22 Feb 2024
Vinodentro

DiVino 2024 by Decanter Wine Academy

IL COSA ED IL DOVE

Seconda Edizione per DiVino, il bell’Evento organizzato da DECANTER WINE ACADEMY nell’elegante cornice di Villa Piccolomini a Roma andato in onda gli scorsi 3 e 4 Febbraio

Un Evento che metteva al centro i Vignaioli ancor prima che le loro produzioni.

Un Evento che, tra banchi d’assaggio e masterclass, ha radunato una numerosissima folla di operatori del settore, giornalisti e semplici winelowers.

Non tutto perfetto, qualche aggiustatina qua e là da fare ma, in assoluto, una due giorni davvero riuscita.

GLI ASSAGGI

90 le Aziende presenti a rappresentare l’intera lunghezza dello stivale italico (forse un po’ troppe rispetto alle dimensioni della sala).

Una lista lunghissima di vini da poter assaggiare ed io…da solo!!!

Ovvio che mai avrei potuto assaggiare tutto, se poi ci mettete in mezzo pure le gare di nuoto del nano di casa…

Ecco dunque che, come mia consuetudine, son partito da casa con il mio bel “palinsesto” di assaggi e la ferma intenzione di rispettarlo ma…

I programmi, si sa, sono fatti per non essere rispettati e chi sono io per sottrarmi a questa legge dell’Universo?

Poi metteteci una quantità di GGente che manco avessero dato la minestra gratis, i “cavalieri” bassibassi e semi nascosti (piccola bacchettata sulle dita), l’età che avanza…

Insomma, ho assaggiato quello che sono riuscito ad assaggiare mixando ricerca e fortuna.

Tanta la Qualità proposta (beh, qualcosa di cui avrei potuto fare a meno l’ho trovata ma questo è inevitabile) e tante cose che mi piacerebbe approfondire.

Di seguito troverete la mia “TOP SEVEN”.

A dieci non ce l’ho fatta ad arrivare (che stia diventando troppo esigente?!) ma di tutti gli altri vini potrete leggere qui.

Voi date una letta alle mie consuete e personalissime note di degustazione tenendo ben presente da quale pulpito viene la predica e poi…correte ad assaggiare di persona!

IL TRENTINO

DE VESCOVI ULZBACH

Siamo a Mezzocorona (TN).

Una Storia lunga 400 anni (che tocca pure l’America) che racconta un legame indissolubile con la Piana Rotaliana ed il suo vitigno più rappresentativo: il Teroldego.

L’oggi ha da poco compiuto vent’anni e sa di rispetto, di continuità con il passato e di occhi rivolti al futuro.

MANZONI BIANCO 2022: davvero più che gene nel clone qui il Riesling sembra presente in prima persona.

Verticalmente dolomitico, racconta con crudezza scorza di cedro e di limone, erbe ed arbusti ma…

C’è un “ma” di grassezze di frutta secca, di nocciola e crema a dare la sicurezza di una sosta comoda dopo lo strapiombo.

Sorso inizialmente tagliente come un microappiglio che pian piano evolve su calore e morbidezze allungandosi sapido sulle coerenze olfattive.

Un assaggio per chi non teme il vuoto sotto il sedere.

Si becca il mio premio “VERTIGO”.

Da bere ascoltando “MOUNTAIN CLIMBING” di JOE BONAMASSA.

DOLOMITI IGT ROSSO “KINO NERO” 2021: 50 parti di Teroldego, 40 di Merlot, ed il saldo di Groppello di Revò danno rispettivamente frutta fresca, frutta matura e spezie nere (aggiunte con attenzione per non snaturare il risultato finale).

Ed ecco dunque la fitta schiera di profumi: ciliegia, amarena, mora, mirtillo…e quel pepe che “ci mette il pepe”.

Sorso che comunica intensità senza eccedere in sostanza, fresco, lungo, invitante.

Ne berreste subito un altro e…lo farete.

Tenetene una bottiglia di scorta.

Da bere ascoltando “BACK IN BLACK” degli AC/DC.

p.s. m’hanno detto che in famiglia ce una versione di Teroldego declinata in cemento e ceramica…ah, quanto vorrei ficcarci il naso!

IL LAZIO

TERRE D’AQUESIA

12 ha 25000 bottiglie nell’Alta Tuscia Viterbese di Acquapendente, lì dove la Via Francigena è sentiero da percorrere.

Un’Azienda che tra l’Umbria e la Toscana sceglie di essere terza via e non copia conforme a nessuna delle due.

Impatto ambientale prossimo allo zero e grande cura in cantina per risultati che, tra tradizione e sperimentazione esaltano il Territorio valorizzando vitigni autoctoni ed internazionali.

JAZZ BIANCO 2022: Grechetto, Chardonnay ed una iniezione di Procanico

Vino “naturale”?

Boh?!

Dai, “spontaneo”!

L’olfatto lo sorprende a muoversi scaltro sul filo di un difetto che è lì davanti, baratro insondabile in cui per timore o coscienza non cade.

La riduzione è ostacolo che non richiede torsioni di calice da far rischiare il tunnel carpale per poter essere aggirato e schiude un panorama olfattivo governato dal Grechetto.

Ed ecco dunque il corteo delle amaritudini (erbe di campo, salvia, liquirizia) a precedere le grassezze esotiche portate in dote dallo chardonnay, gessosa mineralità ed un quid fumoso a fare atmosfera.

Il sorso è pimpante freschezza e minerale sapidità condite del giusto di morbidezza e da un finale che fa schioccare la lingua.

Un vino “astuto” cui manca solo lo stelvin (e qualche aggiustatina).

Si becca il mio premio “MANNAGGIA”.

Da bere ascoltando (QR CODE a parte) ”SOFTLY AS IN A MORNING SUNRISE” del MODERN JAZZ QUARTET.

CANTINA LE MACCHIE

11ha molto parcellizzati (ed una quindicina di etichette) in una zona che è Centro Italia sulle carte ma Alto Adige dal punto di vista climatico.

Ed è proprio per questo che i reimpianti parlano di Riesling e Gewürztraminer ed è per amore del territorio che al centro dell’attenzione viene messa anche quella vite ultracentenaria di Cesanese Nero.

LAZIO IGP PASSITO MALVASIA PUNTINATA “SE. BO. BE. BI.: naso BUM, che esprime grassezze di frutta matura e miele alternandole a freschezze di menta ed erbe aromatiche in una atmosfera vagamente fumé.

Bocca sottintende le dolcezze spingendo su vena sapida e viva freschezza.

Un vino che vive di contrasti: alto, largo, grasso, sottile.

Un sorso?

Non basta!

Ce ne vuole un altro e, magari, pure un bel pezzo di formaggio.

Da bere ascoltando “JEANNINE” dei MANHATTAN TRANSFER.

LA CAMPANIA

CASA SETARO

14ha nel comune più piccolo del Parco del Vesuvio dedicati.

Un’Azienda familiare che ha nella Tradizione le proprie, profonde radici e che mette grande impegno nella valorizzazione dei vitigni autoctoni (coltivati spesso su piede franco).

VESUVIO DOC CAPRETTONE “ARYETE” 2022: “seimesisei” di anfora ed il contatto con le bucce gli danno colore e sostanza.

L’olfatto evidenzia ciccia fruttata e snellezze balsamiche con quella sottile speziatura che…Vi trasporta nell’Oriente misterioso.

Irrompe in bocca a testa bassa con un primo sorso che ne vuole subito un altro senza star lì a pensare a sofistici descrittori.

Fresco, sapido, sostanzioso, succoso ed amaricante d’agrume amaro ed erbe aromatiche lungo tutto il tragitto dell’assaggio, chiude con succulenta mineralità.

Ce ne sono di migliori, ma questo è davvero figo!

Gli ammollo il mio premio “RUMBLE”.

Da bere ascoltando “THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY” dei GENESIS.

LACRIMA CHRISTI DEL VESUVIO DOC ROSSO “MUNAZEI” 2022: un Piedirosso brioso e vulcanico!

C’ha la grinta della ciliegia appena invaiata, la succosità dell’arancia sanguinella, le note amaricanti delle erbe aromatiche e quelle ferrose della spada di un guerriero.

Il sorso è godurioso, vivace, sprizza energia da tutti i pori.

“Cabernetteggia” raccontando foglia di pomodoro e peperone verde con una peposità tutta da provare.

Non ve ne basterà una bottiglia!

Fatene scorta.

Da bere ascoltando “PERSONAL JESUS” dei DEPEACHE MODE.

BORGODANGELO

Dal cuore dell’areale produttivo del Taurasi ecco un’Azienda giovane e tutt’ora in crescita.

Mix di famiglia e vera e propria impresa per una produzione attenta al gusto del consumatore ma che non perde di vista la Tradizione.

CAMPI TAURASINI 2018: il naso è scuro ed intriso di dolci grassezze di frutti di bosco in confettura.

Ma è la dinamica speziatura di chiodi di garofano, sono le intriganti amaritudini di mallo di noce, le ombre di un sottobosco di funghi e radici a fare notizia mentre petali di rosa ci mettono una nota gentile e la liquirizia rinfresca.

Verticale freschezza e tannini pistoleri in fitta schiera rendono il sorso particolarmente affilato mentre la presenza sapida ispira un secondo sorso che lascia apprezzare, in una atmosfera fumè, intriganti tostature

Maliardo!

Da bere ascoltando “BEWITCHED” di FRANK SINATRA.

ED ORA?

Beh, ora è il momento dei ringraziamenti, agli Organizzatori per avermi ospitato ed ai Produttori per avermi sopportato.

Della voglia di approfondire alcuni argomenti Vi ho già detto, dell’attesa per un’Edizione 2025 che metto in agenda sin da ora Vi dico adesso

Roberto Alloi

VINODENTRO