Rocche Costamagna: una storia di eccellenza
Cari amici, appassionati di vino, oggi vi porto in uno dei luoghi di produzione a noi più caro, siamo in provincia di Cuneo, in particolare a La Morra, zona altamente vocata, non a caso il più importante comune della denominazione Barolo in quanto a produzione enologica e numero di viticoltori.
Proprio qui una delle più storiche realtà vitivinicole è rappresentata da Rocche Costamagna, cantina con una storia di dedizione alla vite e al vino che, nel corso del tempo, ha saputo elevare la qualità delle proprie etichette, valorizzando lo straordinario terroir di La Morra e, in particolare, esaltando i frutti del prestigioso cru del Barolo Rocche dell’Annunziata, che l’azienda ha l’onore di coltivare da oltre due secoli.
Le storiche cantine di epoca napoleonica, restaurate e riportate all’antico splendore, ospitano oggi un’elegante struttura ricettiva, dove l’esperienza del Barolo incontra la calda e generosa accoglienza delle Langhe.
Le origino sono rappresentate all’origine dal Regio decreto del 15 maggio 1841, con il quale si concedeva a Luigi Costamagna, figlio di Francesco Antonio, un permesso per il «commercio di vino al minuto […] per il vino prodotto dalle uve dei suoi vigneti” ubicati in La Morra». È il primo documento che attesta la vocazione enologica dell’azienda. Un atto importante perché sanciva limiti quantitativi e geografici dei vini allora prodotti, riconoscendo ai Costamagna un certificato di eccellenza, all’interno di un territorio specifico, quello del comune di La Morra.
Nel 1911, Francesco Costamagna vince la Medaglia d’Oro al Gran Premio dell’Esposizione Internazionale di Torino: un riconoscimento per aver presentato cinquant’anni d’ininterrotta produzione.
Negli anni viene mantenuto saldo il valore delle Rocche dell’Annunziata e dei vigneti lamorresi, trasmettendoli alle nuove generazioni che continuano a coltivarli e vinificarli. Alla fine degli anni ’60 I i vigneti vengono reimpiantati e razionalizzati, le storiche cantine di La Morra ristrutturate e dotate di nuove tecnologie enologiche. Tanta anche la cultura che ruota intorno all’attività agricola, si susseguono negli anni, infatti, manifestazioni culturali che valorizzano il Piemonte sotto gli aspetti dell’arte locale, la microstoria, le minoranze e la cultura enogastronomica, ma anche eventi in cui si discute di enogastronomia attraverso convegni, libri, saggistica. Pionieri anche dell’accoglienza in cantina, con la cantina che era già aperta dalla metà degli anni ’70 per degustazioni e visite guidate.
Gli anni ’80 segnano l’ingresso in azienda di Alessandro Locatelli, oggi titolare dell’azienda.
In quel periodo il Barolo comincia a svelare il suo potenziale e ad affermarsi come uno dei rossi più apprezzati e prestigiosi al mondo.
Segue un periodo dedicato al miglioramento della gestione dei vigneti e alla cura nella vinificazione: anni di esperimenti, di innovazioni in vigna e in cantina, ma soprattutto di esperienze nuove, volte a trovare e sedimentare tecniche in grado di esaltare e sottolineare le già incredibili caratteristiche del terroir di La Morra e la spiccata personalità delle Rocche dell’Annunziata.
Valorizzare i vitigni autoctoni a partire dalla vigna, conoscere bene le parcelle, i filari, i ceppi, i terreni, il microclima, saper adattare tecniche e operazioni in base alle reali necessità delle piante, rispettando il loro naturale equilibrio e portando i frutti a piena maturazione, senza stressare o forzare i ritmi della natura: questa è la sintesi della viticoltura sostenibile adottata da Rocche Costamagna negli ultimi vent’anni.
Una serie di attenzioni e cure per limitare i trattamenti e accudire i vigneti in un’ottica di conservazione nel lungo periodo del patrimonio viticolo inserito nel famoso contesto ambientale e paesaggistico delle Langhe Albesi.
«In vigna è inutile avere fretta. Vige una sola regola: la perfetta maturazione delle uve e la tempestiva raccolta. È questo il punto di partenza da cui nascono grandi vini»
Alessandro Locatelli
La parte verde delle vigne viene attentamente lavorata in ogni fase dell’anno, secondo interventi tempestivi e dedicati, al fine di ridurre i rischi fitosanitari e limitare gli interventi di ogni genere, praticando attenti diradamenti, volti a concentrare la qualità delle uve in pochi grappoli ben maturi.
Le vigne, in buona parte ripiantate a partire dagli anni ’90 dopo un’attenta valutazione del terroir e delle caratteristiche pedologiche di ciascun suolo, sono state preparate con un’impostazione razionale con l’obbiettivo principale dell’uniformità della produzione qualitativa. Per poter contenere il vigore vegetativo da parecchi anni si pratica l’inerbimento, evitando lavorazioni con attrezzature che alterino la struttura del terreno, impoveriscano i suoli e favoriscano l’erosione superficiale.
Un percorso verso la gestione sostenibile dei vigneti, con l’eliminazione del diserbo sottofila e l’impiego privilegiato di rame, zolfo e induttori di resistenza.
La cantina produce diverse etichette, con Nebbiolo, Dolcetto, Barbera, Arneis, ma a risaltare è senza dubbio il Barolo Rocche dell’Annunziata, presente anche nella versione Riserva.
La parcella aziendale, nell’omonima frazione, è posseduta e coltivata dalla famiglia Costamagna fin dall’800. Rocche Costamagna possiede in quest’area un corpo unico di 3,2 ettari coltivato a nebbiolo da Barolo, sormontato dalla Cascina Costamagna.
Si tratta di una parcella stretta e lunga ubicata tra i 350 e i 310 metri di altezza, quindi nella fascia ottimale di produzione del Barolo, con esposizione prevalente a Sud-Est, aspetto caratteristico che rende la zona più fresca rispetto ai versanti esposti ad Ovest, delle stesse Rocche, favorendo maturazioni più lente e tardive.
I suoli, caratterizzati dalla stratificazione di marne e argille grigio-azzurre appartenenti alla formazione geologica denominata “Marne di Sant’Agata Fossili” (tra gli 11 e i 7 milioni di anni fa), hanno una grande capacità di trattenere l’acqua ed evitare gli stress idrici nei periodi di siccità.
I vini qui prodotti hanno un’identità fortissima: eleganti, morbidi e suadenti, sono estremamente complessi nella componente olfattiva, floreale e balsamica, con evidenti note di eucalipto.
I vini di Rocche Costamagna non possono mancare nel vostro bagaglio di degustazione, vini che lasciano il segno, e che vi consiglio davvero di portare nella vostra cantina e nel vostro calice!
A cura di Giuseppe Petronio
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