iscriversi ai corsi professionali, necessari per capire e orientarsi in un universo ricchissimo e variegato. Partecipare alle degustazioni che le Associazioni professionali organizzano, spesso occasione di seri approfondimenti su regioni, territori, vitigni, ecc. Inoltre bere, bere bene, bere guidati e consigliati. Consigliati da chi ne sa di più, consigliati dai sommelier, consigliati da fine blogger. Fate domande, siate curiosi, lasciate parlare chi ne sa di più. Quando bevete annusate, cercate di cogliere le sfumature più semplici, ma annusate anche quando siete in passeggiata (il muschio, i fiori), annusate negli orti, dal fruttivendolo, annusate l’aria dopo la pioggia, soffermatevi sul profumo dell’erba bagnato del finto appena tagliato (se avete la fortuna di trovarne).

Immergetevi nella natura, prestate attenzione, e vedrete che anche il mondo del vino saprà con calma, aprirsi a voi con tutte le sue infinite sfumature e donarvi soddisfazioni così complesse e durature da farsi vostro personale bagaglio culturale.

Iniziate ad agosto, mese di pausa per i più. E chiudiamo invitandovi a Scanzorosciate a settembre, per la Festa del Moscato di Scanzo: in quest’occasione potrete assaggiarli praticamente tutti. Chiosiamo ancora con Guccini, esortandovi ad inebriarvi (con moderazione) di vino e di calore, di vino e di calore.

Francesca Pagnoncelli Folcieri

@francypagno