Federica Cecchi-Innovazione, arte e ricerca al servizio di un buon vino
29 Ago 2022
In legge veritas

Il ruolo del packaging nella presentazione della bottiglia

Lasciando parlare di vino a chi di vino se ne intende, mi ritaglio un piccolo spazio (proprio perché di vino non me ne intendo) complementare al gusto del bere e del bere bene. Vorrei portare all’attenzione del lettore alcune considerazioni non meno importanti del contenuto della bottiglia. Voglio parlare di ciò che è in grado addirittura di influenzare la scelta di una bottiglia ancor prima di averne assaggiato il prodotto che lo contiene. Vorrei parlare di etichetta e di come innovazione, arte e ricerca si mettano al servizio di un buon vino.

Innovazione, arte e ricerca al servizio di un buon vino

Al packaging è affidata la presentazione della bottiglia. Seguendo le migliori teorie della comunicazione (che ha in ognuno di noi la riprova di quanto questo assunto sia vero), la vestizione con la quale un vino si presenta sul mercato ha raggiunto un peso di primo piano, influenzando vendite e consumi e riuscendo molte volte a far scendere in secondo piano la qualità del vino offerto. 

La bottiglia “ben vestita” di un tempo (appropriata nei colori, con uno stile grafico coerente con la storia e tradizione della cantina, capace di accompagnare il consumatore dallo scaffale al bicchiere) rispondeva alla comune regola secondo la quale “l’abito fa il monaco”. Se la presentazione è di qualità anche il contenuto si presume sia all’altezza. Oggi il mercato di cui ci occupiamo richiede sforzi nuovi e maggiori perché questa correlazione rimanga valida, con operazioni più complesse e costose, ma non di minor successo.

 

Federica Cecchi per Antinori. Il ruolo del packaging nella presentazione della bottiglia
Federica Cecchi per Antinori

Nuove regole del mercato

L’affollato mercato del vino e il suo relativo consumo (ora in battuta di arresto su certe aree geografiche a seguito della sanzioni e degli eventi bellici), come già spiegato in altri miei interventi su questa testata, è fortemente condizionato da molti ed eterogenei elementi. La qualità del prodotto diventa quasi secondaria perché oggi l’accostamento ad un brand o tipologia di vino avviene su basi emozionali. Il produttore, se attento, non trascura quegli elementi con i quali contraddistinguere il proprio vino per renderlo riconoscibile ed unico. La collocazione del vino è sempre meno off line (enoteche, cantina, ristorante…) e sempre più on line (e-commerce, marketplace, QR, ecc.) ove ad essere comunicativi sono per primi i segni, le forme, i colori. 

Ecco allora che il packaging ha acquistato un rilievo di primo piano, facendo scendere in campo altri insoliti (un tempo) professionisti che, accanto all’enologo, possono fare la fortuna di quell’etichetta. Mi riferisco a designers, architetti, artisti, esperti negli imballaggi, guru della comunicazione, tutti assoldati affinché creino accattivanti contenitori, studino bizzarre fogge di bottiglie, impieghino materiali alternativi per tappi e chiusure.

Il boom della vendita online

E proprio in tempo di Covid che gli operatori del settore sono stati costretti a riconsiderare questi elementi “esterni”, che non possono essere più ritenuti di dettaglio visto che l’acquisto sul web si è consolidato e stabilizzato. E’ dato per certo, infatti, che le scelte attraverso questo canale si perfezionano anche e soprattutto su base emozionale. Canoni e precetti utilizzati per l’approccio estetico, che assimila il packaging del vino al mondo del fashion e del beauty, sono pertanto non trascurabili da parte del produttore.

L’attenzione della proposta on line del vino non può che essere sempre più concentrata verso elementi e servizi che valorizzano il prodotto ancor prima di essere assunto. Con il “click e collect” devo catturare il cliente che non può o non vuole venire in cantina e allora più servizi e valori aggiunti riesco ad offrire, più ho la possibilità che il mio prodotto venga scelto. In altre parole devo riuscire a colpire e coccolare il cliente al pari di colui che arriva in cantina e offrirgli stessi (e forse maggiori) servizi che ben si possono realizzare tramite il web.

La richiesta di nuovi servizi

L’attenzione è allora rivolta ai tempi di consegna sempre più rapida e personalizzata, alla messa a disposizione, in alcuni marketplaces o in “super cantine”, di un “personal sommelier”. Si è arrivati, durante il lockdown, a potenziare a tal punto il consumo a domicilio (come nel caso di Run+ nelle città di Milano, Torino, Bologna e Roma) da garantire la consegna di bottiglie in tempo utile per l’utilizzo e alla temperatura consigliata. Altro esempio di servizi per winelovers di recentissimo sviluppo sono i virtual journey della cantina e della vigna, oltre a proposte di regali, voucher, scoutistica ad amici e clienti. 

In questa direzione e con le stesse finalità che si inserisce l’attenzione per il packaging (in linea per altro con le esigenze della rapidità della logistica per consegne pressoché immediate): la personalizzazione, talvolta con ricorso a spunti artistici, per una bottiglia di foggia e materiale insolito (come quella realizzata con il 100% di carbon neutral, cioè realizzata attraverso l’impiego di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili); l’adozione di un sistema di chiusura che preserva il prodotto ed intrighi il consumatore; o ancora un packaging che resiste ad un trasporto fino a destinazione del cliente finale in piena sicurezza ed integrità del vino grazie all’impiego di un cartone resistente, di materiale riciclabile, plastic free. 

Enantio
Le nuove tendenze di consumo dettano le regole

Sono questi solo alcuni esempi di adeguamento del mercato del vino sia alle attuali (e non risolvibili nel breve periodo) contingenze legate ai rincari dei prezzi dell’energia e delle materie prime come vetro e cartone, sia ad una sempre maggiore attenzione del consumatore verso la cd. ecosostenibilità dell’intera filiera, nuova (ma direi ormai acquisita) consapevolezza tra i consumatori di ogni età e categoria, siano essi appartenenti alla Generazione X (nati tra il 65 e il 79) che conta tra il 40-50%, seguono con una quota tra il 25-35% i Baby Boomers (1946 – 1964) e i Millennials (1980 – 1995), tutti sensibili alle parole chiave come “organic” “green”, “social responsability”, “kilometro zero” che riescono ad influenzare le scelte di acquisto.

Non solo dunque investimento e ricerca da parte dell’impresa vinicola in questa direzione, ma anche professionalità, sensibilità, esperienza e cultura in capo a chi è chiamato a gestire questa operazione ed innovazione dove è assolutamente vietato improvvisare.

Le esigenze del marketing e della comunicazione debbono comunque conciliarsi, e qui l’intervento del giurista, anche con le nuove disposizioni legislative in materia di etichettatura degli imballaggi (in vigore dal 1.1.2023) secondo le norme del decreto legislativo 3.9.2022 n.116 con il quale è stata recepita la Direttiva UE 2018/852, che detta le procedure finalizzate a migliorare la gestione dei rifiuti, a rispettare l’ambiente, a proteggere la salute umana e per un più attento ed oculato utilizzo delle risorse naturali.

packaging nella presentazione della bottiglia

Un banco di prova estetico per il vino

Diventa pertanto ineludibile anche per il vino sottoporsi ad un banco di prova che i nuovi trend dei consumi stanno indicando,  con norme sempre più complicate imposte da norme interne e internazionali. Compare così la “bottiglia di carta” (“When in Rome” di Frugalpac, che si è avvalso dell’esperto in vini Philip Schofield, il quale ha scelto questo marchio evocando il piacere e la semplicità di gustare un buon vino ovunque tu sia come se “stessi a Roma”, grazie alla nuova bottiglia di carta) con tappo a vite e isolata al suo interno da una pellicola riciclabile. Per il debutto di questo packaging innovativo è stato scelto il vino Pecorino IGP Terre di Chieti, in vendita sul mercato inglese, a seguire dal Primitivo IGT Puglia. 

Ancora una volta mi sento di poter concludere che il consumo di vino è legato non tanto alla qualità e bontà dello stesso che ormai sono scontate, ma sempre più legato a fattori esterni alla viticultura ed enologia, che riguardano altri aspetti di contorno in grado di colpire il consumatore, di soddisfarne un bisogno sempre più immediato e di impulso, senza rinunciare alla qualità e al legame con il produttore.

Avv. Paolo Spacchetti