Itinerari diVini

A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser

Formata alla Cornell University in Marketing, da sempre opera nel mondo dell’ospitalità. Figlia di albergatori del Lago di Garda, ha lavorato presso il Bayerischer Hof di Monaco di Baviera, il Grand Hotel di Rimini e numerosi altri hotel di lusso europei. 5 anni fa crea Club Appeal, società di consulenza specializzata nell’ospitalità di lusso con focus sul mondo del vino, che promuove con il proprio brand esclusivo WineHO®. Certificata WSET ed ONAV, è docente alla IATH (International Academy in Tourism and Hospitality) di Cernobbio oltre che docente in diversi ITS in tutta Italia (Veneto, Umbria, Toscana, Puglia, etc…) ed è relatrice in numerose conferenze internazionali (e.g. Atlas – di cui è membro del comitato scientifico, TEBEC, IWINETC) legate al mondo del turismo del vino. Nel 2022 è stata nominata tra le 50 donne al mondo più influenti nel mondo del vino e nel 2024 ha pubblicato il libro “Wine Hospitality: Quando il fattore umano e la genialità italiana cambiano il marketing”.

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6 Settembre, 2021

D’amore, di nonne e di cosa c’è dietro una storia di vino

Come è semplice immaginarsi intorno a un tavolo. Sono immagini che sembrano essere stampate nel nostro Dna. Per le feste. Per un primo appuntamento. Per un incontro di affari. Andiamo a farci un caffè. Beviamoci una birra. Mangiamo una cosa veloce, così ci raccontiamo un po’. Così semplice, da immaginarsi, da non riuscire invece a pensare a cos’altro si potrebbe fare se non sedersi a un tavolo, o a un tavolino, o su un prato per un picnic quando dobbiamo festeggiare qualcosa, quando vogliamo passare del tempo di qualità con una persona. Qualità. Probabilmente è questa la parola che ci diversifica dal resto dei Paesi del mondo, dove la convivialità forse è un contorno della vita e non la portata principale. Mia nonna era abituata a prepararsi molto presto il caffè, all’alba, perché doveva poi mettersi ai fornelli per preparare da mangiare per la famiglia. E già verso la tarda mattinata era possibile sentire il profumo del ragù o quello del pesce nel forno. In Italia la qualità della tavola non è una questione di gourmet, ma di cuore, di amore. Preparare qualcosa garantendo la sua qualità significa metterci il bene, l’anima; significa mettersi all’opera per la sola soddisfazione dell’altro. Ed è per questo che l’Italia è il paese del vino (siamo il maggior esportatore mondiale oltre che quello più competitivo del mondo): perché un calice di vino non è mai scelto a caso, perché arriva dalla produzione di qualcuno che con tutta probabilità ha fatto sacrifici enormi per le sue vigne, spesso facendo scelte azzardate e tutto per cosa?, per questo, per quella qualità che in Italia, lo ripetiamo, significa amore. Ed è per questo che definire WineTales un Magazine sul vino lo ritengo sbagliato o comunque riduttivo: perché qui si parla di amore, di cura, di scelte. Come quella della nonna che sceglieva di alzarsi presto per preparare il pranzo. Come quella di un vecchio zio che, sulla tavola, appoggia una bottiglia di vino fatta in casa che, ammettiamolo, non è poi così buona, eppure ha quel gusto di affetto che lo fa apparire di livello superiore. L’amore per l’amore: forse è questo che c’è dietro a una storia di vino. Ed è questo che vogliamo, ogni giorno, raccontarvi. Il Direttore Editoriale  Sabrina Falanga 
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31 Agosto, 2021

Château Sainte-Roseline, il vino e le rose

Situato in una posizione ideale a Les Arcs-Sur-Argens (30 minuti da Saint-Tropez, Cannes e dalle Gorges du Verdon), Château Sainte-Roseline è un sito storico e un Cru Classé della Provenza. Il sito si compone dei vitigni, della Abbazia col Chiostro e la Cappella di Santa Rosline. La Cappella, edificata nell’XI secolo, e il Chiostro, edificato proprio accanto ad essa nel XII secolo, sono stati entrambi classificati monumenti storici nel 1980. La cappella custodisce il corpo e le reliquie di Santa Rosalina, Madre Priora dell’Abbazia di La Celle-Roubaud tra il 1300 e il 1329. Numerosi miracoli la portarono a essere canonizzata nel XIX secolo. Fu allora che la Cappella prese il nome di Santa Roseline. Il Chiostro, con le sue belle volte a vela metà romaniche metà gotiche, è delimitato da alberi bicentenari “Allée de platanes” (vicolo dei platani) che conduce al parco privato del castello. Nel 1955 Château Sainte Roseline diventa uno dei primi Crus Classés de Provence, ma è nel 1994 che si assiste alla trasformazione con l’acquisto del sito da parte di Bernard Teillaud. Dal 2011 Aurélie Bertin e Delphine Meunier, figlie di Bernard Teillaud, acquistano Château Sainte Roseline dal padre e da allora lo possiedono e gestiscono la tenuta. Visitare Château Sainte-Roseline è una esperienza immersiva per il corpo, la mente e l’anima. Per i credenti la vicinanza alla Fede che porta la piccola cappella è qualcosa di unico, ma anche per i non credenti Château Sainte-Roseline offre pane per lo spirito con opere d’arte che sono disseminate nella tenuta e vedono da artisti moderni a opere di Marc Chagall, Diego Giacometti, Jean Bazaine. Passando ai vini troviamo che il vigneto di Château Sainte-Roseline offre un terroir eccezionale per la Provenza: i terreni argillosi-calcarei e la sorgente sotterranea consentono l’alimentazione controllata della vite necessaria per produrre grandi vini. Nel 1955 ricevette la designazione “Cru Classé”. Oggi, il vigneto “AOP Cru Classé Côtes-de-Provence” si estende su 110 ettari e coltiva 11 vitigni, consentendo così la produzione di vini rosati, bianchi e rossi Sainte-Roseline. Il team assicura il corretto sviluppo della vite tutto l’anno grazie a sofisticate pratiche colturali volte ad aumentare la concentrazione dell’uva., realizzando i vini rossi: Syrah, Mourvèdre e Cabernet Sauvignon, i rosati: Grenache, Syrah, Mourvèdre, Cinsault e Tibouren e i  bianchi: Rolle e Sémillon. In particolare da menzionare le collezioni Chapelle de Sainte Roseline e la Lampe de Meduse la cui bottiglia è una vera e propria opera d’arte. Château Sainte-Roseline dà il benvenuto ai turisti tutti i giorni dell’anno (escluso Natale e il 1 Gennaio) nella sua magnifica tenuta ed offre diverse tipologie di visita e degustazione a seconda del tempo a disposizione (da 1 a 3 ore con diversi tipi di degustazioni abbinate a scelta). Le visite sono tutte su prenotazione, mentre le degustazioni sono sempre fattibili negli orari di apertura del sito. Per qualunque informazione e prenotazione consiglio di contattare direttamente Château Sainte-Roseline A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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27 Agosto, 2021

Domaine du Bourrian – Renewed history besides Saint Tropez

Domaine du Bourrian is the oldest of the nine wineries in the commune of Gassin, on the Saint-Tropez peninsula. Sunlight fills this region and the sea breeze cools this beautiful winemaking spot. The first references to Bourrian can be found in the Abbey of Saint-Victor de Marseille, dating back to 1055. The Bourrian lands belonged for centuries to a family of French aristocrats. 1871 is considered the year of the Domaine du Bourrian, in which the mighty stone walls of the winery were erected, which has since successfully produced traditional Provençal wines. Domaine du Bourrian was acquired by the new owners in March 2014, Russian, given the special bond that has always united the Domaine with Russia, given that the previous owner was French consul in Russia and still today in the cellar there are huge barrels of Caucasian oak. The new owners undertook a 3-year reconstruction of the buildings and production equipment so that the winery could revive its ancient traditions. Each year the winery produces up to 250 thousand bottles of wine. They are stored in optimal conditions in metal tanks, wooden barrels and bottles. As part of the renovation, the interior spaces that once housed old wooden barrels and concrete tubs have been transformed into rooms for events and tastings. The wines can also be tasted outdoors, on the welcoming terraces under the centuries-old sycamores. The property has 24 hectares of vineyards are divided into Côtes-de-Provence and IGP. All plots comply with the BIO certification, and are grown without the use of pesticides and herbicides. For Côtes-de-Provence, the following varieties are grown: Vermentino, (also called Rolle) for the whites, Grenache Noir, Cinsault, Syrah for the reds and Tibouren in particular for the rosés. Innovation means that today Domaine du Bourrian is at the same time a perfect place to host private events, which can be held at the guest’s choice in the modern restaurant, rather than directly in the cellar, as well as a place for tastings. In this regard, three different types of tasting are offered to the customer, from a quick one of about 20 minutes to a professional tour that tells the whole story of the winery together with that of a territory, the hinterland of Saint Tropez, truly unique in the world. To book I recommend doing it here Now all that remains is to leave, perhaps on one of the WWI planes that describe the Domaine with their history. A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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24 Agosto, 2021

Masseria Cuturi – Dove il Primitivo è nato e ritrovare sé stessi

Nel 1881 Tommaso Schiavoni Tafuri, un ricco possidente di Manduria, prosperosa cittadina della Puglia salentina, sposò la contessa Sabini, di Altamura. La nobildonna portò in dote le “barbatelle” di Primitivo (la “barbatella” è una talea di vite innestata), che furono piantate a “Cuturi” nella fertile Conca D’Oro. Ed è qui che nacquero i primi alberelli di Primitivo, il cui vino risultò più alcolico e corposo di altri vini pugliesi, un vero nettare degli Dei. Il nome Primitivo gli venne riconosciuto dalla precocità di maturazione di questa varietà rispetto alle altre. L’estensione viticola nel tardo ottocento era di circa 100 ettari di vigna ad alberello che la Comunità coltivava con grande rispetto e dedizione. Masseria Cuturi ha sempre cercato l’eccellenza anche nell’applicazione di nuove tecnologie, ottenendo numerosi riconoscimenti anche nel primo novecento, entrando nella storia vitivinicola di Manduria. Nel 2007 la Masseria non aveva più alcuna vigna e fu allora che la nuova proprietà decise di restituirle il prestigio e la gloria del passato, con un tenace percorso di crescita. Ad oggi i terreni vitati sono 40 ettari rispetto ai 100 originari e la produzione vede Primitivo, ma anche Negramaro e Fiano. Inoltre la Masseria realizza un pregiatissimo olio pugliese BIO, da degustare nei soggiorni pugliesi e non solo. L’ospitalità alla Masseria Cuturi è unica, un luogo in cui il vero lusso è la semplicità e dove si può dimorare scegliendo tra piccole e grandi Suites dislocate nel corpo centrale della Masseria del 600 e da dove tra i trulli della Masseria vi proietterà verso la natura più vera, con un panorama mozzafiato sulle distese di olivi e l’affaccio sul mare Ionio. L’anima di questo luogo è il silenzio, un’energia primitiva ancestrale che commuove. Un grande protagonista del luogo è il bosco, dove potrai perdersi tra i lecci secolari, i profumi del mirto, in un percorso naturalistico-sportivo, unico per l’esplosione di una natura incontaminata, ultimo bosco rimasto dell’antica foresta Oritana, luogo di caccia di Federico II. Questo è il luogo ideale per dedicare del tempo a sé stessi, dove l’unico suono è quello del vento di tramontana: il lusso del silenzio, della pace e del bello. La prima colazione viene servita nella terrazza del ristorante, con prodotti locali ed una particolare attenzione ai dettagli e alle esigenze dell’ospite. Il ristorante si trova all’interno della Masseria del 600 e si affaccia sulla Conca d’oro, tra vigneti ed oliveti secolari. Il pesce, sarà quello pescato nella notte, dai pescatori, di Torre Colimena, coi quali volendo si potrà uscire una sera per una notte di pesca esperienziale. Selezionata anche per eventi e matrimoni, la Masseria Cuturi offre diverse esperienze che vanno oltre la degustazione anche per coloro che non desiderano pernottare o fermarsi al ristorante, ma che desiderano godere appieno della natura e dei suoi prodotti. Per maggiori dettagli qui A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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17 Agosto, 2021

Capichera – Alle foci… del Vermentino

Capichera è una realtà vitivinicola italiana che sorge nell’angolo nord est della Sardegna vicino a Porto Cervo, Porto Rotondo, Golfo Aranci e la Maddalena, ma al contempo incastonata fra le rocce granitiche della Gallura, e precisamente ad Arzachena, in uno scenario naturale unico e di grande fascino che gronda di importanti e antiche tradizioni. Capichera è una azienda a conduzione familiare che alla fine degli anni ’70, a seguito di una grande intuizione, ha determinato un importante passaggio enologico non solo in Sardegna: fu la prima cantina a valorizzare l’affinamento in barrique del Vermentino in purezza, proponendo un modello fondato su una produzione di altissima qualità e di ricerca continua attraverso una viticoltura rispettosa e rigorosa dell’identità del territorio, consentendo a questo vitigno di rivelare le sue grandi peculiarità e caratteristiche. Ancora oggi molti affermano che la storia di Capichera è la storia del Vermentino di qualità. La passione, l’investimento di grandi risorse e il miglioramento del modello produttivo negli anni hanno definito nuovi ed elevati standard qualitativi, con un’attenzione prioritaria per ogni vigneto e singolo appezzamento, esaltandone le caratteristiche. Stabiliti nuovi modelli qualitativi, sia nella cura dei vigneti che della cantina, la famiglia Ragnedda ha dedicato risorse ed energie ottenendo così dei vini che ancora oggi si distinguono per identità e unicità, in grado di confrontarsi con i grandi bianchi internazionali. Capichera ha avuto il merito della rinascita e della rivalutazione enologica del Vermentino da prima in Sardegna e poi a livello internazionale. Questo processo di sviluppo ha portato nel tempo ad ottenere risultati innovativi ed esclusivi non solo sul Vermentino ma anche sul Carignano e sul Syrah, dando vita a rossi di altissimo profilo, fortemente identitari del territorio gallurese e uniti dalla medesima filosofia produttiva. Anche la degustazione a Capichera è qualità ed eleganza, ma con un tocco di personalizzazione in più in quanto sarà l’ospite a Capichera a scegliere quali vini degustare in totale libertà. Circondato dalla macchia mediterranea che abbraccia le vigne, oppure scegliendo i percorsi pensati per meglio raccontare un territorio che è parte integrante della degustazione e per questo è sempre prevista con la degustazione una passeggiata nelle vigne in in Golfcart di circa 20 minuti e una selezione di prodotti tipici d’eccellenza pensati in abbinamento ad ogni vino. Per prenotazioni potete procedere direttamente qui. A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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10 Agosto, 2021

Château Sainte-Roseline – The wine and the roses

Ideally located in Les Arcs-Sur-Argens (30 minutes from Saint-Tropez, Cannes and the Gorges du Verdon), Château Sainte-Roseline is a historic site and a Cru Classé of Provence. The site consists of the vines, the Abbey with the Cloister and the Chapel of Santa Rosline. The Chapel, built in the 11th century, and the Cloister, built right next to it in the 12th century, were both classified as historical monuments in 1980. The chapel houses the body and relics of Saint Rosalina, Mother Prioress of the Abbey of La Celle-Roubaud between 1300 and 1329. Numerous miracles led to her being canonized in the 19th century. It was then that the chapel took the name of Santa Roseline. The Cloister, with its beautiful half-Romanesque, half-Gothic vaults, is bordered by bicentennial trees “Allée de platanes” (alley of plane trees) which leads to the private park of the castle. In 1955 Château Sainte Roseline became one of the first Crus Classés de Provence, but it was in 1994 that the transformation took place with the purchase of the site by Bernard Teillaud. Since 2011 Aurélie Bertin and Delphine Meunier, daughters of Bernard Teillaud, have bought Château Sainte Roseline from their father and have owned and managed the estate ever since. Visiting Château Sainte-Roseline is an immersive experience for the body, mind and soul. For believers the proximity to the Faith that the small chapel brings is something unique, but also for non-believers Château Sainte-Roseline offers bread for the spirit with works of art that are scattered throughout the estate and see from modern artists to works of Marc Chagall, Diego Giacometti, Jean Bazaine. Moving on to the wines we find that the Château Sainte-Roseline vineyard offers an exceptional terroir for Provence: the clayey-limestone soils and the underground spring allow the controlled feeding of the vine necessary to produce great wines. In 1955 it received the designation “Cru Classé”. Today, the “AOP Cru Classé Côtes-de-Provence” vineyard extends over 110 hectares and cultivates 11 vines, thus allowing the production of rosé, white and red Sainte-Roseline wines. The team ensures the correct development of the vine all year round thanks to sophisticated cultivation practices aimed at increasing the concentration of the grapes., Making red wines: Syrah, Mourvèdre and Cabernet Sauvignon, rosés: Grenache, Syrah, Mourvèdre, Cinsault and Tibouren and the whites: Rolle and Sémillon. In particular, the Chapelle de Sainte Roseline and the Lampe de Meduse collections, whose bottle is a true work of art, should be mentioned. Château Sainte-Roseline welcomes tourists every day of the year (excluding Christmas and January 1st) in its magnificent estate and offers different types of visits and tastings depending on the time available (from 1 to 3 hours with different types of paired tastings of your choice). The visits are all by reservation, while the tastings are always possible during the opening hours of the site. For any information and reservations, I recommend contacting Château Sainte-Roseline A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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10 Agosto, 2021

La Vigna di Sarah – L’esperienza in Botte

Vittorio Veneto (TV), terra storica e ricca di quelle asperità che rendono tanto bella l’Italia. E’ qui che Sarah Dei Tos ha realizzato la più immersiva esperienza in botte che possa esistere, per un insieme di sensazioni da gustare e da vivere. Partiamo dai prodotti, anche questi fortemente esperienziali, in cui segnalo anzitutto come nascono ed un modo unico è La Vendemmia Notturna. Serata di ricorrenza annuale attesa dal pubblico per poter toccare con mano la pratica della vendemmia e per calarsi più da vicino nella realtà vitivinicola della zona, è un evento che si svolge come una festa paesana, in cui addetti ai lavori si mescolano ai curiosi sopraggiunti per gustare i prodotti dell’azienda e delle realtà a lei vicine per distanza e filosofia. Non è, tuttavia, solo un evento per festeggiare l’inizio della vendemmia. È soprattutto una tecnica voluta per poter ottenere una qualità sempre più elevata dei vini de La Vigna di Sarah. Pratica usata soprattutto nelle zone calde per aiutare in primo luogo le persone che lavorano in vigna, ma anche per abbassare naturalmente le temperature di raccolta delle uve, è stata fortemente voluta da Sarah Dei Tos, poiché convinta che questo tipo di lavorazione potesse portare solo benefici al proprio prodotto. La luna non si è smentita, regalando alle bottiglie prodotte con questa particolare tecnica di vendemmia un carattere difficilmente ripetibile. Grappoli di Luna è il nome del prodotto, uno spumante Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG unico nel suo genere per equilibrio e complessità sensoriale. La raffinatezza che lo contraddistingue è ottenuta grazie ad una rapida lavorazione degli acini che, colti a maturazione desiderata durante una notte di luna piena tra fine agosto e la prima metà di settembre, porta a conservare le caratteristiche uniche del territorio da cui le uve provengono. Il risultato è un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG dalle bollicine sottili, eleganti, dal colore lunare, giallo paglierino scarico con riflessi argentei. E per degustarlo, quale migliore occasione del Moonlight Beat, il nuovo format che prevede concerti di musica legata al territorio di diverso genere che possa sposarsi con la filosofia aziendale ed i suoi prodotti. La padrona di casa, che in questo caso è la Luna, rischiara degustazioni mirate a diffondere la conoscenza dei prodotti locali unita a quella delle tradizioni e dei suoni che si evolvono con il passare degli anni. Infine veniamo all’ospitalità, il vero momento immersivo alle Vigne di Sarah, l’esperienza può essere fatta nella confortevole Casa colonica autoctona con tre camere a disposizione, tutte ad uso matrimoniale, di cui una con cameretta attigua, a letto singolo. Ogni camera è dotata di bagno, cabina doccia e tutti i comfort. Oppure nelle Stanze Botte, o meglio Lunotti, delle realtà uniche in cui svolgere una delle esperienze più immersive per gli amanti del Vino e da cui guardare i Grappoli di Luna. Per questa esperienza non mi resta altro che consigliarvi di contattare Sarah A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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7 Agosto, 2021

Chateau Roubine – Templar wine …modernized by women

Between Estérel and Sainte-Baume, between olive trees and lavender, between Verdon and the Mediterranean, between the Alps and Sainte-Victoire is what was once one of the Templars’ mansions and today is an extraordinary site and superb vineyard, composed of well thirteen vines and equipped with a natural drainage, ideally east / west orientation with clayey-calcareous soil thus having favorable conditions for the production of high quality wines. Today the property extends over 130 hectares, of which 72 hectares of vineyards, as well as the Mas, a charming rural farmhouse consisting of a family apartment, two studios and a reception room that can accommodate up to 50 people, surrounded by a Mediterranean garden and a Roman basin, welcomes guests all year round for a perfect return to nature in a unique and exceptional setting. The history of Château Roubine has always been linked to the one of Provence. Already in ancient times, the Roman road called Julienne ran at this point, crossing the current vineyard. Known since the beginning of the 14th century, Château Roubine was owned by the Order of the Templars and even today the Templar coat of arms traces the history of the estate: the Dragon, the symbolic animal of Draguignan and the Lion, the symbolic animal of Lorgues protected from the rays of the Provencal sun. The ownership changes over the centuries until it was purchased in 1994 by Valérie Rousselle, native of St Tropez, who brought the estate to a new page in its history. In 1955 Château Roubine was one of the 23 wineries recognized by decree as “Cru Classé” of the Côtes de Provence and in the constant concern for harmony with nature, sustainable agriculture is at the heart of this winery. The vines of Château Roubine are: Mourvèdre: One of the oldest cultivated in Provençal land since the 16th century. It emanates fruity aromas characterized by berries (blackberries) or red fruits (strawberries, raspberries). Rich in tannin, it gives a racy wine with notes of pepper and spices. Syrah: One of the oldest in the world, it comes from Persia (Shiraz). Developing purple tones, its originality makes it one of the qualitative grape varieties. It can develop aromas of violets, spices and garrigue. Cinsault: Considered one of the old vines of the Midi, it is generous, low in acidity and low in alcohol. Processed at low yield, it offers a fine wine and often forms the basis of Provençal rosé wines. Clairette: An ancient Provençal vine produces little but its oblong grains give aromatic and fragrant wines. Cabernet Sauvignon and Semillon Over the seasons, Château Roubine hosts several visits to see and experience the cycle of the vine, to discover the essential gestures and climatic contrasts that offer the qualities of a true terroir. The visits and tastings are possible by booking at info@chateauroubine.com and each event will see the history, the vines and the particularities of Château Roubine as protagonists that will be presented from the terrace of the cellar with a panoramic view of all 72 hectares of vineyards in a one piece. It will then be possible to be immersed in the world of production by crossing the private doors of the cellar and discover the secrets of the processing of Classés Crus following the path of the grapes, from reception to vinification, up to bottling. Finally, a commented tasting of our Crus Classés, AOC Côtes de Provence. A stop not to be missed for those who even just transit between the French Riviera and Provence A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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3 Agosto, 2021

Roeno – L’autoctonicità della Val d’Adige

Sulle sponde del fiume Adige, sotto lo sguardo del Monte Baldo, si distende la Terradeiforti, avamposto storico di confine tra l’Italia, il mediterraneo e le terre aspre austriache, dove la natura disegna un territorio dal fascino antico e senza tempo. La famiglia Fugatti rappresenta una somma di sentimenti che la memoria ha tramandato, oltre il legame del sangue. Un albero i cui tanti rami hanno indicato la strada da seguire, in cui rispetto e umiltà rappresentano i valori da non dimenticare. Alla cantina Roeno la storia costituisce un’ideale somma delle esperienze da cui trarre valore e conoscenza. Così come i preziosi insegnamenti della tradizione tracciano la strada da cui prendere spunto per le nuove traiettorie. I vini ne sono il primo esempio, con tre linee di prodotti diverse ed allo stesso tempo complementari: Le Firme: rappresentano e contraddistinguono i vini della famiglia Fugatti per cui abbiamo dedicato una lunga storia di passioni, sperimentazioni; vini dal forte legame con le persone e la terra a cui appartengono. Tra questi mi permetto di citare l’Enantio Riserva, un fantastico vino autoctono espressione più antica del territorio ed il Cristina, delicato e per me unico, non foss’altro per il nome come il mio. Le Selezioni: dedicata a vini che rappresentano la nostra continua ricerca come il Roeno “Il Vino del Fondatore”, il Riesling Renano “Praecipuus”, il Solaris varietà PIWI “Solaris e l’Enantio. I Vigneti: tradizionale e dedicata a vini classici come il Pinot Grigio, lo Chardonnay, il Müller Thurgau, il Gewürztraminer il Marzemino e il Teroldego. Oltre all’eccellenza dei vini e nella tradizione di luogo centenaria, visitare Roeno è un’esperienza unica anche grazie alla Locanda, un luogo caldo e accogliente che vi farà sentire a casa. La struttura consta del Ristorante, aperto nel 1989 il menù proposto è il punto di riferimento per chi vuole gustare i sapori autentici della tradizione trentina e veneta con piatti perfettamente abbinati ai vini grazie alla selezione delle materie prime migliori della zona. Il coniglio della nonna Giuliana e la pasta fresca fatta in casa tutti i giorni, mi permetto di consigliarli a tutti. La Location si compone di due sale interne, una splendida terrazza ed un parcheggio ampio per ospitare anche autobus in caso di eventi. Inoltre per coloro che cercano uno stile di vita fatto di natura e relax l’Agriturismo consente di pernottare per trascorrere una vacanza di assoluto relax a contatto con la natura, circondati da vigneti e montagne. Per informazioni e prenotazioni di dettaglio consiglio di chiamare direttamente in cantina al numero +39 045 7230110. Il riassunto dell’evoluzione di Cantina Roeno è quindi il non fermarsi, sperimentare e osare. Rinnovare senza perdere il filo dei ricordi, sfidando il futuro attraverso la ricerca di nuovi stimoli e nuovi traguardi da raggiungere. In questo contesto si integrano perfettamente gli eventi che la cantina realizza con costanza e varietà e sempre aggiornati sul sito Roeno che perfettamente si integrano con le degustazioni sempre possibili, dei veri e propri percorsi esperienziali a seconda dei gusti e che portano l’ospite ad andare e ritornare. Cantina Roeno è quindi un posto dove chiunque può trovare l’eccellenza che cerca e davvero consiglio una visita in questa terra dietro il Lago di Garda. A cura di Cristina Mascanzoni Kaiser
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