Veduta del vigneto Fabriseria dall'azienda Tedeschi in Valpolicella
29 Mar 2023
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Il vino è come l’arcobaleno – Vini Tedeschi in Valpolicella

“Il vino è come l’arcobaleno. Deve essere in equilibrio, come in una grande musica. Non ci si può permettere che alcun strumento stoni.”

Questo è stato il messaggio di benvenuto di Lorenzo Tedeschi, produttore di eccellenza di vini della Valpolicella, prima di congedarsi da noi, e in un attimo mi è stata chiara la filosofia dell’azienda. Adesso sono i tre figli ad averne preso in mano le redini. Antonietta si occupa di amministrazione e del mercato Italia, Sabrina del marketing e Riccardo, enologo, è responsabile dell’export. Lorenzo è rimasto comunque nell’organico ed è molto attivo nella supervisione delle varie attività aziendali.

Durante la visita, sono rimasta affascinata dall’intervento del Prof. Maurizio Ugliano. A lui, la famiglia Tedeschi ha commissionato nel 2017 uno studio scientifico sui caratteri aromatici delle uve e dei vini da singoli vigneti, esteso ai principali fattori coinvolti nella loro espressione.

Una complessa e affascinante analisi aromatica dei vini della Valpolicella

L’identificazione delle impronte aromatiche di ciascun terroir ha comportato l’impiego di una strategia di analisi piuttosto complessa. In estrema sintesi, l’aroma di un vino è, da un punto di vista analitico, un mix costituito da diverse centinaia di sostanze, di cui però solo un numero contenuto contribuisce all’aroma percepito. Infatti, alcuni dei composti che partecipano alle firme aromatiche non sono presenti nelle uve o nei vini giovani, ma si formano con l’invecchiamento. Lo studio è stato condotto in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e le Università di Bordeaux e Federico II di Napoli. Se volete approfondire, ne potrete trovare una spiegazione più dettagliata sul sito dell’azienda.

Interno della sala degustazione dell'azienda tedeschi vini in Valpolicella

Al di là di questo, gli assaggi (di cui ovviamente vi racconterò) e l’atmosfera che si è creata mi hanno trasmesso un’energia che, istintivamente, ho collegato a una realtà di grande coesione familiare.  Situazioni e storie come queste non sono così facili a trovare, soprattutto in famiglie numerose. Curiosa come sono, ho fatto ad Antonietta alcune domande le cui risposte non si trovano nel sito ma che meritano di essere raccontate.

Ho voluto approfondire la figura di Lorenzo, chiedendole quali sono i loro ricordi dell’infanzia.

“Il ricordo che accomuna tutti noi fratelli è sicuramente il gioco. Non al parco ma in mezzo alle botti. Le nostre corse tra i graticci, quando la famiglia era impegnata a stenderci sopra i grappoli d’uva, il profumo del mosto in autunno, che arrivava fino in casa, una casa sempre aperta ad accogliere clienti ed appassionati. Ho tanti ricordi di pranzi e cene preparate in famiglia, dei miei viaggi ad incontrare con papà l’importatore americano a Milano. I suoi racconti degli Stati Uniti facevano brillare i miei occhi. Sognavo di poter viaggiare, una volta cresciuta, e così è stato. Il nostro vino ci ha portato a visitare città e paesi di tutto il mondo.

Tra i vari ricordi anche le giornate di lavoro di papà a Milano, per noi la piazza principale negli anni ’70 e ’80, e il suo rientro a casa, a volte desolato dalla richiesta dei clienti di togliere il nome della denominazione mantenendo solo il nome del vigneto o il nome fantasia. Il prodotto piaceva, ma la denominazione dei vini della Valpolicella non godeva del rispetto che ha finalmente raggiunto oggi. Lui si è sempre opposto a queste richieste, tenendo fede al suo territorio, credendoci e portando avanti il suo stile di vino anche quando non era di moda. Oggi la Valpolicella è riconosciuta e apprezzata, grazie a tutti quelli che, compreso papà Renzo, si sono adoperati per esprimere l’eccellenza e la tipicità del luogo.”

Dato che“dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna” non è solo un modo di dire, ho voluto chiedere della loro mamma. 

“Mamma Bruna è sempre stata una donna molto forte, ma anche riservata, che ha sempre appoggiato e consigliato papà Renzo pur amando rimanere in disparte. Sicuramente la parte più severa nell’educazione dei figli, spingendoci a dare il meglio durante il nostro percorso di studi, lei ci ha trasmesso il senso del dovere e l’essere generosi, tra di noi e con gli altri.”

Quando e perché vi è sembrato naturale continuare quello che aveva iniziato vostro padre come produttore di vini in Valpolicella?

“Il mentore di noi tre fratelli è stato sicuramente nostro padre, che ci ha trasmesso entusiasmo, curiosità e dedizione, oltre che la passione per la vitivinicoltura. Io ho iniziato a collaborare con papà prima dei miei fratelli. A metà anni ’80 lui aveva deciso di acquistare le quote dello zio, che essendo più anziano aveva deciso di ritirarsi. Il lavoro non è stato semplice e l’impegno tanto. Arrivare in azienda e iniziare con questo carico di responsabilità, appena terminata la maturità in ragioneria, mi ha formato più di ogni scuola o università. Poi è arrivato mio fratello Riccardo che, essendo enologo, ha iniziato a lavorare nella produzione per poi dedicarsi anche all’esportazione sui mercati esteri. Infine, si è unita a noi anche mia sorella Sabrina, dopo la laurea in tecnologie alimentari e un’esperienza nel campo dell’enologia presso l’Istituto di San Michele all’Adige. Abbiamo avuto la fortuna di ereditare la stessa passione di famiglia e di aver un padre che ci ha lasciato lo spazio per crescere anno dopo anno in azienda. Negli anni, abbiamo fatto nuovi investimenti, in cantina e nei vigneti, e per conoscere al meglio la nostra terra, ne abbiamo effettuato la zonazione e la caratterizzazione per poter intervenire in maniera mirata. Oggi, invece, stiamo svolgendo una ricerca molto particolare di geotipizzazione degli aromi delle nostre varietà, provenienti dai vari vigneti di proprietà, che sono localizzati in differenti vallate e a diverse altitudini.”

Una famiglia unita, la loro. Potrebbe sembrare magia ma io, nel bicchiere, armonia e coesione le ho sentite. 

E le nuove generazioni? Un’ultima domanda per Antonella. 

La nuova generazione è cosmopolita. Come hanno fatto i nostri genitori, anche noi abbiamo cercato di trasmettere la giusta educazione, il rispetto, la responsabilità e il senso del dovere. Non sappiamo chi vorrà proseguire con l’attività di famiglia, ma qualcuno sembra appassionato. Quattro di loro stanno ancora studiando e chi ha già terminato gli studi sta svolgendo esperienze in aziende importanti ed internazionali in diversi ambiti, secondo la rispettiva formazione. Questo è importante per apportare esperienza e professionalità in azienda, quando decideranno di tornare.

Le schede tecniche degli assaggi – Il terroir raccontato in cinque annate

Alcune bottiglie di vini della Valpolicella dell'azienda Tedeschi sul tavolo, con decanter pronte per la degustazione.

MATERNIGO VALPOLICELLA DOC SUPERIORE 2012

(40% Corvina, 40% Corvinone, 20% Rondinella)

Da un punto di vista geologico, l’area poggia in parte sia su calcari marnosi grigi e rosei sia su marne bianche e rosa del Cretacico. Le uve provengono da un vigneto posto ad un’altitudine di 350 metri sul livello del mare, con esposizione a sud-ovest.

Affinamento: 24 mesi in botte di rovere di Slavonia 30 HL.

Gradazione alcolica: 14% vol. 

 

LA FABRISERIA VALPOLICELLA DOC CLASSICO SUPERIORE 2006

(40% Corvina, 40% Corvinone, 15% Rondinella, 5% Oseleta)

Geologicamente, l’area poggia su calcari marnosi rosei, calcareniti e scisti argillosi grigio/giallastri del Cretacico. Il terreno, poco profondo e ricchissimo in scheletro, è caratterizzato da marne rosa biancastre, ricche in carbonato di calcio e ossido di ferro, che regalano vini di grande struttura e di buon equilibrio.

Affinamento: 24 mesi in botte di rovere di Slavonia 30 HL 

Gradazione alcolica: 14% vol. 

AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOC CLASSICO 2006

(30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% altre varietà tradizionali)

Per l’Amarone sono stati selezionati vari vigneti ad un’altitudine di 250-350 metri con esposizioni a

est e sud-ovest. I terreni sono terreni ricchi di argilla e di scheletro.

Appassimento: in fruttaio con controllo della temperatura e dell’umidità.

Affinamento: 30 mesi in botte di rovere di Slavonia 30/50 HL.

Gradazione alcolica: 16% vol. 

 

LA FABRISERIA AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOC CLASSICO 1995 

(30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% altre varietà tradizionali)

Suolo costituito da marne rosa biancastre, ricche in carbonato di calcio e ossido di ferro.

Appassimento: in fruttaio con controllo della temperatura e dell’umidità.

Affinamento: 36 mesi in botti di rovere di Slavonia 20 HL. 

Gradazione alcolica: 15% vol.

 Un assaggio speciale, questo, dato che in Valpolicella (in particolare per l’Amarone) il 1995 è stata un’annata straordinaria, tanto da essere considerata dagli anziani del luogo e definita poi da Veronelli “la vendemmia del secolo”.

 

CAPITEL MONTE OLMI AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOC CLASSICO 1990 (CRU)

(30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% altre varietà tradizionali)

Suolo di natura calcareo marnoso.

Appassimento: in fruttaio tradizionale.

Affinamento: 24 mesi in botti di rovere di Slavonia 30 HL. 

Gradazione alcolica: 15% vol. 

Potete trovare queste e altre informazioni nella sezione ‘Vini’ del loro sito.

Sommelier con calici da vino in tripla fila su tavolo pronti per essere usati per la degustazione dei vini della Valpolicella dell'azienda Tedeschi

La mattinata si è conclusa al Ristorante Famiglia Rana, dove è stato dimostrato empiricamente che il vino rosso, ed in particolare la selezione Tedeschi, si sposa benissimo ai piatti di pesce. Ma questa è un’altra storia. Se siete curiosi la trovate qui.

E voi, cosa avete assaggiato della Valpolicella? 

Sono Claudia Riva di Sanseverino. Assaggio, degusto, scopro, curioso, provo e condivido. Seguimi su Instagram @crivads

https://www.youtube.com/watch?v=RakajXgmc-E