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2 Luglio, 2021

UNWTO e Giovani, intervista ad Alessandra Priante

L’UNWTO, Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, quest’anno organizzerà dal 23 al 25 agosto 2021 a Sorrento, Il Global Youth Tourism Summit una finestra sul futuro del turismo sottolineando l’importanza del punto di vista dei giovani. Abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandra Priante, Direttrice per l’Europa di UNWTO, l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove il turismo sostenibile, responsabile e universalmente accessibile. In precedenza è stata Capo delle relazioni multilaterali e della politica del turismo in Italia per i Ministeri in cui era posizionato il turismo (Ministero della Cultura e successivamente Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali) Laureata in Economia e Commercio presso l’Università Bocconi, ha conseguito un Executive MBA presso l’Università Luiss Guido Carli. Ha unito la sua esperienza in finanza aziendale e operazioni di M&A con la sua competenza culturale, entrando dal 2002 al Ministero della Cultura, con il compito di risanare le finanze pubbliche per il settore della cultura. In qualità di esperta dell’area mediorientale è stata nominata dal 2010 al 2015 Rappresentante Culturale Diplomatico per l’Area del Golfo. Alessandra conosce 6 lingue ed è autrice di numerose pubblicazioni di settore. È inoltre Professore a contratto presso la Luiss Business School e insegna cultura e management del turismo in altre importanti università in Italia e all’estero.   L’importanza dei giovani per l’UNWTO, quali considera siano le nuove prospettive? I giovani sono il pilastro della ripartenza del turismo. Per lo UNWTO assicurare la fiducia nei giovani e per i giovani nel settore del turismo secondo i nostri valori chiave, come la sostenibilità è assolutamente centrale.   Perché avete scelto l’Italia e perché Sorrento per questo evento? L’Italia perché quest’anno ha la presidenza del G20 e perché ha molto senso. Il Ministro Garavaglia ha colto subito l’importanza di collaborare su un piano cosi centrale e cosi universale. Ci saranno assieme ai ragazzi anche i Ministri e molte altre personalità del mondo della gastronomia, dello sport e dello spettacolo internazionale. L’importanza del messaggio è assolutamente improrogabile e per noi è fondamentale parlare con una voce unica. E quale voce migliore se non quella dei ragazzi del mondo? Entrando nel tema dell’enogastronomia e giovani, quanto è importante educare le nuove generazioni? Centrale. Educarle all’importanza dell’enogastronomia insegnandogli anche a distinguere e a rifuggire da situazioni non consigliabili. In altre parole, bisogna comunicare creando la consapevolezza di cosa è l’enogastronomia in primo luogo e di quanto caratterizzi un territorio e dunque quanto sia centrale per la promozione turistica, ad esempio, ma anche per l’identità di un paese. Ringraziando Alessandra Priante per la cortesia nel fornire il punto di vista diretto dell’organizzazione, anche noi di WineTales auguriamo il meglio per un’iniziativa che davvero è di prospettiva per il futuro. A Cura di Cristina Mascanzoni Kaiser e Clara Maria Iachini
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1 Luglio, 2021

Storia, terme ed una cosa immutabile: la qualità del vino e dell’ospitalità

Tra Padova ed i Colli Euganei, a 5 minuti d’auto dalle leggendarie terme di Abano e Montegrotto, mete turistiche dal 1.000 A.C., si trova una bianca Villa Veneta, “La Mincana”,  che un tempo era di proprietà della famiglia veneziana Dolfin, che la usava per seguire i propri lavori dei campi dalla primavera all’autunno. Dal 1700 la villa ha cambiato proprietà e dal 1914 è la famiglia Dal Martello che trasferitasi da Asiago nel padovano, con passione e sapienza coltiva ed ogni anno raccoglie un grande vino, ma non solo. Infatti, la proprietà oggi conta una superficie di circa 60 ha, dei quali 19 coltivati a vigneto. Possiamo considerarli artigiani del vino, con la chiara idea che l’unica via sia la qualità. La proposta e l’entusiasmo proprie nella coltivazione delle uve Merlot e Cabernet Franc sui rossi, Chardonnay, Serpino e Fior d’Arancio sui bianchi, sono le stesse che i proprietari de La Mincana mettono nel realizzare non solo degustazioni, ma veri e propri eventi alla scoperta di un territorio prima e delle sue glorie agro alimentari ed enologiche dopo. Escursioni in bicicletta sui colli seguite da momenti di convivialità in cantina in cui assaporare un menù ricco di una terra turistica, ma al contempo storica, e degustare i migliori vini, sono solo uno degli esempi di programma realizzabile, chiaramente previa prenotazione, presso La Mincana. I colli Euganei e le loro città termali, sono lì accanto e possono rappresentare un perfetto connubio per coloro che desiderano realizzare un fine settimana bilanciato, tra relax, storia, e cultura agroalimentare. Per coloro che, invece, desiderassero realizzare un vero e proprio evento, La Mincana, può mettere a disposizione la sua Barchessa, tra la villa e la Cantina coperta e ariosa allo stesso tempo. Soluzioni alternative e creative, non resta che prenotare. A cura di Cristina
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28 Giugno, 2021

Boutique del Mar, Cannigione, Sardegna

Metti una spiaggia sarda, di quelle da cartolina: lunga, con la sabbia sottile ma non troppo, di quel colore ocra caldo e avvolgente, che se la guardi dall’alto ha la classica forma di mezza luna…sono decenni che ci vengo ma il nome ufficiale ancora non l’ho scoperto: Spiaggia Mannena, Spiaggia di Barca Bruciata (l’origine di questo nome cela dietro di sé una leggenda, ma questa è un’altra storia e ve la racconterò la prossima volta….). Metti che da sempre su questa spiaggia vi sono state baracche, più che chioschi, dove poter mangiare qualcosina in caso di vuoto di stomaco (vi è stata un’epoca meravigliosa della mia vita in cui, per due, tre stagioni, qui ho lavorato pure io…orario dei lavoro: dal tramonto all’alba…(ma anche questa è un’altra storia e me la tengo per me…). Oggi la baracca è stata trasformata in un bellissimo chiosco la cui vista abbraccia la spiaggia, il mare, il cielo, l’infinito e oltre. Si pranza e si cena. Vi è anche un’area relax con ombrelloni, poltrone, divenenti per chi vuole sdraiarsi e perdersi in questo mare durante il giorno. Ma l’atmosfera della sera, sotto le stelle o con la luce eterea della luna che nell’acqua si rispecchia…è una magica sensazione. Lo sguardo si perde, lo sciabordio delle onde culla, il profumo della Sardegna inebria. Poi vuoi mettere la libertà di passare dall’ultimo bagno alla tavola senza passare dal via??? Non ha prezzo! Posto meraviglioso, conciliante, senza dubbio. E poi…e poi…e poi si mangia bene. E il servizio è pure attento e accurato. Dettagli? Non da poco, anzi. Si sa che il dettaglio può fare la differenza. Accoglienza educata e cordiale, musica d’atmosfera al giusto volume in sottofondo, tavoli distanziati in modo da assicurare la privacy dei commensali, personale (Dino su tutti) presente con discrezione, che sa seguire i tavoli scegliendo i tempi giusti. Piatti coloratissimi e buoni, ottimi direi, visti i limiti strutturali e le difficoltà logistiche del chiosco. Carta dei vini corta ma non troppo, poco originale ma ci pare giusto così, ci mancherebbe. Attenzione ai prodotti del territorio. Pescato fresco del giorno proposto quando disponibile (in foto orata e branzino del luogo). Sushi per tutti i gusti. Antipasti semplici con tocco di creatività. Abbiamo provato il Tonno scottato, avocado, arancia e pistacchio – vd.foto). Primi piatti gustosi e ricchi. Abbiamo provato Spaghettone Verrigni alle vongole e bottarga di Cabras (vd.foto) Linguine Verrigni ai crostacei, paure al pistacchio e basilico, così buone che me le ricorderò…(vd.foto) Fregola, crudo di gambero, aneto e limone, piatto fresco e la fregola come deve essere. (vd.foto) Malloreddus con ragù di agnello, pecorino e menta, hanno reso felice mio figlio. Frittura di calamari e gamberi con aioli all’erba cipollina: l’aioli ha acceso un piccolo dibattito a tavola sulla correttezza dell’accostamento, ma non è comunque avanzato. Ottimo segno. Nella glacette un correttissimo Vermentino di Gallura DOC: Branu delle vicinissime Cantine Surrau. Sapido, fresco, sardo al punto giusto. COSA MANCA:  Tovaglie o anche meglio tovagliette sopra i bei tavoli in legno. Siamo SUL MARE. Non è pensabile non sapere dove appoggiare posate, pane, ecc. Un po’ di illuminazione in più al tavolo quando tramonta il sole e cala la sera. The Ghost Writer 
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26 Giugno, 2021

Le bolle delle grotte di Toirano

🎧 Smokers Outside the Hospital Doors #editors 🥂Bàsura Obscura, Durin 🍇Pigato Metodo Classico Brut pas Dosè Avete mai bevuto un metodo classico che tranquillo e sereno ha maturato nelle grotte di Toirano? Siamo in Liguria ad Ortovero, dopo una timida richiesta da parte della cantina alla Soprintendenza dei beni culturali della Liguria e al Comune di Toirano, dove la fredda telefonata, lasciava tutto tranne che presagire ad una risposta positiva, dopo pochissimi giorni la cantina viene ricontattata dal responsabile del comune che dà il via libera alla possibilità di utilizzare queste cantine per far affinare la loro prima produzione di Metodo Classico di Pigato. Sì avete capito bene, una bolla di Pigato. Chi conosce il territorio ligure, sa quanto sia importante lo spazio, per qualsiasi cosa e soprattutto il duro lavoro che si impiega per produrre il vino, dall’allevamento alla raccolta e vendemmia, tanto da essere definita viticultura eroica, è talmente tanta la pendenza che sfido chiunque a non aver difficoltà, già solo a guardare verso il basso e avere le vertigini. Le grotte dove affinano le bolle, si trovano a poca distanza dai resti dell’orso delle caverne, che viene riprodotto in etichetta e dalle testimonianze dell’uomo vissuto solo 12.000 anni fa, in piena preistoria. Quale luogo più magico, silenzioso e mistico per far riposare sui propri lieviti queste bottiglie? Questa bottiglia crea confusione nella mia mente, contemporaneamente si aprono più cassetti dei ricordi, il colore giallo dell’estate, delle balle di paglia adagiate sui campi verdi e rigogliosi, il profumo della mandorla e della frutta candita, come se affondassimo la faccia in un panettone, dove sniffiamo contemporaneamente note di lieviti e brioches appena sfornate. In bocca la sapidità del mare e il solleticare delle onde delle bollicine delicate ma persistenti come il moto ondoso, suadenti ma ripetute, creano uno scompiglio emozionale. Sono in giardino, dopo una lunghissima e caldissima giornata di ritorno da Milano, Spotify passa uno dei miei pezzi preferiti della playlist “Quarantine”, non c’è niente che ricordi quei mesi, anzi solo e soltanto estate e libertà e quindi amici miei, chiudete gli occhi e cercate di sognare con me. #maipiucalicigiu A cura di Clara.
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25 Giugno, 2021

IL PEGNO ROTATIVO, uno strumento finanziario.

Come annunciato, volevo richiamare l’attenzione dei nostri lettori, senza distoglierli dai consigli delle amiche di redazione su quel rosato o quelle bollicine così agognate con i primi caldi, ma anche con le prime e promettenti uscite dopo COVID, su uno strumento antico nel mondo del diritto, ma innovativo e forse anche risolutore nella sua recente versione applicata al mondo del vino. Mi riferisco al “pegno rotativo” introdotto con il Decreto 23.7.2020, pubblicato a fine agosto con il quale viene consentita la possibilità di costituire un vincolo sui prodotti agricoli e alimentari DOP e IGP, inclusi i prodotti vitivinicoli e gli spiriti. Cosa è il pegno? È la garanzia che viene concessa al creditore a presidio dell’esatto adempimento di un’obbligazione, che in questo ambito viene individuata nella restituzione di un finanziamento, che un istituto di credito ha erogato al produttore (art.2784 del Codice Civile). È la possibilità dunque che la giacenza di vino, che per altro in epoca COVID sono lievitate, possa essere individuata e vincolata al buon esito del rimborso di un prestito bancario o di una linea di affidamento comunque concessa. La novità e l’appeal dell’istituto sono date dalla caratteristica di questo pegno “non possessorio”, cioè che non prevede il materiale trasferimento del vino dato in pegno in capo al creditore ed è “rotativo”, nel senso che il produttore può sostituire l’originaria partita di vino concessa in garanzia, con altra di nuova stagione, mantenendo inalterato però il valore dei beni vincolati, con la sola prescrizione di rendere noto l’avvenuta sostituzione al creditore. Con l’aiuto infatti del Registro telematico SIAN, che annota l’avvenuta costituzione del pegno e le altre eventuali sostituzioni nel tempo da notificare con un anticipo di due giorni dall’esecuzione al soggetto creditore e all’organismo di controllo, risulta più rapido per il creditore procedere all’analisi della legittimità del prodotto da vincolare e alla sua valorizzazione che condurrà alla successiva erogazione del finanziamento. Dunque misura agile e di facile accesso, che non rappresenta un pregiudizio per la cantina, la quale può sostituire quella partita di vino senza alterare il processo di affinamento o altre manovre necessarie a conservare ed impreziosire il vino secondo scadenze e regole dettate dai vari disciplinari. Ma ancora più determinante, questa formula consente di sfruttare il valore intrinseco di un prodotto stoccato, ancor prima che lo stesso scenda sul mercato, con indubbi e chiari vantaggi per i produttori. Formidabile leva finanziaria dunque per vedere, in tutta sicurezza, sviluppare il settore vitivinicolo, sfruttando una risorsa che prima costituiva una semplice ed infruttuosa giacenza in attesa di essere imbottigliata e venduta e che ora invece consente di ottenere liquidità per le imprese del settore, sfruttando quel prodotto che ancorché giacente, è già portatore di un valore, crescente nel tempo, che tranquillizza il creditore. La necessità allora di avere un’adeguata e aggiornata valorizzazione del magazzino, che consente al finanziatore di poter compiere verifiche sugli asset da sottoporre in pegno appare come una scelta ineludibile, così come quella di trasferire, soprattutto per le realtà vitivinicole medio-piccole, ma non per questo meno rilevanti nel panorama di riferimento, ai consorzi che racchiudono le varie tipologie e regionalità di vino, di poter offrire una massa critica di prodotto “rotativo”, tale da attivare flussi finanziari costanti ed affidabili nel tempo, come già è accaduto nell’esperienza dei formaggi e dei prosciutti. A cura Avv. Paolo Spacchetti
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23 Giugno, 2021

Anteprima Sagrantino annata 2017

Sono molto legata a questa manifestazione, più di ogni anteprima sul territorio nazionale, sono Umbra di adozione e con orgoglio posso dire che quest’anno il Sagrantino è donna e vince il concorso “Etichetta d’Autore”, patrocinato dall’Associazione Autori di Immagini, Beatrice Fedeli di Rotella, Ascoli Piceno, una mia concittadina. L’opera “Secretus”, termine latino dal significato profondo ed ampio, ci spiega l’artista: “La delicatezza della figura femminile nascosta da una cascata di Sagrantino dalla quale, il falco ghiotto prova in gran segreto a deliziarsi del suo nettare ma sbadato, in volo, lascia le sue tracce: gocce di Montefalco Sagrantino”. Anche quest’anno grande trepidazione per l’ambito concorso nazionale promosso dall’AIS – Associazione Italiana Sommelier ormai alla 13esima edizione, il “Gran Premio del Sagrantino”. Si classifica al primo Luca Matarazzo (delegazione Ais Salerno), che presto mi concederà un’intervista tutta per me, secondo posto per Antonio Riontino (delegazione Ais Bat Svevia), terzo posto ex equo per Luisa Dicuonzo (delegazione Ais Bat Svevia) e Gilles Degboe Coffi (delegazione Ais Cesena). La competizione si respira nell’aria, una vera e propria sfida professionale tra sommelier nazionali per essere i migliori ed aggiudicarsi le borse di studio istituite dal Consorzio Tutela Vini Montefalco. Luca Matarazzo spiazza tutti e da Salerno Sale sul podio più alto, la cosa che mi ha più colpita sono state le parole del Presidente del Consorzio Filippo Antonelli, affermando che il modo di raccontare e valorizzare il territorio come ha fatto Luca è stata la chiave del successo che ha determinato la vittoria, questo conferma che quando si ha la passione, oltre lo studio e i tecnicismi, si ha sempre una marcia in più. Il Presidente aggiunge: “Abbiamo celebrato un’edizione molto particolare di Anteprima Sagrantino, segnata dall’approdo dell’Umbria in zona bianca dopo tanti mesi difficili in cui però non siamo stati con le mani in mano. Oltre al lavoro in vigna che non si è mai fermato, abbiamo messo in cantiere profonde modifiche ai disciplinari delle denominazioni Montefalco Sagrantino Docg e Spoleto Doc, mentre abbiamo registrato l’estate corsa l’arrivo di un turismo italiano al di sopra delle aspettative, sia qualitativamente che quantitativamente. Gli italiani hanno riscoperto l’Italia, ci auguriamo che questo avvenga anche in questa estate alle porte e che nasca un turismo stabile italiano importante”. Punteggio è di 88/100, pari a 3 Stelle, annata  pregevole caratterizzata da un clima caldo, che ha dato vita a vini sorprendenti, mostrando ottimo equilibrio nonostante la giovane età. Sono state presentate alla stampa le nuove annate delle denominazioni del territorio di Montefalco e Spoleto e le annate in commercio di Montefalco Bianco Doc, Montefalco Grechetto Doc, Spoleto Doc Trebbiano Spoletino, Spoleto Doc, Trebbiano Spoletino Superiore, Montefalco Rosso Doc, Montefalco Rosso Doc Riserva oltre che la nuova annata di Montefalco Sagrantino Docg secco e passito, tutto nella splendida cornice della sala consiliare. Oltre alle splendide masterclass tenute da Antonio Boco che ha messo a confronto i vini del territorio con dei campioni internazionali. Dai miei assaggi tantissime sorprese per alcune cantine con altrettante conferme, un Sagrantino in particolare mi ha rubato il cuore, ma per non fare torto a nessuno non posso svelare qual è. A cura di Clara]
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22 Giugno, 2021

Cantine Zuffa: Lo sprint della Motorvalley

L’Emilia Romagna è spesso considerata terra di motori ed Imola, col suo autodromo, forse ne può rappresentare il cuore pulsante. Accanto a grandi motori, non potevano quindi mancare dei grandi vini, forse non così noti, ma che proprio per questo rappresentano una delle più belle eccellenze da raccontare. L’azienda è giunta ormai alla 5a generazione ed Augusto Zuffa porta avanti la tradizione del processo di vinificazione rilevata dal padre, aggiungendo la propria esperienza e numerose innovazioni. Le uve vengono trattate in modo biologico, non vengono utilizzati prodotti chimici e la raccolta viene ancora effettuata a mano. La produzione è supportata da 4 brevetti, di cui uno sviluppato internamente. La passione di Augusto, vero anfitrione, è contagiosa e spinge i clienti a “curarsi” con i prodotti biologici che realizzano e quale posto migliore di farlo se non la cantina stessa? Cantine Zuffa dispone quindi di un Agriturismo Biologico che è adibito a ristorazione di alta qualità dove la sana e corretta alimentazione e l’attività psicomotoria adeguata all’età creano una magia di longevità. Inoltre, la capacità ricettiva è modulare ed adeguata sia per piccoli gruppi che saranno ospitati direttamente in Cantina sia per chi desidera realizzare un evento di qualche centinaio di persone che possono essere ospitati sia all’interno che nei parchi tematici esterni. Augusto propone di volta in volta degustazioni e veri e propri pranzi e cene ricche di tradizione (dalla pasta fatta in casa ai formaggi unici del territorio) abbinando cultura e spiegazioni immersive nel territorio per far capire a tutti cosa significhi produrre in modo biologico nel rispetto della terra prima di tutto. I prodotti che si apprezzano nella degustazione dagli Albana ai Cru rossi sono un crescendo di emozioni che possono portare al Vinea, il vino simbolo dell’Expo di Milano 2015 realizzato interamente Bio ed esportato a rappresentare l’Italia in tutto il mondo. Un consiglio che mi permetto di dare è di prenotare e, se si desidera assaporare i rossi più importanti, avvisate in anticipo Augusto, l’anfitrione di questa splendida realtà! Sarà un suo piacere confrontarsi con voi sulla selezione di prodotti da degustare ed aprire in anticipo quei vini che necessitano di respirare, sempre secondo la sua regola aurea: un quarto d’ora in decanter per ogni anno d’invecchiamento! La simpatia e l’ospitalità delle cantine Zuffa ha davvero una marcia in più così come la sua flessibilità che li vede da sempre anche disponibili a realizzare personalizzazioni delle proprie cuvée per eventi od occasioni speciali e da qualche mese anche consentono di adottare sul nuovo marketplace ufarmer.it la loro collezione di vino così non solo da ricevere poi a casa il prodotto degustato, ma anche di diventare protagonisti veri del processo ed avere un qualcosa di proprio. A cura di Cristina
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21 Giugno, 2021

VALERIA BENATTI, la mia vita è tutta un CONCEPT

Ho conosciuto Valeria pochissimo tempo fa, in uno di quei brevi periodi in cui i colori delle province lombarde consentivano lo spostamento per motivi lavorativi. Il tramite è stata un’altra donna fantastica, Alessandra Manorama, che con la sua bellissima creatività e attività è ospite a Villa Pagnoncelli Folcieri da inizio anno. Tra donne, sopratutto superata una certa soglia anagrafica, l’intesa diventa facile, immediata, fatta più di sguardi che di parole e spiegazioni. Quindi in un bellissimo giorno ci siamo ritrovate tutte e tre attorno al tavolo della nostra biblioteca di casa a mangiucchiare velocemente una bella insalata (Valeria é vegetariana) e a bere la mia buona Birra Sirio…chiacchierando, stabilendo velocissime assonanze di spirito, e trovando subito spazi e forme per future collaborazioni. Io non conoscevo Valeria e il suo passato radiofonico (trovate tutte le info pratiche sulle sue vite professionali addirittura su Wikipedia 😀 Ammetto che non amo molto la radio perché spesso troppo parlata. Il mio passato in auto se ora è scandito dalle playlist di Spotify in passato lo era da CD e ancora prima dalle ormai dimenticate musicassette su cui le canzoni venivano domesticamente registrate dalla radio, questo si. Comunque il carisma magnetico di Valeria non si può non percepire. E’ bellissima l’elettricità che trasmette una persona che ha vissuto e vive intensamente…se solo la si sa percepire. Il nostro triangolo umano ha fatto subito scintille. Così ci siamo riviste a Milano, perché volevo vedere con i miei occhi la nuova e futura creatura di Valeria, che sarà aperta ai più a partire da settembre, e che prende forma dalla sua tenacia, creatività e passione. Ma da soli non si può andare così lontano. E a Milano ho capito la magica alchimia che alimentata quotidianamente i progetti e il futuro di cotanta donna. Ha nome e cognome: Emanuele Vitrano Catania. Coppia emozionante, coppia scoppiettante…basta guardare le foto per capire perché insieme riescono a fare così tanto. Veniamo alle realtà tangibili. Vi parlo di quella che è opportuno scoprire ora, subito, perché è estate e molti di noi, titubanti per ovvi motivi pandemici, ancora non hanno fatto progetti vacanzieri. Pensate quindi ad un’isola piccina picciò, dove isolarsi è semplice, dove il ritmo è lento per necessità geografica, dove perdersi per ritrovarsi è più semplice che altrove. Si tratta della meravigliosa isola di Salina. Qui Valeria vi offre il mondo di “Salina Mon Amor”, concept store di abiti, accessori, oggetti, libri, scelti e voluti per valorizzare produzioni sane di mente, per offrire conforto ad ogni acquisto. Conforto fatto di senso, materialità, produzioni ecologiche e corrette, più opere d’arte da indossare e usare che altro. Ma più dello store è l’Hotel Punta Scario. Acquistato, riaperto, in fase di sistemazione ma già funzionante. Se volete incrociare Valeria e Emanuele li trovate qui tutta l’estate, pronti ad ospitarvi e coccolarvi come hanno fatto con me in un pranzo veloce nel loro bellissimo appartamento di Milano. E di coccole in questo periodo più che mai abbiamo tutti davvero bisogno. Potete scegliere se soggiornare nelle stanze dell’albergo a picco sul mare e le spiagge nere dell’isola, o nella Villa con giardino che si trova nel centro di Malfa. Quest’ultima vi farà sentire veri abitanti dell’isola: tre camere da letto, ognuna con il suo bagno privato; freschi pavimenti di cementine antiche restaurate a dovere; spazi ampi e un bellissimo terrazzo panoramico con sdraio e tavoli per poter vivere il dehors a pranzo e a cena godendo di una bellissima vista mare. La seconda realtà tangibile è il contraltare del progetto store e ospitalità a Salina, ed è il grande Ariosto Social Club…un nome una speranza, anche culturale. Vi svelerò poco, voglio lasciare la “ciccia” per la prossima puntata, perché io so cose che voi umani non potete nemmeno immaginare su cosa avverrà a settembre, e quale piccolo mondo magico Valeria e Emanuele stanno costruendo per noi in via Ariosto… Vi anticipo qualche foto, di spazi colorati e caldi: di stanze e mini appartamenti da affittare per poco o per medi-lunghi periodi; di futura spa, di futura palestra con tanto di personal trainers a disposizione. E anche qui un concept store che insieme al Mon Amour a Salina merita un racconto a sé stante. Che faremo Ma il vero cuore del progetto è ancora segreto e tale resterà fino a tempo debito.  Seguiteci e saprete. Perché c’è ancora moltissimo da raccontare. Perché una coppia “vulcanica” non può essere raccontata in così poche battute e i sogni hanno bisogno di spazio.   A cura di Francesca
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21 Giugno, 2021

Preview Vinitaly 2021

Dopo la nuova edizione di Opera Wine, svoltasi nella giornata di ieri sabato 19 giugno, oggi gli operatori del settore si sono ritrovati per Vinitaly Preview 2021. Si tratta del primo evento in presenza per il settore dopo molto tempo e tutti erano molto felici di ritrovarsi per pianificare il futuro del vino. La presenza di varie cantine  rappresentanti tutta Italia in una ambientazione nuova e molto suggestiva, all’interno degli ex magazzini generali, fatta di loft post industriali e salottini dove intrattenersi. Nella mattinata si sono svolti appuntamenti ad hoc realizzati da parte di selezionati distributori internazionali, mentre nel pomeriggio l’evento si è maggiormente dedicato all’HoReCa con presenza di ristoratori locali e non. Le testimonianze di tutte le cantine sono state molto positive sul format, dato che riuscivano a dedicare tempo ed attenzione ai diversi interlocutori. Ho rivisto con piacere Tanita Danese della cantina Fongaro (cfr intervista qui sotto), Ilaria Nidini della tenuta Santa Maria Valverde, Carlo Nerozzi delle Vigne di San Pietro, la cantina Zymè, Tenuta Sant’Antonio, Valentina Cubi, ed anche la Source proveniente dalla Valle d’Aosta. Inoltre ho salutato con piacere Ilaria Eboli di Pasqua Wines, con la quale ci siamo soffermati sui temi di ospitalità. Nei salotti di degustazione abbiamo potuto assaggiare, tra gli altri, il Grillo delle cantine Colosi e l’ottimo Fuflus di Vallarom. L’evento si è chiuso alle ore 18 dandosi tutti appuntamento al prossimo Vinitaly. A cura di Cristina 
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