Giovannino Pusceddu e la sua Sardegna

Cannonau e Vermentino. Vermentino e Cannonau. Non è che si va molto più lontano di così se si vuole identificare la Sardegna nel mondo del vino. Almeno per i più.
Parlare di altri vitigni della Sardegna è come dire ad un turista che in Sardegna c’è altro oltre il mare. Se non ci si ferma alla superficie, si può trovare molto di più in Sardegna. Anche oltre le spiagge.

Tenuta Agricola Pesolillo e l’ospitalità abruzzese

Cosa porta a produrre vino? Passione? Amore? Calcolo?
Si dice spesso che per ottenere risultati economici interessanti il vino debba avere grandi quantità. Volumi e volumi in grado di generare margini sufficienti per essere definiti azienda. Anche se ancor più spesso le aziende sono famiglie, con la loro storia, la tradizione, la continuità. C’è chi è nato vinicoltore. Chi ci è diventato convertendo la coltivazione. C’è chi ha scoperto l’ospitalità per legarla alla cantina. Un po’ per arrotondare, un po’ per darsi un tono. Raramente mi è capitato qualcuno che abbia iniziato a produrre vino grazie all’ospitalità.
Nel caso della Tenuta Agricola Pesolillo forse si è trattato proprio di assecondare l’agriturismo.

Barabara Gatti il Moscato ha trovato il suo sorriso

Barbara Gatti perde il papà quando ha quindici anni. Non c’è solo il vuoto lasciato, il macigno del dolore, la consapevolezza che da ora in poi sarà solo lei con la madre. No, c’è anche una azienda da portare avanti. A quindici anni? Già. Purtroppo. Per fortuna. Chissà.
Siamo a Santo Stefano Belbo (Cuneo), luogo noto ai più per aver visto la nascita di Cesare Pavese; ai meno (purtroppo) perché centro nevralgico del Moscato d’Asti. Qui, sulla collina di Moncucco, sorge l’Azienda Agricola Piero Gatti che dagli anni 80 produce il nettare che ha reso famoso questo territorio nel mondo.

Virna Borgogno la Signora delle Langhe

Ricordo di aver conosciuto Virna Borgogno durante una serata di presentazione di vini rimanendo colpito non dalle bottiglie di Barolo che aveva sul suo tavolo quanto dal nome di un bianco “Sto fuori”. Così quando mi presento e le chiedo di questo vino lei mi risponde candidamente che la voglia di evasione l’aveva portata a creare il Timorasso. Così Virna mi ha conquistato per rimanere poi estasiato dall’assaggio dei suoi Barolo.

Pian delle vette e l’orgoglio delle Alpi Bellunesi

Anche se ho vaghi ricordi della geografia studiata alle scuole medie, delle Alpi Bellunesi non ho proprio memoria. Eppure se qualcuno mi chiedesse di Cortina, non esiterei a definirla la perla delle Dolomiti. Cortina, Dolomiti, Alpi Bellunesi. Tutto qui? No, ovviamente.

Azienda Agricola Mattè. Semplicemente Bruno e Michele

Nella favola di Lev Tolstoj “i due fratelli”, il fratello maggiore è quello che si pone obiettivi ambiziosi, sfidanti e rischiosi; il fratello minore colui che tende a non perdere di vista i piccoli piaceri della vita e rimanere attaccato alle tradizioni.
Bruno e Michele di cognome fanno Mattè. Hanno 36 e 33 anni. Una famiglia alle spalle che ha sempre lavorato la terra in quel di Volano a poco più di 20 km da Trento.

Stefano Porro e la vigna da tre milioni di euro

“Pensateci bene… l’amore può durare solo una notte, un milione di dollari dura tutta la vita!”

E se i milioni fossero tre?

Ecco, immaginate di trovarvi dinanzi ad una proposta indecente come nell’omonimo film. Magari non ci sarà Robert Redford a farvi l’offerta ma un ricco americano che vi mette sul piatto, con nonchalance, tre milioni di euro per acquistare il vostro ettaro di vigneto. In fondo è un vecchio vigneto che non ti va di coltivare. Anche perché, se hai 21 anni, la prospettiva di tre, inaspettati, milioni di euro in tasca, non è così male. Ti fanno gola. Cavolo se ti fanno gola! Il vigneto sta lì da tempo e il nonno l’ha lasciato a tuo padre che non ha mai avuto voglia di coltivarlo. Lui preferisce stare sui trattori. Tu hai un lavoro da elettricista. Certo, non è il massimo ma ti dà da vivere in maniera onesta. Poi arriva questo americano e, come un fulmine a ciel sereno ti offre qualcosa che non ti ricapiterà più. Qualcosa che ti mette in crisi. Di quelle crisi che non ti fanno dormire la notte. Cavolo, tre milioni sono tanti ma tanti. Chi li ha mai visti e soprattutto chi li vedrà mai.

Benvenuti al sud: Le Grazie di Bernardino Cera

Ve lo ricordate il film Benvenuti al Sud? Sì, quello con Claudio Bisio, Alessandro Siani ed Angela Finocchiaro. Con Bisio che viene trasferito da Milano a Castellabate. Insomma Bisio, da buon settentrionale passa dalle difficoltà di ambientamento dunque la voglia di scappare ad essere stregato dal Cilento e dalle sue persone. Con la voglia di non partire più.
Non è andata esattamente così a Bernardino Cera e alla azienda Le Grazie di Montecorice (Salerno). Perché Bernardino è nato a Novara da genitori di Montecorice che, nonostante avessero parecchi ettari di terra (ventotto!) coltivati ad olive, fichi e pascolo, decisero di andare a trovare maggior fortuna al nord. Magari per ritornare dopo un po’. Dopo anni al nord, si torna sempre al paese prima o poi. Strana la vita invece che fa adattare una famiglia di un luogo così solare come il Cilento, al freddo di Novara. Al paese non si torna se non per le feste comandate. Ci sono i figli che crescono e di andare al paese non ne hanno voglia. Magari in estate. Almeno nel Cilento in estate c’è da divertirsi.

Roberto Castagnini One Man Band

È proprio vero che il mondo del vino riesce a farti conoscere sempre persone speciali. Ognuna con la propria, unica, storia alle spalle e qualcosa, ancora tutta da scrivere, per il futuro. Le piccole aziende poi riservano sempre sorprese. Nei vini certo, maggiormente nelle persone. O nella persona. Perché in molti casi, di persone che fanno le cose, ce n’è una sola: One man band. Così che i vini non possono che essere la vera espressione della persona che ha accudito le vigne e modellato il prodotto.

Siamo a Carrara, alle pendici delle Alpi Apuane. Una terra di mezzo tra la Toscana e la Liguria anche se in Toscana ancora. Così che quando qualcuno ti parla non ti aspettare l’intercalare tipico toscano. Nella terra di mezzo si parla un vero mix. Forse quasi più ligure.