bottaia
08 Mag 2023
Acini Rari

Due realtà vinicole a Bolgheri: Caccia al Piano e Cantine Michele Satta

The Voice of blogger si arricchisce: inizia una nuova rubrica, che porta il titolo Acini rari.
La cura Emanuele Masi, wine blogger, che in modo semplice e informale ci porta in questo primo viaggio da lui condotto a Bolgheri, raccontando Caccia al Piano e Cantine Michele Satta.
caccia al piano ingresso

Caccia al Piano

Oggi siamo a Bolgheri per visitare la cantina che produce il Caccia al Piano Bolgheri Superiore, assaggiato a Anteprima Vini della Costa.
La cantina è stata acquistata da Franco Ziliani (quello della Berlucchi, per intendersi) nel 2003, ampliando successivamente i possedimenti e arrivando fino alla collina di San Biagio: 23 ettari complessivi suddivisi in vari appezzamenti.
Le varietà coltivate sono tante, tra cui le classiche da taglio bordolese come il disciplinare richiede.
Oggi sono i 3 figli che portano avanti l’attività.
Arrivati sul posto è il cantiniere che ci accompagna nel tour partendo dalla splendida terrazza che sovrasta la cantina, da dove si può vedere tutte le vigne che circondano l’azienda.
Il giro prosegue nella zona di vinificazione e affinamento, che, oltre ad essere all’avanguardia, è mirata a creare il minimo impatto ambientale, ad esempio utilizzando muri fatti di mattoni traforati messi a taglio, per permettere un maggior ricircolo dell’aria.
Hanno vari fornitori di barrique e tonneau per sfruttare i diversi aromi rilasciati dal legno, usandole in base alle tipologie di vino che devono essere prodotte.
È arrivato il momento degli assaggi: la degustazione comprende 3 rossi, 2 bianchi e un rosato spumantizzato.
Chiaramente mi concentro sul vino per il quale sono venuto.
bottiglia caccia al piano
– Caccia al piano 2018 – Bolgheri DOC superiore (70% Cab. Sauvignon 30% Cabernet Franc)
Il colore è rubino intenso e scuro, limpido e impenetrabile.
Al naso prevale il frutto scuro, mora, poi i sentori vegetali del Cabernet, spezie nere come pepe, nota balsamica intensa e cacao sul finale.
Al palato è caldo e di buona struttura, tannini vibranti ma abbastanza morbidi, buona sapidità minerale che smorza la carica alcolica del sorso.
Lunga persistenza e ottima retrolfattiva, dove torna il frutto e la nota balsamica mentolata.
Bella espressione di Bolgheri.
michele satta

CANTINA MICHELE SATTA

Continua il tour, questa volta per conoscere il Maestro Michele Satta, uno dei personaggi più innovativi del panorama bolgherese.
Michele Satta, varesotto di origine, fonda la sua cantina nel 1991 dopo anni di consulenze agronomiche per diverse aziende del territorio.
Oggi l’azienda vanta 23 ettari vitati, dove le vigne più vecchie sono del 1983.
Giacomo, il figlio di Michele, porta avanti con passione il lavoro del padre.
Arrivati, facciamo un breve giro dei locali per vedere la modernissima cantina scavata nella pietra, e, una volta concluso il giro, iniziamo gli assaggi guidati con il sig. Satta, motivo principale della mia visita.
È un piacere stare ad ascoltarlo mentre ci racconta delle sue esperienze in cantina.
Nel parlare ci confida che all’inizio voleva provare a produrre fragole… poi fortunatamente si è ravveduto!
Ci spiega che il terreno qui è relativamente giovane e che i vini possono esprimere sia la forza data dal terroir, sia l’eleganza legata al microclima.
Raccontati da lui, ogni vino che abbiamo assaggiato era un simposio di profumi e sensazioni, in un viaggio che parte dalla vigna e finisce nel calice.
Resta di fatto che per me il più esaltante è stato sicuramente il:
michele satta bottiglia
PIASTRAIA 2019 – Bolgheri DOC superiore
Blend di Cabernet, Merlot, Sangiovese e Syrah.
Un vino di struttura ed eleganza, verticale, ma che sa mostrare anche la sua forza.
Si presenta di un rosso rubino intenso e lucente, limpido e trasparente.
Al naso la nota speziata di pepe data dal Syrah è immediata, poi si affacciano i frutti neri e rossi, polposi, una nota balsamica precede quella ematica e agrumata per poi finire sul cacao amaro.
Al palato è caldo e di buona struttura, minerale e leggermente sapido.
Il tannino è ancora un po’ spigoloso per la giovane età, ma non è aggressivo.
Anche l’acidità è spinta per calibrare la morbidezza data dagli uvaggi internazionali.
Un vino non ancora al massimo della sua forma, ma che ha già raggiunto un ottimo equilibrio e lascia in bocca una piacevole persistenza agrumata.
Un capolavoro di un maestro del vino!
Acini Rari vi dà appuntamento al prossimo tour.