Le scoperte enoiche di Benny

Benedetta Costanzo ci porta alla scoperta di piccoli vignaioli e territori che prima di essere raccontati, emozionano. Senza però disdegnare il raccontare le esperienze che devono essere considerate dei punti di riferimento o pietre miliari che dir si voglia, per gli appassionati di vino.

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2 Marzo, 2024

Esperienza Unica tra Vigneti e Cantina: San Luciano Vini dal 1972 – parte II

Esperienza Unica tra Vigneti e Cantina: San Luciano Vini dal 1972 – parte II La Straordinaria Degustazione a San Luciano con Eleonora e Stefano Ziantoni Dopo l’emozionante tour tra i vigneti e le cantine di San Luciano, Eleonora e Stefano Ziantoni ci guidano in un’esperienza di degustazione indimenticabile, un viaggio avvolto nei profumi seducenti e nei sapori ricchi dei loro vini. Ci accomodiamo ad una tavola imbandita con prodotti locali a km 0, pronti ad assaporare ogni sorso con l’anima della Toscana. L’inizio di questa straordinaria degustazione è segnato da tre vini bianchi, ognuno dotato di etichette che vanno ben oltre la semplice identificazione del prodotto. Esse sono un’esperienza visiva e tattile tridimensionale, arricchite da tocchi di oro e messaggi che si intrecciano con la filosofia dell’azienda, la passione e le emozioni che si svelano nel godere di ogni sorso. Ciascuna etichetta racchiude una storia unica, pronta a essere svelata ai visitatori che si immergono nell’atmosfera magica di San Luciano.   Notti Bianche: Un Inno alla Freschezza e alla Tipicità Toscana Cominciamo con “Notti Bianche”, un vino prodotto da uve Chardonnay e Grechetto provenienti dai vigneti Castellani e Tre Colli. La fermentazione avviene a temperatura controllata in acciaio, seguita da un periodo di affinamento in bottiglia. Questo vino si distingue per la sua grande pulizia al naso, con note floreali e di frutta a polpa bianca. Fresco e beverino, esprime appieno la tipicità della zona dell’alta Val di Chiana.       Abbraccio 2022 Vermentino Toscano: Una Nuova Emozione da Scoprire Proseguiamo con “Abbraccio 2022 Vermentino”, una produzione in purezza che rappresenta la prima annata di questo vino. La macerazione di 5 giorni sulle bucce conferisce al vermentino una straordinaria complessità. Il naso intrigante, caratterizzato da note di fiori e frutta esotica nonché la dinamica di bocca, ravvivata da una leggerissima sfumatura tannica, lo rendono un vino gastronomico di grande fascino. Privo di note ossidate, ma arricchito da nuance leggermente speziate, questo Vermentino macerato è un vino capace di adattarsi a diverse situazioni culinarie. L’etichetta brillante come il vino che luccica nel calice, è un preludio all’emozione di un caloroso abbraccio che questo vino sa regalare.     Orum: Un Vermentino che Sfida il Tempo La degustazione prosegue con “Orum”2019, un vino che fino a qualche anno fa veniva prodotto in esclusiva per il Giappone. È concepito per sfidare il tempo, come abbiamo potuto intuire grazie alla prova di botte fatta poco prima in cantina con Stefano ed Eleonora. Ora però nel calice ci troviamo di fronte all’annata 2019, e questo ci permette di apprezzare appieno il percorso evolutivo che può compiere questo straordinario vino. La maturazione in botte di acacia conferisce a Orum una complessità unica, con le sue note di biancospino e miele di acacia che rendono il vino versatile e originale. Il nome “Orum”, che significa seta, è un omaggio alla sensazione che ogni sorso regala alla lingua, creando un’esperienza coinvolgente e avvolgente. La sua complessità olfattiva si materializza pienamente in bocca, offrendo un assaggio complesso ed emozionante. È davvero un vino da provare per credere!   Ardhia e il riconoscimento di Tachis Prima di addentrarci nella degustazione dei vini rossi, una bottiglia posizionata su di una mensola cattura la nostra attenzione: “Ardhia”. Stefano con orgoglio e un pizzico di divertimento condivide la storia affascinante di questo vino, mettendo in risalto l’etichetta che risale ai suoi primi esperimenti giovanili al computer, ispirata agli etruschi in quanto “Ardhia” è il nome di un antica  anfora di argilla etrusca in cui si conservava il vino! Giacomo Tachis, il rinomato enologo che non necessita di presentazioni, ebbe occasione di assaggiare questo vino, rimanendo colpito sia dalla potenzialità del giovane vignaiolo che stava sperimentando l’uso della barrique sia dalla “bruttezza” dell’etichetta. Un aneddoto che sottolinea la crescita e l’evoluzione dell’azienda nel corso degli anni evidenziando le esperienze formative e le sfide superate con orgoglio.   Le nuove Creazione di Eleonora e Stefano: I Rossi di San Luciano La sezione dedicata ai rossi si apre con “La Cresta del Gallo 2017”, un blend straordinario composto per l’80% da Sangiovese e per il restante 20% da Montepulciano. Con una maturazione di 4 mesi in barrique e altrettanti in bottiglia, questo vino incarna la freschezza inconfondibile del Sangiovese e la robusta fruttuosità del Montepulciano. La sua sincerità e la capacità di adattarsi alle diverse combinazioni gastronomiche lo rendono un vino versatile, concepito per esaltare i sapori tipici della Toscana. Un vino mutevole, simile al rosso che in base alla luce, rivela mille sfumature diverse.     Boschi Antichi 2016: Eleganza e Respiro Internazionale Passiamo poi a “Boschi Antichi 2016”, composto per l’85% da Sangiovese e il 15% da Cabernet Sauvignon. Dopo 8-9 mesi in barrique di rovere francese, questo vino mostra un profilo più elegante e un respiro internazionale. I tannini, seppur di impatto, sono resi più godibili grazie al legno, conferendo al vino un’armoniosa eleganza. Una scelta perfetta per chi cerca un rosso meno rustico e più raffinato.       Amor Oris: Il Montepulciano di Massima Espressione E giungiamo ad “Amor Oris” 2017, un autentico piacere per il palato, realizzato con uve di Montepulciano in purezza. Con un periodo di affinamento di 18 mesi in barrique di rovere francese, questo vino incarna l’apice dell’espressione di San Luciano. Robusto, corposo e persistente, Amor Oris pone al centro l’equilibrio tra il frutto e il tannino. La bravura di Stefano si manifesta nel gestire con maestria questo vitigno impegnativo, creando un vino toscano potente e allo stesso tempo piacevole. L’accostamento con cacciagione da pelo promette emozioni gustative intense e appaganti.     D’Ovidio toscana Rosso IGT 2007: omaggio al fondatore Come epilogo di questa straordinaria degustazione, Stefano ed Eleonora ci riservano un regalo davvero speciale: “D’Ovidio Toscana Rosso IGT 2007”. Questa bottiglia è un omaggio al fondatore Ovidio, una testimonianza di esperienza e passione che continua a evolversi nel tempo. Ottenuta da uve selezionate di Sangiovese, Montepulciano, Cabernet e Merlot, rappresenta un’eccellenza di rara espressività. Il processo di produzione, attento e meticoloso, culmina in un vino che incanta il palato con la sua complessità e raffinatezza. Ogni sorso è un viaggio sensoriale che avvolge il palato con tannini ormai vellutati e una nota balsamica finale che emoziona e rende omaggio all’esperienza e alla passione della famiglia Ziantoni. Una sorpresa inaspettata! Infine, una sorpresa inaspettata che sottolinea l’autenticità di un luogo in cui la biodiversità è una realtà tangibile: l’incontro casuale con una tartaruga, immortalato in una foto insieme ai padroni di casa, chiude con dolcezza e originalità questa straordinaria esperienza a San Luciano. Con gratitudine, ringraziamo Stefano ed Eleonora per aver condiviso con noi la storia e l’anima dei loro vini straordinari. Non resta che rimanere sintonizzati per altri emozionanti capitoli di avvincenti narrazioni enologiche! Cin!   Benedetta Costanzo
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24 Febbraio, 2024

Amarone Opera Prima 20^ edizione: un successo strabiliante!

1.500 Visitatori da oltre 25 Paesi condividono la passione per il vino Nel cuore di Verona, un evento straordinario ha catturato l’attenzione di appassionati del vino provenienti da tutto il mondo. Amarone Opera Prima, tenutosi il 3-4 febbraio 2024, ha accolto con entusiasmo 1.500 visitatori e 200 giornalisti provenienti da oltre 25 Paesi diversi. La manifestazione ha attirato una varietà di partecipanti, con una presenza significativa di donne e giovani wine-lovers, questi ultimi con ben 600 partecipanti al party finale organizzato da Winenot Blind Tasting in collaborazione con il Gruppo Giovani del Consorzio Tutela Vini Valpolicella. L’evento si è svolto presso il maestoso Palazzo della Gran Guardia di Verona, dove gli appassionati del vino hanno avuto l’opportunità di assaporare in anteprima l’Amarone 2019: 70 le cantine della Valpolicella. Oltre alla novità del 2019, i partecipanti hanno potuto immergersi nelle annate precedenti fino al 2009, creando un viaggio gustativo attraverso il tempo e le diverse interpretazioni di questo vino iconico. 3 febbraio Convegno “Clima, produzione e mercati: la Valpolicella alla prova del cambiamento”. La giornata di apertura, il 3 febbraio, ha preso il via alla Gran Guardia con un convegno intitolato “Clima, produzione e mercati: la Valpolicella alla prova del cambiamento”. Moderato dal direttore di Telenuovo, Andrea Andreoli, il talk ha visto la partecipazione di figure chiave del settore, tra cui il presidente Christian Marchesini, il vicepresidente del Consorzio e Master of Wine Andrea Lonardi, Carlo Flamini responsabile dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini e il professore di Enologia dell’Università di Verona, Maurizio Ugliano.   Talk “Amarone Opera Prima: Sipario con Vittorio Grigolo” Il prestigioso talk ha offerto un’esperienza unica con l’enfant prodige della lirica mondiale, protagonista del Festival lirico veronese dal 2013. L’apertura dei banchi di assaggio, riservata prima alla stampa e poi agli appassionati, è stata il cuore pulsante della giornata di domenica 4 febbraio. Vendemmia 2019: un racconto di sfide tra freddo, pioggia e caldo Il racconto della vendemmia del 2019, etichettata come annata a cinque stelle,  si apre con un’analisi approfondita delle condizioni climatiche che hanno plasmato le uve di quella stagione. Maurizio Ugliano, docente al dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, offre uno sguardo dettagliato su un anno caratterizzato dalla primavera più fredda e piovosa degli ultimi 30 anni. Estate Calda e ondate di calore L’estate, invece, è stata caratterizzata da temperature più elevate che hanno contribuito a recuperare il tempo perduto. Tuttavia, ondate di calore hanno imposto ai viticoltori di adottare misure speciali per proteggere le uve, in particolare Corvina e Corvinone, dai danni causati dall’irraggiamento solare intenso. Oltre i Limiti del Disciplinare L’evento ha anche messo in luce l’approccio dei produttori che, con affinamenti più lunghi rispetto a quanto richiesto dai disciplinari di produzione, hanno dimostrato la volontà di andare oltre i limiti stabiliti, cercando la perfezione e la massima espressione del proprio Amarone. Vi racconterò non solo gli assaggi della nuova annata ma anche le impressioni sui vini che mi hanno colpito di più! Nel narrare questa esperienza di assaggio, preferisco seguire il flusso dell’emozione piuttosto che l’ordine alfabetico. Spero che questo racconto vi coinvolga tanto quanto è stato coinvolgente per me esplorare questa nuova dimensione di confronto.   Accordini Stefano – Amarone della Valpolicella Docg 2019: due versioni, stessa annata Il confronto tra le due versioni dell’Amarone della Valpolicella DOCG 2019 di Accordini Stefano si rivela un gioco stimolante e divertente. Da un lato, Acinatico, proveniente da vigneti tra i più alti della zona classica di Cavalo e Monte in Valle a Fumane, matura per due anni in botti grandi e tonneau di rovere. Dall’altro, la loro versione Bio offre sfumature più nitide di frutto e fiore, conquistandomi con un invidiabile equilibrio nonostante la giovinezza. Il sorso si presenta fresco, elegante, lungo, con un tannino ben scolpito, rendendo questo confronto un’esperienza gustativa ricca di sfumature e piacevoli sorprese. Il Monte Caro– Strade Vecchie Amarone della Valpolicella Docg 2019 Emanuela mi spiega il progetto dei “Vignaioli della Valle di Mezzane” e ritrovo un approccio biodinamico che caratterizza alcune aziende in questa zona. Assaggio Strade Vecchie Amarone della Valpolicella 2019 che uscirà in Primavera e una “Riserva” 2015 dal lungo affinamento che passa attraverso contenitori d’acciaio (3 anni) e di legno (1 anno in tonneaux e 5 anni in botti grandi). Fresca sul mercato, questa Riserva si distingue per l’uso di lieviti indigeni, la non filtrazione e la sua natura biologica. Prospettive affascinanti si delineano per entrambe le versioni, ognuna con la sua storia e personalità uniche, promettendo un viaggio sensoriale coinvolgente e ricco di sfumature. Camerani – Adalia Amarone della Valpolicella Classico Docg 2019 E ci troviamo ancora in Val di Mezzane: qui ho avuto l’opportunità di assaggiare l’Adalia Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2019, appena giunto sul mercato. Tuttavia, è stata l’annata 2016 a catturare la mia attenzione con la sua pulizia e un finale sorprendentemente sapido. Mentre degustavo, mi sono lasciata trasportare in una conversazione appassionante con l’esperto della cantina, cercando di cogliere appieno le sfumature dei loro vini biodinamici, orgogliosamente certificati Demeter. È evidente che il loro impegno nell’utilizzare tecniche di vinificazione che includono l’uso di cemento e tini troncopiramidali ha contribuito in modo significativo al raggiungimento di questi risultati interessanti. Contrada Palui– anteprima Amarone della Valpolicella Docg 2019 Quest’assaggio ha catturato la mia attenzione per la semplicità e la passione evidente che permea l’azienda. I vigneti, situati in terreni ricchi di selci, basalti e calcare, promettono di conferire al vino un’eleganza distintiva nel corso del tempo. Durante la degustazione dell’anteprima del 2019, destinata a essere sul mercato alla fine dell’anno, ho avuto impressioni che suonano come scommesse intriganti, soprattutto per il mix unico utilizzato nell’affinamento, combinando anfora trentina Tava e legno. L’azienda, giovane e dinamica, sembra avere idee chiare su come evolvere nella direzione giusta, sottolineando un impegno verso l’innovazione e la qualità. Falezze – Amarone della Valpolicella Riserva Docg 2019 Le etichette dell’azienda colpiscono immediatamente la mia attenzione, tanto quanto il racconto appassionato di Luca Anselmi, che parla di arte non solo nelle bottiglie, ma anche nel calice. L’azienda adotta un approccio distintivo, numerando le bottiglie e limitando le produzioni anno per anno. La filosofia aziendale tra l’altro guarda con interesse alla Biodinamica, sottolineando un impegno verso la sostenibilità e la produzione di vini che siano in armonia con la natura. L’arte e la dedizione si fondono in ogni aspetto, creando un connubio che si traduce in vini unici e autentici. L’assaggio che mi trasporta in un sogno è l’anteprima della Riserva 2019, un’esperienza destinata a sbocciare completamente tra ben 10 anni. Solo 1800 bottiglie numerate a mano, frutto delle migliori uve provenienti da vigneti con oltre 80 anni di età. La magia di questa anticipazione si svela non solo nel sapore eccezionale, ma anche nella promessa di un invecchiamento che darà vita a un capolavoro enologico. Graziano Pra – Morandina, Amarone della Valpolicella Docg 2019 La prova di botte dell’Amarone 2019 offre uno sguardo affascinante nel percorso di affinamento di questo campione. Il processo prevede fermentazione in acciaio, seguita da due anni e mezzo di maturazione in botti da 20 hl, e ulteriori dodici mesi di affinamento in bottiglia. Posizionati a 500 metri sul livello del mare, i vigneti offrono uve che danno vita a vini di straordinaria complessità. La presenza di una piccola percentuale di Oseleta arricchisce il bouquet olfattivo e conferisce un carattere distintivo al palato. Questo Amarone si presenta come un viaggio sensoriale in continua evoluzione, e sarà indubbiamente un piacere riassaggiarlo in futuro per apprezzarne appieno il percorso di evoluzione e la maturità. Le Guaite di Noemi – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2019 È la giovane e grintosa Noemi che con entusiasmo mi racconta della filosofia appassionante dietro l’azienda e del suo personale percorso. La stessa determinazione che traspare dalla sua voce emerge chiaramente nell’assaggio del suo vino, una prova di botte 2019 che si prospetta davvero molto promettente. I terreni di calcare e basalto, uniti al mix di uve autoctone e alle piccole percentuali di Oseleta e Croatina, conferiscono a questo Amarone un carattere distintivo. Attualmente in commercio si trova l’annata 2012, offrendo un’opportunità di scoprire la crescita e la maturità di questo vino nel corso degli anni.. Secondo Marco – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014 assaggio emozionante Oltre all’entusiasmante assaggio dell’anteprima del 2019, che si appresta a entrare sul mercato, l’annata 2014 si presenta come una sorprendente rivelazione. Nonostante sia stata una vendemmia difficile, nel calice si rivela uno degli assaggi più eccezionali, evidenziandosi per la sua originalità ed eleganza. Questa dimostrazione di maestria enologica sottolinea come, anche nelle sfide, possano emergere vini straordinari che conquistano per la loro autenticità e raffinatezza. Tenuta villa Bellini – Amarone della Valpolicella Classico Docg L’immenso potenziale di quest’azienda non si esaurisce nel calice, ma si estende a ogni sfaccettatura del suo approccio vinicolo e della Tenuta stessa. La degustazione della 2016 si è rivelata straordinariamente equilibrata, un assaggio notevole considerando i 100 giorni di appassimento subiti dal vino. Essendo un’azienda Bio dal 2007, è evidente il loro impegno per pratiche sostenibili, con uno sguardo attento anche alle metodologie biodinamiche. Questo connubio di passione, innovazione e rispetto per la natura promette vini che non solo deliziano il palato ma raccontano una storia di autenticità e impegno verso la qualità. Roccolo Grassi  – Amarone della Valpolicella Docg 2019 L’azienda, situata nella pittoresca Val di Mezzane e fondata negli anni settanta dal padre Bruno, è oggi una realtà familiare guidata con orgoglio dalla seconda generazione, i figli Francesca e Marco. La filosofia della famiglia è chiara: ottenere grandi uve e produrre un numero limitato di bottiglie, tutte caratterizzate da un altissimo livello qualitativo. I 17 ettari di vigneto di proprietà sono distribuiti in tre diverse zone, ognuna con caratteristiche distintive, da terreni calcarei a basaltici, fino a quelli di origine alluvionale. Un microcosmo ecologico completo, con 2 ettari di bosco, 1.5 ettari di oliveto e varie piante da frutto. Gli assaggi, grazie ai lunghi affinamenti che includono almeno 3 anni in bottiglia, riescono a esprimere una complessità olfattiva e gustativa che colpisce. La dedizione alla qualità e all’autenticità emerge in modo evidente in ciascun sorso, rendendo l’esperienza un viaggio sensoriale ricco e appagante. Piccoli– La Parte Amarone della Valpolicella Docg 2019 – prova di botte In questo coinvolgente crescendo di assaggi, fa la sua entrata Alice, che mi avvolge con il racconto della sua azienda. Una storia familiare al femminile che ha avuto inizio con la nonna MariaRosa. Nel calice, riesco a catturare l’essenza di questa famiglia, che si traduce in un’estrema cura per i dettagli, dalla vigna all’etichetta. Ogni elemento racconta una storia, piccola ma significativa, contribuendo a creare un’esperienza che va oltre il semplice assaggio di vino. La storia di Alice e della sua famiglia si riflette con delicatezza in ogni sorso, trasformando la degustazione in un viaggio nel tempo e nella passione che si tramanda di generazione in generazione. Piccoli: Incredibile il potenziale della Riserva 2013 La Parte L’esperienza di degustazione si eleva a nuove vette con la Riserva 2013 La Parte. In questo assaggio, emergono note vibranti che esaltano la complessità e il potenziale straordinario di questo vino. Sono impaziente di visitare l’azienda per scoprire ulteriori gemme enologiche e conoscere il resto della famiglia Piccoli, immaginando che ogni incontro sarà un nuovo capitolo in questa affascinante storia di passione e dedizione volti alla produzione di vini straordinari. Terre di Leone – Amarone della Valpolicella Docg 2019 Nel volto pulito di Massimo Pellizzari, un giovane appassionato e competente, si riflette l’anima di questa realtà vinicola che si estende su soli 7 ettari. Con entusiasmo, mi guida attraverso la scoperta del suo Amarone, e nel corso dell’assaggio, riesco a cogliere le grandi potenzialità che caratterizzano questa promettente cantina. La passione e la competenza di Massimo si traducono in un’esperienza degustativa che lascia intravedere un futuro luminoso per questa piccola ma dinamica realtà. Zymé – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2019 – prova di botte Dopo un appassionato scambio di opinioni sull’andamento delle ultime annate in vigna, con Elena ho avuto il privilegio di assaporare l’anteprima 2019 dell’Amarone della Valpolicella Classico DOCG. L’esperienza ha rivelato un grande potenziale, sebbene il vino sia ancora in una fase di affinamento. L’annata sarà disponibile sul mercato dal 2025, e non vedo l’ora di seguire da vicino la sua evoluzione nel tempo. Amarone della Valpolicella Classico Docg 2017– un’emozione in più! La prova della 2017 ha confermato la qualità eccezionale di questa cantina, consolidando la reputazione di Zymé nel creare Amaroni straordinari. Caratterizzata dall’integrazione del 10% di Oseleta e del 5% di Croatina, questa annata si è rivelata un autentico capolavoro. Le vinificazioni spontanee in acciaio e cemento, svolte in modo selezionato per ogni vigneto, e l’affinamento di 60 mesi in botti di rovere di Slavonia hanno plasmato un vino dal rubino impenetrabile e dal naso introspettivo. Oltre alla frutta appassita, emergono note di liquirizia e spezie. Il sorso, seppur potente, ricco e complesso, sfida la scorrevolezza tipica di altri vini, ma ne guadagna in profondità e struttura. In conclusione In conclusione, l’Amarone, da sempre considerato il padre nobile dell’enologia italiana, ha riaffermato la sua grandezza durante l’evento “Amarone Opera Prima“. La presenza di vini ancora in fase di affinamento, accanto alle delizie di annate precedenti pronte al consumo, ha testimoniato l’autentica qualità di questo vino iconico, che continua a essere un ambasciatore della ricchezza enoica del Belpaese, anche oltre i confini nazionali. Sebbene ci siano stati altri assaggi interessanti, la limitata estensione di questo articolo mi impedisce di approfondire ulteriormente. Vi invito a rimanere sintonizzati per i prossimi articoli, nei quali esplorerò più a fondo questa regione vitivinicola sempre più rilevante. Mentre rifletto su quale azienda visitare per prima, vi invito a continuare a seguirmi e a leggere Winetales Magazine.   Benedetta Costanzo
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17 Febbraio, 2024

Marco Tonini e l’impronta del vino Trentino

Alla ricerca della Vallagarina che conta In giugno dello scorso ho avuto l’opportunità di immergermi nell’affascinante mondo dei vini di Marco Tonini, recandomi nella tranquilla frazione di Folaso, nel comune di Isera, incastonata nella suggestiva cornice della Vallagarina. La sua cantina, contraddistinta dalla semplice ma significativa scritta “TRENTO Doc” sulla porta, si rivela un luogo dove la passione e la tradizione si fondono armoniosamente.     Lavoro e passione e il sorriso di un uomo schietto Marco ci accoglie ancora avvolto dagli abiti da lavoro, fresco di ritorno dalla vigna dove si appresta a iniziare la sfogliatura. L’abbondanza di piogge che ha contraddistinto l’annata 2023 ha reso il lavoro nei vigneti particolarmente impegnativo, richiedendo interventi mirati per contenere sia l’erba che il fogliame. Di lui mi colpisce immediatamente il sorriso schietto, manifesto di un uomo diretto, il cui amore per il lavoro e la famiglia traspare chiaramente. Basta poco per intuire che è una persona che dice sempre ciò che pensa, soprattutto quando si trova in compagnia di coloro che possono comprendere la sua passione.     Tra i vigneti biologici e le bollicine di montagna Il nostro giro inizia tra i vigneti certificati biologici dal 2013: è una vera e propria immersione nella bellezza della natura e nella cura meticolosa dei dettagli. Estendendosi su diverse quote, fino a raggiungere gli 800 metri sul livello del mare, questi terreni esposti ad est e caratterizzati da suoli calcarei contribuiscono alla creazione di bollicine di montagna uniche nel loro genere. Sono 6 ettari che formano un anfiteatro bellissimo in cui le viti vengono dolcemente carezzate dal sole giungendo lentamente a maturazione. Le escursioni termiche aiutano a fissare aromi che ritroveremo nel calice e i terreni calcarei donano tanta finezza e mineralità ai vini.     La coraggiosa scelta di Marco Tonini Marco condivide con noi la sua storia, narrando di come abbia avviato l’azienda nel 2011, un passo coraggioso compiuto a meno di 50 anni, dopo la scomparsa del padre. In pochi anni, si è trasformato in un vignaiolo capace e ispirato. La sua famiglia da generazioni coltiva la terra, e l’orgoglio di questa tradizione si riflette nella sua scelta di mettere il cuore e l’identità non solo nel nome dell’etichetta, ma aggiungendo la sua impronta digitale, rendendo ogni bottiglia un’autentica rappresentazione di sé.       Il nuovo progetto “OLTRE” e il passaggio all’azienda familiare Il 23 maggio 2023, Marco ha presentato il nuovo progetto “OLTRE“, che sancisce il passaggio dalla ditta individuale alla nuova azienda familiare, cambiando il suo nome in “Tonini Viticoltori in Isera”. Nelle etichette adesso c’è una nuova impronta in cui è racchiusa la T di famiglia a significare che entra in campo la seconda generazione: il figlio Filippo dopo aver completato i suoi studi all‘Istituto Agrario di San Michele all’Adige e acquisito preziose esperienze sia in Italia che all’estero, è pronto a entrare in gioco apportando competenze tecniche e nuova linfa al progetto familiare.   Panorami mozzafiato e la fioritura di montagna Il nostro tour tra i vigneti ci regala panorami mozzafiato, culminando con l’esperienza della mia prima fioritura nel vigneto più alto, dove poche viti di Cabernet Franc e Chardonnay diffondono profumi avvolgenti e indimenticabili.         L’ospitalità in cantina: Tre vini, Tre Storie Rientrati in cantina, siamo accolti da Paola, moglie di Marco, altra colonna fondamentale che con calore e dedizione ha preparato una degustazione accogliente, arricchita da pane fatto in casa con farina di propria produzione e prelibatezze locali selezionate con cura. Iniziamo con le bollicine che narrano la storia e l’evoluzione di Marco. Fin da subito, ha scelto un percorso unico, con decisioni non sempre comprese e sostenute dagli altri, come l’utilizzo della bottiglia trasparente e la produzione esclusiva di spumanti MC millesimati e non dosati. Il Trento DOC Nature 2020: Un Biglietto da Visita Territoriale Eccellente Iniziamo la degustazione col Trento DOC Nature 2020. Questo vino, affinato per almeno 30 mesi sui lieviti, si presenta come un biglietto da visita territoriale eccellente. Il suo carattere distintivo deriva dal blend di uve scelte, in particolare dal 30% di Pinot Bianco che arricchisce lo Chardonnay di altitudine. L’effetto è sorprendente: al naso, emergono chiari sentori di agrumi e fiori bianchi, mentre in bocca si rivela un’esperienza di bollicine eleganti, scorrevoli e appaganti. Il timbro vibrante al palato e la persistenza rendono questo vino un’opzione versatile negli abbinamenti, adattandosi a piatti di media struttura o semplicemente da gustare in buona compagnia.     La Riserva Le Grile Nature Millesimato 2017 La nostra esplorazione enologica si approfondisce con la Riserva Le Grile Nature Millesimato 2017, un vino 100% Chardonnay, straordinario Trento DOC di montagna che si distingue fin da subito per il suo colore brillante, un giallo paglierino intenso adornato da riflessi dorati. Le leggere note ossidative che si avvertono al naso aggiungono ulteriore ricchezza al bouquet, anticipando l’esperienza sensoriale di una cremosità e complessità che si fondono in un equilibrio armonioso in bocca.       La passione per i Vini Francesi Affinato esclusivamente in acciaio e cemento per un periodo di 60 mesi sui lieviti, rappresenta la quintessenza della visione di Marco, che cerca un timbro ben preciso e interpreta con maestria uno stile che evoca le grandi tradizioni vinicole francesi. La persistenza straordinaria di questo vino lo eleva a un livello di raffinatezza che evidenzia una volta di più l’abilità e l’arte del vignaiolo nel creare vini di alta qualità. La Riserva Le Grile Nature Millesimato 2017 si presenta come un’opzione pregiata, un’autentica espressione dell’eccellenza vinicola che sottolinea il talento e la dedizione di Marco Tonini alla sua arte.     Il Marzemino Superiore d’Isera: Radici e Identità nella Tradizione Locale Chiudiamo il nostro viaggio enologico con il Marzemino Superiore d’Isera 2021, un autentico custode della tradizione locale. Il vitigno Marzemino rappresenta una delle varietà più affascinanti della vitivinicoltura trentina, con una storia che risale ai tempi in cui Venezia dominava i commerci lungo l’Adriatico. Questo nobile vitigno ha trovato nella Vallagarina, grazie a un ambiente ideale e a un clima subcontinentale, il contesto perfetto per sviluppare le sue caratteristiche distintive, diventando il grande vino che conosciamo oggi.   Il terzo posto al concorso ” La Vigna Eccellente” La continua dedizione di Tonini a preservare la qualità e la passione per il lavoro nei vigneti, in particolare “Penìm”, “Brom” e “Braile”, sono state recentemente riconosciute con il terzo posto al concorso La Vigna Eccellente. Questo prestigioso riconoscimento, istituito nel 2001 e assegnato biennalmente, si distingue in Italia ed Europa per valorizzare non solo il miglior vino, ma anche il lavoro instancabile, la fatica e la passione di coloro che si prendono cura dei vigneti. Questo impegno assicura non solo una vendemmia eccellente, ma anche la massima tutela del territorio e della cultura vinicola. Quest’anno in giuria personaggi eccellenti come il Prof. Attilio Scienza.   Il vino piu territoriale della Vallagarina Il Marzemino di Marco, coltivato nei ricchi terreni basaltici di Isera, è un autentico omaggio alla terra e alla storia della famiglia Tonini. L’utilizzo sapiente di acciaio e cemento sottolinea la territorialità del vino, donandogli un carattere distintivo di fragranza, grande beva e un equilibrio unico. Questo vino si presta magnificamente agli abbinamenti con piatti di carne, e in particolare, si sposa in modo delizioso con un invitante involtino di tacchino al forno.       L’ospitalità e Il Futuro L’atmosfera intima e familiare con cui siamo stati accolti dalla famiglia Tonini ha reso quest’esperienza un vero e proprio momento di condivisione e calore umano. Porto con me la bontà dei loro vini, il sorriso schietto di Marco, l’ospitalità di Paola e la voglia di tornare presto in questo luogo dove passato e presente si fondono in un bicchiere di vino, celebrando la continua evoluzione di questa straordinaria eredità enologica. Cin! Benedetta Costanzo
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10 Febbraio, 2024

Esperienza unica tra vigneti e cantina: San Luciano Vini dal 1972 – Parte I

Le Radici Laziali della Famiglia Ziantoni e la Migrazione in Toscana
Nel cuore della suggestiva Toscana, nel territorio di Monte San Savino ad Arezzo, sorge un’azienda vinicola che rappresenta una vera e propria oasi di tradizione e autenticità: San Luciano Vini. Nel 1972 a causa dell’espansione urbana che minava la vitalità dei vigneti familiari a Marino, una pittoresca cittadina laziale famosa per far sgorgare vino dalle sue fontane durante la festa paesana, la famiglia Ziantoni prese una decisione coraggiosa: trasferirsi in Toscana, nel territorio di Monte San Savino, Alta Val di Chiana ad Arezzo.   Ovidio e Gina e la piccola Pieve
Ovidio, il capofamiglia, incantato da un terreno particolarmente vocato alla vite acquistò la proprietà di San Luciano. Il luogo catturò anche il cuore di sua moglie Gina, soprattutto la piccola pieve di campagna che presto diventò parte integrante della loro nuova casa nonché il simbolo dell’azienda. Nel corso degli anni, mentre le vendemmie si susseguivano, i figli Marco e Stefano crebbero e assunsero ruoli cruciali nell’evoluzione dell’azienda.   Rispetto Ambientale: L’Approccio di San Luciano Oggi questa cantina, che si estende su una vasta proprietà di 100 ettari divisi su tre imponenti colline, è un luogo ancora più magico dove la passione per la viticoltura si fonde con il rispetto per la natura e la valorizzazione delle tradizioni. Accompagnati da Stefano, figlio d’Ovidio e anima polivalente di San Luciano, abbiamo avuto l’opportunità di immergerci nella bellezza dei vigneti che abbracciano la tenuta. La disposizione dei terreni, prevalentemente orientata a sud-est, offre una varietà di esposizioni, con un unico vigneto rivolto a sud-ovest, godendo di un’insolazione più intensa. Nota distintiva è l’assenza di vigneti a nord, una scelta dettata dalla volontà di preservare la qualità e l’autenticità del prodotto. Approccio olistico alla gestione del territorio Oltre alla coltivazione delle viti, San Luciano abbraccia un approccio olistico alla gestione del territorio. L’azienda dedica parte delle sue terre alla coltivazione di seminativi biologici, quali lenticchie, ceci, grano verna e senator Cappelli. Questa pratica riflette la filosofia dell’azienda, un’autentica bolla spazio-temporale in cui convergono competenze diverse, dalla cura dei vigneti all’agriturismo, dai seminativi alla produzione vinicola. Contrariamente alla tendenza comune di affidarsi a esperti specifici per ogni settore, San Luciano abbraccia l’uso esclusivo di prodotti naturali e metodi tradizionali. La produzione, che oscilla tra 250.000 e 300.000 bottiglie a seconda dell’annata, riflette l’impegno per la genuinità, esaltando la varietà dei vitigni, tra cui vermentino, chardonnay, trebbiano e malvasia per i bianchi, e sangiovese, montepulciano, cabernet sauvignon e merlot per i rossi. i Vigneti e la biodiversità I vigneti, alcuni con più di mezzo secolo di storia, sono gioielli da custodire. Le fallanze vengono sostituite, innestate o allungati i cordoni per garantire continuità. Reimpiantare richiede almeno 5 anni di pazienza, poiché il terreno, grosso e sassoso, deve tornare vergine. Due laghetti arricchiscono la tenuta, fornendo acqua agli animali che scendono liberamente dai boschi antichi circostanti.   Un ecosistema sano frutto dell’abbandono di chimica e diserbanti Questo ecosistema sano è frutto dell’abbandono di chimica e diserbanti, sostenuto da un lavoro manuale e appassionato, scalzi tra i filari e la terra. Il sistema di allevamento a spalliera, con potatura a cordone speronato, è la scelta di Marco e Stefano per garantire l’equilibrio delle piante in armonia con l’ambiente e il clima. Nonostante la presenza dei due laghi, l’irrigazione è un gesto consapevolmente evitato a San Luciano. Il terreno di medio impasto tendente all’argilloso è già ricco d’acqua, con il caratteristico sasso “occhio di pernice” che dona mineralità in particolare ai vini bianchi. Lo stress idrico, secondo Stefano, è un ingrediente cruciale per creare vini di qualità, innescando una selezione naturale nelle piante. La qualità della produzione è strettamente legata al tipo di pianta e al porta innesto, con una cura particolare per le potature verde e secca, che richiedono l’esperienza di veri esperti.   Agriturismo accogliente nella campagna toscana Dai rigogliosi vigneti di San Luciano, ci dirigiamo verso l’accogliente atmosfera dell’agriturismo, pronti a scoprire un altro capitolo dell’esperienza offerta da questa straordinaria tenuta. L’agriturismo di San Luciano è un ritiro in cui la tradizione si fonde con il comfort, creando uno spazio accogliente dove gli ospiti possono immergersi nella bellezza della campagna toscana. Una rapida visita ci fa cogliere l’armonia tra la natura circostante e le strutture accoglienti. La famiglia Ziantoni accoglie gli ospiti in un ambiente che riflette l’autenticità e l’amore per la propria terra. Vinificazione tra Tradizione e Innovazione: Dalle Vasche in Cemento alle Barrique di Rovere Francese Si unisce a noi Eleonora, moglie di Stefano, e ci spostiamo in cantina, tappa fondamentale e cuore pulsante dove il mosto si trasforma in vino. Nella parte dedicata alla vinificazione, ci accolgono i classici tini di acciaio, in cui è possibile eseguire le fermentazioni a temperatura controllata; una parte è dedicata alle vasche in cemento e poi le barrique di rovere francese che accompagnano molti vini nella loro maturazione.   Preziosi assaggi di Botte! E poi passiamo all’assaggio di un vermentino speciale che matura in una piccola botte di acacia.
Questa anticipazione di degustazione ci svela una piccola magia che vivremo fra poco nel calice
e ci fa intuire l’impegno che questa realtà investe nella creazione di ogni bottiglia.       Etichette magnifiche per vini da scoprire Tutti insieme ci trasferiamo in un’accogliente sala preparata con cura: una tavola imbandita con prodotti locali a km zero ci attende, insieme a bottiglie dalle etichette magnificamente curate. La famiglia Ziantoni ha personalmente dedicato tempo e attenzione a creare nuove etichette, risultato di un brainstorming che ha portato a proposte uniche, capaci di catturare l’attenzione in modo sorprendente. l culmine di questo emozionante viaggio enologico si raggiunge con la degustazione di tre vini bianchi e quattro vini rossi, un’esperienza coinvolgente che si snoda tra racconti autentici e aneddoti avvincenti. Ogni sorso di questi tesori enologici è intriso di storia e passione, creando un’atmosfera unica.   Viaggio sensoriale fra profumi, sapori e tradizioni Questi vini meritano una descrizione accurata e dettagliata che sarà approfondita nel prossimo articolo. Sarà un viaggio sensoriale attraverso profumi, sapori e tradizioni che definiscono l’identità unica di San Luciano.  Il nostro profondo ringraziamento va intanto a Stefano ed Eleonora, custodi di questa straordinaria eredità enologica, che con passione hanno condiviso con noi  un viaggio indimenticabile tra i vigneti e le cantine della loro azienda. Restate dunque sintonizzati per il prossimo capitolo di questo appassionante racconto enologico!   Benedetta Costanzo 
benedetta.costanzo@winetalesmagazine.com
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