Itinerari diVini

A cura di WineHo

L’ospitalità in cantina è sempre più uno dei privilegi che il territorio italiano può offrire, abbinando 3 elementi caratterizzanti la nostra eccellenza: Il prodotto, il territorio e la sua cultura ed il nostro modo di fare ospitalità, mettendo al centro il turista e coinvolgendolo in modo esperienziale.
WineHospItalian ha lo scopo di selezionare le esperienze più innovative e coinvolgenti, proponendo ai lettori percorsi di conoscenza e non solo degustazioni.
Andremo da nord a sud, dal Veneto alla Sicilia, passando per la Toscana ed il centro Italia, raccontando di emozioni che il turista può scegliere di degustare e vivere.

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5 Aprile, 2022

L’Abruzzo e le sue eccellenze Emidio Pepe

Emidio Pepe – L’Abruzzo e le sue eccellenze enogastronomiche in cui il vino è protagonista Siamo in Abruzzo, nella sua parte settentrionale, in quella terra che separa l mare Adriatico e il Gran Sasso dall’altro. E’ in questo microclima perfetto per le viti che troviamo la realtà di Emidio Pepe, molto più di una cantina vinicola. La storia della Emidio Pepe inizia nel 1964, quando il fondatore, omonimo, dopo aver affiancato suo padre e, soprattutto, suo nonno che faceva vino a casa Pepe sin dal 1899 apre l’azienda agricola. Il successo si deve anzitutto al terroir, a Torano Nuovo, un luogo in cui i terreni ricchi di argilla che drenano l’acqua, la posizione dei vigneti esposti a un grande arco solare, la grande escursione termica tra giorno e notte che aiuta le uve a riempirsi di zuccheri e il vento costante previene batteri e malattie. Contestualmente viene la lungimiranza in quanto Emidio Pepe, prima di chiunque altro ha creduto nelle grandissime potenzialità del Trebbiano e del Montepulciano d’Abruzzo e ha dedicato tutte le sue energie a questi due vitigni autoctoni, provandone la capacità d’invecchiamento e facendoli conoscere al mondo intero. Terzo aspetto che si trova in ognuno dei prodotti e delle esperienze che si possono vivere nella realtà Emidio Pepe, la tradizione e la famiglia. Ancora oggi non vengono utilizzati prodotti chimici, anche negli anni e nelle condizioni più difficili. Nessun lievito selezionato per iniziare la fermentazione alcolica e nessun enzima aggiunto per incoraggiare la genesi dei profumi. Solo prodotti naturali come cristalli di rame, zolfo e preparati biodinamici vengono utilizzati, sia in vigna che in cantina; ed altrettanto non sono mai cambiati il metodo di vinificazione, ancora oggi infatti non vengono utilizzate macchine. L’azienda agricola Pepe conta quindici ettari che si estendono in piccoli appezzamenti tutti attorno la cantina. La maggior parte dei vigneti è ancora coltivata con l’antico sistema della Pergola. Questo non solo per rispettare la tradizione ma perché convinti che trattare le uve con delicatezza e manualità sia il modo migliore per raggiungere un livello di qualità e precisione più elevato.   Emidio Pepe e la sua famiglia sono giustamente orgogliosi dei propri territori e si sono organizzati per accogliere tutti coloro che desiderano immergersi in questa eccellenza enogastronomica, realizzando un esclusivo bio-resort con i criteri più aggiornati di eco-sostenibilità.   Ovviamente un’ospitalità d’eccellenza non poteva esimersi da un ristorante e dalle sue opportunità di degustazione, realizzate con prodotti provenienti dall’orto biodinamico situato tra i vigneti. Il Ristoro di Campagna ospita quindi cene di degustazione con diverse annate di Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo per scoprire i vini insieme alla cucina tradizionale abruzzese.   Quando avrete avuto l’occasione di vivere un’esperienza totalizzante come quella che avrete l’opportunità di sperimentere da Emidio Pepe, scoprirete di voler portare a casa un pezzo di territorio, per farlo mi permetto di consigliarvi di portare con voi non solo i vini, ma anche l’ Olio Extra Vergine, realizzato con varietà autoctone abruzzesi: Frantoio, Leccino e Tortiglione. Le olive vengono raccolte manualmente e spremute a freddo in un vicino frantoio. Il raccolto è portato al frantoio il giorno stesso per mantenere il livello di acidità e preservarne intatta la qualità. Dopo un breve periodo di decantazione, l’olio extravergine di oliva viene imbottigliato in bottiglie 500 ml. Ed, infine, non potete non prendere la Pasta; il risultato di un nuovo progetto: un campo di grano di un antica varietà chiamata “Senatore Cappelli”, cresce fino a due metri di altezza le cui rese sono molto basse. Viene coltivato secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, il grano intero viene macinato in un mulino a pietra per conservare tutte le proprietà nutritive, la pasta è poi trafilata al bronzo ed essiccata per almeno sei giorni a basse temperature. Al prossimo martedì! Cristina Itinerari DiVini è una rubrica a cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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22 Marzo, 2022

Hospitality – Il Salone dell’accoglienza apre all’enoturismo

Hospitality – Il Salone dell’accoglienza 2022 apre all’enoturismo. Carissimi lettori, oggi desidero parlarvi di rilancio e di ottimismo post Covid. Lo faccio introducendovi un evento che si svolge nuovamente in presenza a Riva del Garda: la 46a edizione di Hospitality-Il Salone dell’Accoglienza. Lo faccio perché tra le novità di questa fiera storica ci sarà l’area speciale dedicata all’enoturismo. Saranno presenti oltre 450 aziende espositrici e più di 100 eventi formativi ed il  Ministro del Turismo Garavaglia sarà all’inaugurazione insieme al presidente di ENIT Palmucci. Nonostante il clima di incertezza che purtroppo ci accompagnerà anche nei prossimi mesi, la fiera e gli organizzatori hanno voluto confermare il proprio impegno verso gli operatori del settore, offrendo occasioni di confronto, strumenti e soluzioni innovativi per sostenere la ripartenza. Il Salone dell’Accoglienza si conferma la manifestazione leader a livello nazionale con 38.000mq espositivi e l’ambizione di attrarre un numero sempre maggiore di professionisti internazionali. La fiera ha lavorato moltissimo per avere una platea incoming internazionale con l’obiettivo di ampliare ulteriormente il mondo business per gli operatori dell’ospitalità e del turismo, La Direttrice Albarelli ha ringraziato tutti gli espositori che hanno scelto di partecipare a questa edizione, dimostrando attenzione ad un settore che traina l’economia nazionale e sul quale il Paese punta per la ripartenza. Un ringraziamento anche agli sponsor e al costante e fondamentale supporto della Provincia Autonoma di Trento, rappresentato da Roberto Failoni, Assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo della Provincia Autonoma di Trento. Giovanna Voltolini, Exhibition Manager di Hospitality-Il Salone dell’Accoglienza, ha illustrato il format della manifestazione illustrando come le aree storiche si arricchiscono del nuovo spazio Winescape dedicato all’enoturismo. 500 mq all’interno del padiglione B4 ospiteranno, per questo primo anno, dieci selezionate cantine, rappresentative di tutto il territorio italiano, che uniscono alla produzione vitivinicola una proposta turistica con forme di ospitalità in vigna e la valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico ed economico locale. Secondo l’ultimo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, il numero degli intervistati che scelgono questa forma di esperienza è cresciuto dal 21% del 2016 al 55% del 2021. Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi, ha ricorda infatti come l’enoturista voglia comprendere le caratteristiche del vino degustato e ne studia il territorio di provenienza attraverso sapori e profumi, tradizioni e cultura. Winescape non è solo spazio espositivo ma un laboratorio di idee e strumenti per gli operatori del settore determinati a rendere sempre più attrattiva la propria struttura, sia per coloro che vogliono trasformare ed espandere l’attuale modello di business introducendo nuovi servizi di accoglienza oppure ampliando e diversificando l’offerta. Infine, grazie alla collaborazione con AIS-Associazione Italiana Sommelier, a Winescape sarà presente anche un’enoteca con le proposte delle dieci cantine oltre a masterclass e tasting per scoprire i saperi e i sapori dei territori: martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 marzo sono in calendario le degustazioni “I Colori di Bacco” che coinvolgeranno i wine resort presenti in un’esperienza unica di food pairing tra eccellenze vinicole e finger food monocromatici. Le 10 cantine presenti a Winescape 2022: ➢ AZIENDA AGRICOLA I TAMASOTTI S.S. – Mezzane di Sotto VR (Veneto) ➢ TENUTA DEL BUONAMICO SOC.AGR.S.R.L. – Montecarlo LU (Toscana) ➢ AZIENDA AGRICOLA VALLAROM DI SCIENZA FILIPPO – 38063 Avio TN (Trentino Alto Adige) ➢ TENIMENTI ROSSI CAIRO – Novi Ligure AL (Piemonte) ➢ AZIENDA AGRICOLA COMAI – Riva del Garda TN (Trentino Alto Adige) ➢ PODERI MORETTI | Monteu Roero CN (Piemonte) ➢ PODERI GRECO WINES – Pezzano Albanese CS (Calabria) ➢ AZIENDA AGRICOLA GRADISCIUTTA DI PRINCIC ROBERT – San Floriano del Collio GO (Friuli Venezia Giulia) ➢ DOMAINE DE LA NAVICELLE – (Le Pradet, Provence, France) ➢ LA COLLINA DEI CILIEGI S.R.L.- CA’ DEL MORO WINE RETREAT – Grezzana VR (Veneto) Hospitality è un vero e proprio hub di incontro e confronto: alla proposta espositiva si aggiungono gli appuntamenti con la formazione dell’Academy, in collaborazione con Teamwork, e le numerose iniziative esperienziali, tra educational, masterclass e show-cooking realizzate insieme ad associazioni di settore, bartender, esperti mastri birrai e alcune aziende espositrici. Io ne sono sostenitrice da sempre: il mix di una wine hospitality di successo deve necessariamente prevedere tra i propri elementi la formazione, cardine imprescindibile di successo. Per ulteriori dettagli ed informazioni vi rimando al sito ufficiale di Hospitality. Al prossimo martedì! Cristina Itinerari DiVini è una rubrica a cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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17 Marzo, 2022

Chiuro una storia Nera

Chiuro una storia Nera…ma solo di nome. La comunicazione è espressione e dialogo, oggi più che mai siamo interessati a capire chi ascolta. Voler trasmettere il giusto messaggio, centrato e focalizzato per lasciare un suono e un sapore ridondante alla nostra platea ed essere sempre ricordati. È un po’ la nuova immagine, il nuovo essere social, la nuova vista per una comunicazione migliore. Continuiamo a fare selfie e post su ogni tipo di social perché trovarsi dei like o commenti è comunque un’innovativa comunicazione di cui magari i nostri nonni non saprebbero parlare e spiegare. Ed ecco qui accontentati, siamo a Chiuro nella cantina storica e wine bar di Pietro Nera. La visita inizia con una romantica vista di una grande botte trasformata in un angolo privato per un selfie tutto da ricordare, tra i profumi e sentori di un prodotto che si sta trasformando e sarà pronto a breve o forse tra qualche anno. La famiglia Nera ha iniziato la sua attività vitivinicola nel 1940 con Guido Nera, cui poi è succeduto Pietro negli anni ’50. I figli di Pietro, nel 1982, Stefano e Simone Nera sono i proprietari della cantina CAVEN CAMUNA, il cui nome deriva dai ritrovamenti, tra i vigneti, di alcuni segni rupestri sulle rocce, risalenti alla civiltà Camuna. E’ possibile ammirarli percorrendo il sentiero archeologico di Caven attraverso i terrazzamenti vitati. La Visita Ad accompagnarmi in cantina è stato Francesco Di Bernando, commerciale della cantina, ogni sua parola ed espressione ha dimostrato la reale appartenenza a questa bellissima azienda e famiglia ed una competenza fuori dal comune. I vigneti sono disposti da est a ovest in corrispondenza delle Alpi Retiche con una esposizione al sole di circa 2.000 ore durante tutto l’anno, sembra quasi di essere a Lampedusa che ha stessa esposizione solare. Inoltre, la “breva”, un vento tiepido tipico del lago, proveniente da sud a nord si scontra con i venti freddi della Svizzera, cui si aggiunge la scarsa piovosità. La combinazione delle condizioni climatiche è ideale per la coltivazione del vitigno Chiavennasca, tipico della Valtellina. In Valtellina parliamo di una viticoltura eroica, perché la pendenza dei terrazzamenti è di circa il 65/70%, ma che d’altra parte fa si che i vigneti possano avere un terreno molto sabbioso e non trattengono acqua con il buon risultato di un minor utilizzo di trattamenti. Particolare attenzione è data alla fermentazione, con l’utilizzo di lieviti autoctoni, ben selezionati.  Avviene nelle vasche d’acciaio mentre il passaggio successivo della fermentazione manolattica è lasciato alle vasche di cemento che sono da sempre il miglior materiale per traspirazione e temperatura. La zonazione Maroggia, Sassella, Inferno, Grumello, Valgella, sembra quasi uno sciogli lingua, invece, sono le cinque sottozone della Valtellina Superiore, in provincia di Sondrio, in Lombardia, dove si ha la produzione di una delle D.O.C.G italiane più importanti. La cantina Pietro Nera produce circa cinquecentomila bottiglie all’anno distinguendone una parte per la vendita in GDO. L’azienda CAVEN coltiva 30 ettari di vigna di cui 13 nella sottozona dell’Inferno ed il vitigno principale è il Nebbiolo, Stefano Nera, enologo della cantina, ha contribuito alla selezione di tre dei cloni più resistenti in base alle condizioni della valle. Il giro della cantina finisce con la degustazione, la scelta dello shop e Wine Bar dove è possibile degustare i vini accompagnandoli con taglieri di salumi, formaggi e marmellate tipiche della zona rimarca nuovamente la territorialità. La scelta di ampliare la sala di degustazione creando un Dehor invernale lascia che la vista possa continuare a godere delle emozioni sprigionate dal vino e non solo. Il Vino Di tutti i prodotti che abbiamo degustato vogliamo raccontarvi l’esperienza che abbiamo vissuto con l’Inferno Riserva 2015 “Al Carmine” prodotto con l’etichetta Caven Camuna.   Un vino intenso, ricco e complesso, nato sui vigneti terrazzati del piccolo appezzamento di Caven, affinato per oltre 18 mesi tra barrique e botti grandi di rovere. Al naso si percepiscono eleganti sfumature di spezie selvatiche, violette, pepe nero ed erbe balsamiche. Al palato è morbido, strutturato, fresco, sapido e persistente. Non a caso abbiamo utilizzato questo prodotto come copertina di questo articolo, perché il più coinvolgente che abbiamo degustato di questa cantina…fin ora! Chiuro una storia Nera è solo per il nome della cantina, in realtà è una storia di: colore, qualità ed innovazione. A cura di Elisa Pesco 
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Progetto Hackathon - Master Wine Hospitality Manager 4-5-6 Aprile 2022 Arrow Right Top Bg

15 Marzo, 2022

Masterclass per i wine hospitality manager: Hackathon

Hackathon – una Masterclass esclusiva per i wine hospitality manager di domani Progetto Ospitalità di domani, prospettiva giovanile per un futuro di alto livello Carissimi, questa settimana desidero parlarvi di un progetto che arriva ad inizio aprile al suo compimento: Hackathon – una Masterclass esclusiva per i wine hospitality manager di domani, che si terrà il 4-5-6 aprile in Veneto. Ciascuno di noi ama non solo trovare una cantina con grandi vini, in un paesaggio unico come solo l’Italia può riservare, ma anche essere accolto con la professionalità e la conoscenza del prodotto e del territorio che possono fare la differenza. Ora faremo un passo in più! Il progetto nasce da un’idea di WineHo Wine Hospitality con Teging Italia sotto il “cappello” di ETI Enoturismo Italiano, sulla base dell’esigenza di creare dei wine hospitality manager con profonde competenze. Da sempre cerco di essere fonte di ispirazione trasferendo ai miei studenti la “Visione” di un mondo ormai nuovo, con esigenze diverse, stimoli innovativi e cantine sempre più alla ricerca di nuove leve con idee stimolanti e vincenti. I 7 studenti selezionati diventano dunque stake holder per dare una risposta concreta da una prospettive giovanile a progetti che sono già in atto nelle cantine prescelte: Monte Zovo, F.lli Zeni, Santa Maria Valverde. Da ormai circa 5 anni insegno al CUOA business school, oltre che in diverse istituzioni superiori per il Turismo (ITS) di diverse regioni italiane: Veneto, Lombardia, Puglia, Umbria, Toscana; molti sono gli studenti che ho avuto il piacere di formare e dopo anni di studio e messa in pratica è giunto il momento per alcuni di loro di diventare protagonisti, stake holders, decision makers. Tutto questo avverrà nel primissimo Hackaton che si svolgerà tra Lago di Garda e Valpolicella in cui gli studenti che ho avuto il piacere di formare in Veneto, Lombardia e Puglia incontreranno 3 cantine differenti per progettualità, ma accomunate dall’eccellenza: F.lli Zeni di Bardolino, Monte Zovo di Caprino Veronese e Santa Maria Valverde nel cuore della Valpolicella. Il nostro obiettivo non è solo portare conoscenze teoriche, ma competenze concrete e dare la possibilità alle cantine di disporre della prospettiva giovane a progetti e tematiche concrete. Quindi, non solo operatori, ma nuove fucine di idee per un target che le nostre cantine hanno ancora difficoltà a raggiungere: i giovani. Alla fine dell’Hackhaton di 3 giorni le cantine avranno un progetto concreto a loro mani e per coloro che dopo verranno come ospiti ci sarà la possibilità di vivere un’esperienza targetizzata sulle loro esigenze e desideri. In futuro il progetto si estenderà dalle 3 regioni iniziali e potrà coinvolgere tutti gli studenti formati sulla Wine&Food Hospitality in tutta Italia e dare risposte concrete da una prospettiva giovanile competente alle cantine e/o produttori Food. Vi lascio con il nostro motto di sempre: “Be a Wine HOSPItalian”! A presto per nuove avventure nel mondo del vino e del turismo! Cristina A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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8 Marzo, 2022

La Sardegna e le chicche nascoste della Marmilla

Chiudete gli occhi e andiamo a Su’Entu per raccontarvi le chicche nascoste della Marmilla, vi porto in Sardegna più precisamente a Sanluri sulla direttrice che congiunge Cagliari ad Oristano. Poche regioni d’Italia e del Mondo possono regalare al tempo stesso una unità profonda di visione delle cose ed al contempo sfaccettature tanto differenti come la Sardegna. Ci troviamo in una terra forte, vigorosa, come le sue persone e le famiglie che da sempre la vivono traendo il meglio di cosa può offrire. Su’Entu, che signfica “il vento” in Sardo, è una realtà relativamente nuova se si guarda al fatto che i primi vitigni sono stati impiantati nel 2009, la prima vendemmia è del 2012 e i due vini iconici della cantina Su’aro e Su’diterra hanno visto la luce nel 2013. Tuttavia, la famiglia Pilloni che ha reso possibile tutto ciò ha profonde radici sarde e da generazioni il collegamento con la terra non si è mai perso. Oggi la cantina è guidata da Valeria, Roberta e Nicola Pilloni e grazie all’amore e alla professionalità dei proprietari e del team, oggi Su’entu produce ed esporta in tutto il mondo. I terreni calcareo argillosi della Marmilla su cui sorgono le vigne hanno richiesto un decennio di grande lavoro, ma la bellezza dei luoghi e il caratteristico vento che li accarezza sono stati un incentivo e una grande fonte di ispirazione. La cantina dispone di 80 ettari di superficie di cui attualmente 32 coltivati a vite, secondo un’agricoltura sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. Le viti sono sia bianche sia rosse con, tra gli altri uvaggi, il Vermentino, il Nasco, il Bovale ed il Cannonau. Oggi la cantina relizza bianchi, rosati, rossi e bollicine, personalmente suggerisco di non andare via da Su’Entu senza prima aver degustato il Su’diterra. A proposito di visite e degustazioni, ritengo che Su’Entu sia una meta che ben rispecchia lo spirito di Itinerari DiVini in quanto  la cantina stessa è stata progettata per accogliere i visitatori e guidarli in un viaggio attraverso la genesi dei vini, i sapori e le tradizioni della terra di Marmilla. In particolare 4 percorsi di degustazione sono offerti al cliente così che possa valutare quanto tempo può dedicare a questo piacere e cosa desidera approfondire. Infine, la cantina è anche strutturata per ospitare eventi e cene. Credo davvero che con l’avvicinarsi della S. Pasqua una tappa in Sardegna possa essere un qualcosa di unico e quindi, Vi Aspetto! Cristina   A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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Un Feudo ricco di storia Arrow Right Top Bg

2 Marzo, 2022

Un Feudo ricco di storia e magia

Carissimi lettori di itinerari divini oggi desidero portarvi in Sicilia in un Feudo ricco di storia ed in particolare in Val di Noto nei Feudi del Pisciotto. La primavera è alle porte e con essa è giusto cominciare a pensare alle prossime vacanze, siano esse lunghe oppure fatte di una “scappata” di qualche giorno da trascorrere in concomitanza delle festività Pasquali o di Aprile/Maggio. Al proposito oggi desidero portarvi in Sicilia ed in particolare in Val di Noto nei Feudi del Pisciotto. I Feudi del Pisciotto sono una fantastica congiunzione di passato e modernità, ricca di coccole che rappresentano il vero lusso. Questo wine relais sorge nel Val di Noto, una posizione unica per scoprire e godere delle bellezze della Sicilia sud-orientale. Mare, città d’arte, siti archeologici, tutto raggiungibile in macchina attraverso un paesaggio che racconta lo spirito più autentico della Sicilia. Ricavato dal restauro di un antico baglio del 1700, Feudi del Pisciotto si sviluppa all’interno di una tenuta di circa 150 ettari complessivi, dove il passato e le tradizioni sposano il presente e il comfort, in un’armoniosa convivenza che rende speciale ogni spazio del wine resort in un Feudo ricco di storia. La struttura dispone di camere e suite ricavate nella parte abitabile dell’antico palmento, al quale oggi è stata collegata anche una moderna cantina capace di produrre vini che esaltano il terroir, perseguendo gli insegnamenti di Giacomo Tachis, enologo italiano di chiara fama. La struttura dispone anche di piscina con pool bar, ristorante, area benessere e una terrazza panoramica sul grande vigneto di oltre 44 ettari. Siamo nel cuore della DOCG Cerasuolo di Vittoria, dove si realizzano vini pluripremiati in tutto il mondo, come il Nero d’Avola Versace indicato da Wine Spectator fra i migliori 100 vini al mondo. Tra i vini dei Feudi, desidero in particolare portare la vostra attenzione sull’Eterno, pinot nero in purezza e Grand Vin della cantina, il simbolo della qualità dei progetti enologici di Feudi del Pisciotto e del suo impegno per il sociale. La cantina di Feudi del Pisciotto, infatti, coniuga il rispetto per la tradizione e la natura con le più moderne tecnologie producendo circa 400.000 bottiglie suddivise in 16 etichette. A Feudi del Pisciotto il matrimonio tra antico e moderno si celebra anche riprendendo l’antico processo di vinificazione che prevedeva la sola forza di gravità come strumento per la movimentazione del mosto. Infatti, le uve raccolte a mano in vigna, dopo ulteriore cernita e diraspatura, vengono fatte scivolare per forza di gravità nei tini in Cantina, risparmiando energia e limitando le emissioni di anidride carbonica ma soprattutto evitando il deterioramento della qualità della materia prima che invece si verificherebbe utilizzando le pompe enologiche per il movimento dell’uva. Le esperienze realizzabili ai Feudi del Pisciotto sono dunque molteplici e mi permetto di suggerirvi di andare sul sito di Feudi del Pisciotto e scegliere cosa più si addice al vostro desiderio. Vi aspetto in Val di Noto! A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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21 Febbraio, 2022

Una "Wine Destination" unica

Carissimi lettori di itinerari divini oggi vi portiamo in una wine destination unica in Toscana, quella zona che è Italia un po’ più del resto, non foss’altro che il Manzoni soleva lavarci i panni prima di pubblicare una delle sue opere più note. In questa storia ed in questo territorio, che in realtà è un insieme di territori, troviamo una realtà storica e moderna al punto tale da essere molteplice proprio così come lo è la Toscana. Desidero oggi infatti suggerirvi di conoscere Cinelli Colombini, una realtà che definire cantina è diminutivo, stante che riesce a coniugare i vini tra i più apprezzati del panorama non solo italiano, ma internazionale (Il Brunello di Montalcino), insieme ad un’offerta di ospitalità avanzata, dettagliata e ricca da far invidia a molteplici relais internazionali. Riassumere in poche righe cosa sia quindi l’universo Cinelli Colombini, spinto e creato da Donatella Cinelli Colombini è complesso, così come raccontarne brevemente la storia cominciata nel medioevo e ricca di avvenimenti e personaggi, da Papi a Nobiluomini e Nobildonne. Lascio quindi a voi visitare e scoprire i dettagli di ciò che maggiormente vi può affascinare ed io mi limito a dire alle nostre care lettrici il perché ho trovato davvero d’eccezione quanto offerto. Siamo nel 1998, è circa 25 anni fa che Donatella Cinelli Colombini lasciò la fattoria della sua famiglia per fondare la propria azienda composta dal Casato a Montalcino e dalla Fattoria del Colle a Trequanda. Insieme alle vigne e alle case da ristrutturare, Donatella, come riporta il suo sito web, aveva ricevuto una quantità di Brunello di Montalcino ancora in botte. Un vino che richiedeva cure quotidiane e quindi le serviva un cantiniere. Donatella telefonò alla scuola di enologia di Siena chiedendo di assumere un bravo studente ma le risposero di no perché bisognava prenotarlo con anni di anticipo; c’erano però molte “enotecnico donna” perché nessuna buona cantina le assumeva. La costatazione di un grande divario fra le opportunità destinate a donne e uomini con la stessa qualifica professionale spinse Donatella Cinelli Colombini a creare un progetto finalizzato a ridurre questa discriminazione e dimostrare che la produzione di grandi vini non dipende dai muscoli ma dalla passione e dal talento che entrambi i sessi possiedono in egual misura. Nasce da questo episodio il Progetto Prime Donne che si compone di 4 parti: Cantina Casato Prime Donne, Brunello di Montalcino Prime Donne, Premio Casato Prime Donne e Percorso delle Prime Donne – Sala Ilda Bartoloni. Questa storia così ricca di passione credo che possa perfettamente rappresentare lo spirito che si ritrova anche in tutti gli altri prodotti e realtà Cinelli Colombini. Come anticipavo sono molteplici le opportunità non solo di visita, ma anche di vero e proprio soggiorno o celebrazione di eventi che si possono svolgere presso le Fattorie e le Cantine Cinelli Colombini. Suggerisco a chiunque si sia appassionato di visitare il sito in particolare nella sezione hospitality e prenotare cosa maggiormente lo possa attrarre, in una wine destination unica ricca di 34 ettari in cui quotidianamente si svolgono eventi ed animazioni. E’ davvero un’unicità creata da molteplici fattori che non possono che lasciare l’ospite felice sotto tutte le prospettive sensoriali. Vi aspetto! A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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Una bolla senza fine Arrow Right Top Bg

15 Febbraio, 2022

Bersi Serlini dal 1100 una bolla senza fine

Una bolla senza fine, dicevamo…siamo alle Torbiere del Sebino, accanto al lago di Iseo in Franciacorta, qui da circa 900 anni il Domaine Bersi Serlini produce vini che oggi sono raffinate bollicine. Ovunque si respira la storia, quella dei monaci di Cluny, della vicina Abbazia di San Pietro in Lamosa in Provaglio d’Iseo, che costruirono il fabbricato storico delle cantine, una dipendenza agricola e vinicola: grandi muri, costruiti con sassi di campo, con splendide volte a botte, a vela, a crociera. La dipendenza dai monaci di Cluny durò circa 700 anni per passare nel 1886 alla famiglia Bersi Serlini. Bersi Serlini, possiamo dire che Arturo Bersi Serlini sia il precursore del Brut in Franciacorta ed ancor oggi la cantina Bersi Serlini è un’azienda di proprietà famigliare, condotta da Agostino Migliorati, Amministratore Unico, insieme a Chiara e Maddalena Bersi Serlini. Le opportunità che offre Bersi Serlini al cliente sono molteplici  per garantire davvero “una bolla senza fine”. Anzitutto il vino, in particolare non posso non citare il Brut Anteprima, ovvero l’espressione principale del gusto Bersi Serlini, nato da un blend di uve Chardonnay e Pinot Bianco, raccolte a mano rappresentanti armonia e spontaneità nel bicchiere. Per coloro che, invece, seguendo i nostri itinerari, desiderano recarsi in visita le opzioni sono davvero tante. Anzitutto la location. Partendo dalla reception ,Bersi Serlini, coniuga l’unicità dell’architettura paesaggistica dei filari con architetture storiche e d’avanguardia, unendo con sapienza antico e moderno in modo assolutamente riuscito.All’interno l’arredo delle sale riflette la scelta di famiglia di rendere omaggio alla storia del Design Italiano ed Internazionale, mettendo insieme pezzi da museo ed offrendo diverse sale uniche, dagli Specchi alla sala del 1100. Le visite si possono effettuare su prenotazione, scrivendo a bersiserlini.it e si possono visitare entrambe le cantine, i vigneti, e procedere a degustare diversi vini sempre accompagnati da ottimi taglieri con prezzi da 18€ a 50€ a persona. Per gli appassionati, Bersi Serilini offre anche degustazioni bendate e sensorali, oltre che esperienze notturne e picnic personalizzati, una degustazione unica ed esclusiva di gustose prelibatezze in abbinamento ad un Franciacorta. Infine, la chicca: il ristorante più piccolo della Franciacorta, una casetta immersa fra i vigneti dove i vini ispirano l’estro e l’arte degli Chef, che realizzano un progetto unico nel suo genere, per un’esperienza culinaria indimenticabile, immersi nella Riserva Naturale delle Torbiere. Date queste opportunità, non resta quindi che aspettarvi! A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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8 Febbraio, 2022

San Leonardo, storia secolare distillata in rossi unici

Lo scorso novembre vi abbiamo parlato con Giuseppe Petronio della sostenibilità di questa cantina oggi nella mia rubrica vi parleremo dell’ospitalità di San Leonardo, storia secolare distillata in rossi unici. In Italia sono tanti i posti ricchi di storia, ma a cent’anni dalla Grande Guerra è davvero un piacere vedere come dal rosso del sangue oggi quella stessa terra possa offrire uno dei migliori vini rossi. Siamo a San Leonardo, una piccola frazione in Val d’Adige, dove si trova l’omonima tenuta che dal XVII secolo produce il vino che prende il nome dalla località. L’anima di San Leonardo è legata a doppio filo alla famiglia Guerrieri Gonzaga, viticoltori per 300 anni fino ad arrivare al primo enologo il Marchese Carlo, appassionato di grandi vini che da cinquant’anni dedica a San Leonardo la quasi totalità delle sue attenzioni e del suo tempo. Ha trasmesso passione e amore per la vite e il vino anche al figlio Anselmo che oggi amministra l’azienda ascoltando in ogni scelta sempre il cuore che batte per questa tenuta amata da tutta la famiglia. La superficie della tenuta ricopre in tutto 300 ettari. A partire da un’altitudine attorno ai 150 metri s.l.m. si trovano i 30 ettari di vigneto a bacca rossa. Su terreni ricchi di ciottoli, che furono il letto di una diramazione dell’Adige, sono state piantate le vigne del Merlot mentre è prevalentemente un suolo sabbioso quello che accoglie il Cabernet Sauvignon e le antiche vigne di Carmenère. Tutti terreni a bassa fertilità e ben drenati da cui nascono uve che una volta divenute vino garantiscono una quantità di antociani davvero inusuale, non solo per il Trentino. Nel 2015 San Leonardo ha iniziato il percorso di conversione all’agricoltura biologica che si è concluso con successo alla fine del 2018 ottenendo la certificazione. La forte escursione termica tra giorno e notte, molto sensibile anche nei mesi estivi, non solo dà spessore agli aromi delle uve ma ne dilata i tempi di maturazione. Durante l’intero arco dell’anno, in particolar modo nei mesi più caldi, l’Ora del Garda soffia impetuosa scaldando ed asciugando le foglie delle viti e preservandole dalle malattie, è un vero dono della natura. All’interno della tenuta si coltivano vitigni internazionali; il Carmenère, messo a dimora a metà del 1800, è la vera essenza dei vini di San Leonardo, allevato sia a pergola che a Guyot dona il carattere e l’identità al San Leonardo. Il Merlot piantato nei primi del 1900 e coltivato sia a cordone speronato che a pergola, regala invece rotondità e morbidezza. Al contempo il Cabernet Sauvignon, piantato dal Marchese Carlo nel 1978 e coltivato esclusivamente a cordone speronato, dona struttura ed eleganza. Nell’antica cantina di fermentazione si trovano le vasche costruite esclusivamente in cemento. Qui i nostri vini rossi fermentano spontaneamente, senza l’ausilio di alcuna tecnologia o di lieviti selezionati. Le fermentazioni durano in media non più di 15/18 giorni durante i quali vengono eseguiti molteplici rimontaggi e délestage. A fermentazione conclusa le vasche vengono svinate e le vinacce dolcemente pressate sotto l’attento sguardo dei nostri cantinieri, che si tramandano il mestiere da generazioni. Se avete pensato ora di andare a San Leonardo per assaggiare questi vini unici, dove il San Leonardo ve lo consiglio davvero, sappiate che potrete anche trovare Villa Gresti, luogo dove gli austriaci si arresero nel 1918 e firmarono l’armistizio per concludere un periodo davvero sanguinoso e così assaporare anche la Storia e non solo i sapori del territorio. Le visite sono fattibili da febbraio a novembre al mattino, durano circa 2 ore e prevedono una passeggiata che Partendo dalla corte nel borgo di San Leonardo, porterà l’ospite alla scoperta dei vigneti immersi tra i boschi e i giardini che circondano Villa Gresti. Seguirà la cantina di vinificazione la grande barricaia sotterranea dove nel silenzio affinano i vini, l’antico orto monastico con la collezione di rose ed erbe officinali, proseguendo con la visita al museo e alla collezione di trattori storici e terminando con l’antica chiesetta dedicata al culto di San Leonardo. Alla fine sarà proposta una ricca degustazione che comprende: Vette di San Leonardo, Terre di San Leonardo, Villa Gresti, San Leonardo e Trento Doc Marchesi Guerrieri Gonzaga nelle annate correnti. A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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