12 Feb 2024
Diario di un sommelier

Marchesi Alfieri: lunga storia di qualità in un territorio unico

Negli ultimi 300 anni, Marchesi Alfieri è stata artefice dell’eredità storica, culturale e vitivinicola del Piemonte. Conserva cantine storiche in cui si producono vini di grande eleganza, vere e proprie icone del terroir di San Martino Alfieri.

Pensate, risale al 1696 la costituzione della prima cantina all’interno delle proprietà, poi nel 1851 Giuseppina Benso di Cavour, nipote dello statista Camillo Benso di Cavour, sposa Carlo Alfieri di Sostegno. Sarà proprio Camillo Benso a dare un impulso alla produzione vitivinicola della famiglia Alfieri, migliorando la qualità dei vini e introducendo in Piemonte il Pinot Nero. Dopo varie vicissitudini e lunghi anni tocca poi a Casimiro San Martino di San Germano, nel 1982 rilanciare la produzione viticola della proprietà. Dopo la sua morte, nell’88 alla guida della cantina subentrano le figlie Emanuela, Antonella e Giovanna, che con coraggio e determinazione hanno condotto l’azienda.

È il 1990 e quell’anno, trovandosi di fronte alle loro prime diecimila bottiglie, tutte e tre le sorelle si chiesero la stessa cosa: “E ora chi se le berrà tutte quante?”

Sono anni in cui arrivano novità, soddisfazioni, premi, nuovi vigneti e progetti, con l’impianto del primo vigneto di Nebbiolo sulla collina Quaglia e il progetto legato alla produzione di un Metodo Classico da uve Pinot Nero in purezza.

Nel 2018 viene realizzata la seconda barricaia e la trasformazione di svariati ettari di bosco in una tartufaia didattica. Viene impiantato un nuovo vigneto di Pinot Nero a nord della collina Quaglia e viene realizzata una nuova vigna votata alla coltivazione di Barbera: la Vigna del Castello.

Nel 2022 viene presentato il Carlo Alfieri vendemmia 2015, prodotto solo in annate eccezionali con le uve che meglio hanno saputo interpretare l’identità del vitigno Barbera, questo vino nasce da una attenta selezione in vigna seguita da un lungo processo di affinamento in legno e in bottiglia.

Un territorio davvero magico, colline e montagne in ogni direzione, e poi il fondovalle che si tinge del verde dei boschi e dell’azzurro del Tanaro. È proprio il fiume a segnare uno dei confini naturali che delimitano questo spazio che nasce nel punto in cui Roero, Langhe e Monferrato si incontrano nelle Terre Alfieri.

La composizione variegata del suolo ci dice che siamo in una terra di frontiera, capace di esprimere nei vini il meglio dei territori limitrofi: i profumi intensi e floreali del Roero; il frutto pieno e la freschezza del Monferrato, l’eleganza, la potenza e la longevità delle Langhe.

Vigneti storici che si alternano a impianti più giovani, per un totale di 20 ettari vitati, distribuiti su quattro diverse colline che da sempre fanno parte delle terre della famiglia Alfieri di Sostegno:

  • Sansoero: Il nome deriva da una cappella votiva dedicata a San Saverio che si trovava a metà della collina. È la collina più vicina alla residenza, nonché il nucleo più antico di vigne con il Pinot Nero che qui ha una storia centenaria! Il suolo di Sansoero è ricco di argilla e sabbia rossa, che virano al bianco andando verso ovest vengono coltivati Nebbiolo, Barbera, Grignolino e Pinot Nero;
  • Quaglia: Il suolo della collina Quaglia è caratterizzato non solo da un perfetto mix di sabbie, argilla e limo, ma anche da alte percentuali di sodio, potassio e calcio, che aiutano la vite a sviluppare grappoli con bucce più spesse e resistenti. Il versante sud della collina è vocato alla coltivazione delle viti di Barbera, che vanno a costituire la base viticola per la Barbera d’Asti DOCG La Tota, la Barbera d’Asti Superiore DOCG Alfiera e per il Terre Alfieri Nebbiolo DOCG Costa Quaglia. A nord troviamo il Pinot Nero, utilizzato per produrre il Piemonte Pinot Nero DOC San Germano, il Metodo Classico extra brut millesimato Blanc de Noir e il Piemonte DOC Barbera Pinot Nero Sostegno;
  • Calandrina: La collina della Calandrina è votata interamente alla coltivazione del Barbera. L’andamento est e nord-est, la conformazione con sabbie e argille bianche e la minor pendenza rispetto a Quaglia consentono una maturazione più tardiva, distesa e uniforme delle uve. La Barbera proveniente dalla Calandrina viene usata in assemblaggio per produrre la Barbera d’Asti DOCG La Tota;

La nostra viticoltura “leggera” con l’equilibrio che significa non forzare la mano della natura, ma guidarla in una direzione in cui possa esprimersi al meglio. Questo si traduce in trattamenti fitosanitari a basso impatto e pratiche agronomiche sostenibili.

Lavorare per sottrazione vuol dire intervenire solo quando necessario, riducendo il numero dei trattamenti all’indispensabile, evitando l’uso di automezzi pesanti e facendo ricorso al diserbo meccanico. Sottrarre vuol anche dire selezionare la qualità direttamente in vigna: fin dagli anni ’90, quando ancora molti agricoltori pensavano fosse una pratica inutile, si effettua il diradamento selettivo al fine di diminuire la quantità di grappoli e concentrare, senza forzature, la massima qualità in ogni grappolo.

Ne derivano vini di grande stile, eleganza, purezza e pulizia che rendono questa realtà d’eccellenza in uno dei territori più espressivi, vini che vi consiglio assolutamente!

Marchesi Alfieri: lunga storia di qualità in un territorio unico

A cura di Giuseppe Petronio 

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