Poco più a nord di Otranto in fazzoletto di terra racchiuso tra il mare della Baia dei Turchi, la macchia mediterranea e i laghi di Alimini, ho trovato Tenuta Corallo.
sostenibilità
LasorteCuadra: un rifugio, un nido, una famiglia
Stephanie e Roberto dunque. Una coppia di vita. Una complicità fatta di sguardi e sorrisi. Una evidente serenità. Due personalità pazzesche che si esaltano attraverso l’unione di coppia. Nasce LasorteCuadra un progetto pazzesco.
Cantina Bosco Sant’Agnese. Antonio, Angela e il rock in vigna
Girovagando per una di quelle manifestazioni di presentazione dei vini, vengo attratto da una coppia di vignaioli quasi fuori contesto. Lui alto, lei più minuta. Sorriso non troppo pronunciato. Entrambi emanavano una sensazione di appagata serenità. Mista alla insofferenza nel trovarsi forse dove non volevano essere. Sia durante quella occasione sia nella successiva, capisco il perché ma soprattutto vengo conquistato da Antonio e da sua moglie, “la titolare” come è Antonio stesso a definirla, Angela.
La Vernaccia di San Gimignano senza fronzoli: Azienda Agricola Il Lebbio
Senti. Io sono a comprare il pane. Te tu torna indietro, fai un po’ di curve in salita e quando arrivi a i sudicio, volta a sinistra e mi trovi li
Ecco, questo è Luciano dell’azienda agricola “Il Lebbio”
Cantina del Vesuvio: un piccolo lembo di paradiso
Quando penso al golfo di Napoli, mi risuonano in mente i versi di una meravigliosa canzone napoletana, “I’te vurrìa vasà”. Sarà la melodia struggente o il testo che narra della voglia di un uomo di baciare la sua donna che dorme profondamente ma che non vuole svegliare.
Come il Vesuvio che domina il golfo, il gigante buono che se ne sta lì, immobile, a dormire. Che tutti amano poiché giace su quel lembo di terra baciato da Dio. Così bello che Lucifero durante la discesa negli inferi, cacciato dal paradiso terrestre, se lo porta con sé. Così bello che il Cristo, addolorato nel riconoscere proprio quel pezzo di paradiso ormai perduto, piange lacrime divine. Le stesse lacrime che donano la vita alla pianta dalla quale si genera il vino vanto di questa zona, il Lacrima Christi.
I’ te vurria vasà…I’ te vurria vasà….
Cantina I Germani: l’equilibrio del tutto
Quando incontri una persona come Emanuele Congiu dell’azienda I Germani, ti rendi conto che esistono altri modi di raccontare le cose. La propria storia. Come l’entusiasmo, il sorriso, l’equilibrio raggiunto. Quasi come se non vi fosse bisogno di raccontare nulla perché ciò che c’è, ciò che intorno è, è perfetto così. In tale armonia che basta guardare. Far parlare la natura, far parlare i silenzi. Far parlare la terra. Non serve aggiungere futili parole perché stonerebbero all’interno di un naturale dipinto. Che varia ogni giorno nell’alternarsi delle stagioni. Una sorta di silente filosofia di vita che porta all’avere rispetto di ciò che ci circonda. Un rispetto che non richiede il vantarsi per qualcosa realizzata. Perché, in fondo, quel qualcosa è la natura che lo ha condotto fino a noi. Ciò che veramente conta è trattare la natura con rispetto. E amore.
Azienda Agricola Gian Piero Marrone. La vita, le storie, i ricordi, il vino
Una chiacchierata con Denise Marrone della Azienda Agricola Gian Piero Marrone.
Una donna energica e vitale. Di quelle che hanno l’argento vivo addosso. Esuberante, sorridente, piena di vitalità. Non gesticola. Non ha bisogno di movimenti particolari. Parla a raffica come se avesse necessità di trasmetterti qualcosa. Lo fa con ardore e partecipazione interrompendo l’interlocuzione solo per sorridere. Eppure, se la guardi da lontano, con la sua aria minuta, gli occhiali, la compostezza tutta piemontese, non immagineresti mai che ti troverai a parlare con un vulcano in eruzione.
Siamo a La Morra (CN) nel cuore delle Langhe. Patria di quei vini che il mondo ci invidia. Ma soprattutto il luogo dove vino e cibo trovano uno dei migliori connubi
Barbara Violati, la terra e l’acqua
Si può amare una terra, la propria, in maniera viscerale. Così tanto da comprarla da chi non ne è interessato per preservare l’azienda di famiglia. Quella dei propri genitori. Quella di una vita. Sì, certo, puoi comprarla, per possederla. Come si può possedere un grattacielo nel Perù. Ma se poi il cuore va altrove insieme a tutto te stesso, la terra, comunque, rimane lì. Ad aspettarti. Silente. In attesa di qualcuno che la sappia far rivivere. Come meriterebbe. Come è giusto che sia.
Società Agricola Capriotti e la semplicità del Verdicchio
Quando mi capita di parlare con una persona ho spesso la tendenza a posizionarla all’interno di una cornice ben precisa: un film, un libro, una canzone. Una sorta di raffigurazione schematica per inquadrarla in un contesto più ampio. Come se qualcuno prima di me abbia avuto la genialità di rendere “personaggio”, protagonista o meno, quella persona. Spesso rido perché il ricordo va ad un personaggio comico. Altre volte rimango intrigato. Qualche volta mi rattristo. Può succedere poi di non avere un appiglio sicuro e rassicurante. Di non riuscire capire dove e come incasellare l’interlocutore. Forse capisco di non aver letto il libro o guardato il film o ascoltato la canzone con quel personaggio. Incontrando Mirko Capriotti della Società Agricola Capriotti la sensazione è di avere dinanzi qualcuno che ancora non ha trovato spazio nell’opera di un autore. Non fosse altro perché, quando pensi di inquadrarlo in un contesto, ti spiazza facendoti andare da tutt’altra parte.
Diana e Giacomo: due cuori e una vigna
Diana e Giacomo. Una coppia unita e solida. Con compiti divisi ma una unione che non teme lo stress. Anche se di stress in queste zone non ce ne è traccia. Siamo a Brentonico, 4000 anime circa della provincia di Trento. Il monte Baldo e il Nago alle spalle e il lago di Garda dinanzi con l’Ora, il vento che spira dal lago, a mitigarne il clima pur sempre alpino. Una zona tranquilla ed assolata dove il tempo scorre lento e le stagioni si susseguono senza particolari scossoni. Tutto sembra al proprio posto. Lo scenario che si presenta è incantato. Eppure non c’è un granché da fare qui. eppure Diana e Giacomo scelgono di vivere proprio qui, a Brentonico ad occuparsi di poco più di tre ettari che furono del bisnonno di Giacomo.