BlendNews

BlendNews è un contenitore di informazioni dedicato al vino. Racconteremo gli eventi, le novità e le curiosità di questo mondo.

 

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28 Giugno, 2023

Il vino Orgonico: la storia di Walter Vioni

Ancora una volta fuori dalla Toscana, ancora una volta in Emilia-Romagna, ancora una volta una cantina con qualcosa in più. Siamo a Castell’Arquato, in provincia di Piacenza, in un territorio noto principalmente per vini di ‘pronta beva’, beverini e da tutto pasto. Sono venuta fin qui per incontrare Walter Vioni, proprietario di Cantina La Pietra, un luogo particolare, a tratti strano, eclettico e sicuramente unico. Da fuori sembra di essere sul set di un film di fantascienza, tra tubi di acciaio, marchingegni dalle forme più svariate e strutture architettoniche davvero insolite.   Dopo aver superato i controlli di Zeus, il cagnolone che ispeziona gli avventurieri, entriamo nel cuore della cantina, la stanzetta degustazioni, fatta di legno e pietra che scalda il cuore ancora prima di iniziare l’assaggio. Nonostante sia da diverse generazioni che questa cantina produce vino, è solo con Walter che la produzione enologica ha preso il volo verso nuovi orizzonti; la storia che vi sto per raccontare ebbe inizio nel 2016, quando Walter si vide distruggere il raccolto da una violenta grandinata. Incredulo da quanto avvenuto, e sentendosi completamente inerme, Walter iniziò a studiare soluzioni alternative, metodi per contrastare i danni ambientali, ed è così che cominciò la sua avventura nel mondo degli orgoni, tra cloudbuster e accumulatore orgonici. Di cosa sto parlando?
Facciamo un passo indietro nel tempo, al 1897, anno di nascita di Wilhelm Reich, medico psicoanalista, allievo di Freud, che dedicò la sua vita allo studio della psicopatologia e alla cura di malattie gravi come il cancro. Che c’azzecca col clima e col vino? Reich inventò la teoria dell’orgone, una sorta di particella invisibile che compone ogni elemento del cosmo e che, di conseguenza, è incorporata in ogni essere vivente, sia esso pianta, animale o uomo. Il livello di questa particella, di questa energia, deve mantenersi alto per assicurare la salute del corpo; se per qualche motivo il livello scende oltre una determinata soglia, il corpo sviluppa patologie, dalle più leggere emicranie ai più seri tumori.  E’ proprio al fine di ricaricare i corpi e bilanciare l’energia che Wilhelm inventò l’accumulatore di orgoni, un condensatore organico composto da strati di materia organica e acciaio (o ferro zincato), al cui interno viene appunto ‘condensata’ l’energia con la conseguente accelerazione del processo di guarigione del corpo ripristinando il relativo equilibrio biologico. Entrando in contatto con gli studi di Reich, Walter sviluppò dapprima un cloudbuster, un marchingegno composto da diversi tubi in grado di manipolare l’attività orgonica dell’atmosfera portando equilibrio fra le stagioni, e dopo, approfondendo sempre più la teoria, ha concepito la botte orgonica, un tonneau che segue gli stessi principi “stratificati” dell’accumulatore di orgoni, con materiale organico e acciaio. Non tutti i vini in produzione subiscono il passaggio in botte orgonica – non sarebbe nemmeno possibile dato lo spazio ridotto della cantina. La linea dell’azienda è incentrata principalmente su vini biologici, naturali e senza solfiti. Vini ‘semplici’ e di pronta beva, quasi tutti caratterizzati da quel abboccato amabile che decisamente non appartiene al mio gusto e che per tanto faccio fatica ad apprezzare pienamente. Qualitativamente molto validi, non come i classici vini naturali che appaiono gradevoli quando bevuti sul posto e risultano imbevibili quando li porti a casa. Il vino orgonico La star indiscussa della cantina è senza ombra di dubbio il Il Petra superiore orgonico: un vino rosso fermo, 60% Barbera e 40% Croatina, annata 2015, (unica ora in vendita), gradazione alcolica 15°, senza solfiti aggiunti, non filtrato e non chiarificato, fermentato a cappello sommerso con lieviti indigeni delle proprie bucce. L’etichetta in bronzo sbalzato a mano è davvero invitante, rende l’idea della particolarità di questo prodotto che non ha uguali… lo senti che è un vino d’annata, lo senti che ha fatto un lungo affinamento in botte, lo senti che ha un corpo strutturato, una persistenza decisa e un bouquet ampio, ma senti anche un vino “giovane”, un vino VIVO, spigoloso ma corposo al contempo. Si capisce che parliamo di un vino con un potenziale di invecchiamento indeterminato, un vino che non potrebbe che trarre beneficio dallo scorrere del tempo, eppure è già pronto, completo, appagante. Sicuramente raccomando una visita a cantina la Pietra, non fosse altro per dare uno sguardo ad un mondo che non siamo abituati a vedere ma che esiste e ci pervade. Walter è stato un ottimo cicerone, paziente, esaustivo e decisamente eclettico. Riguardo agli studi di Reich, online si trova diverso materiale per eventuali approfondimenti. Ad oggi, il principale centro di studi è presso il Wilhelm Reich Museum a Rangeley, nel Maine, Usa, un museo che fu ideato dalla primogenita Eva Reich. Non esistono vini buoni o cattivi: esistono persone non adatte alla condivisione! A cura di Ambra Sargentoni. Se vuoi sapere di più su di me scopri il mio sito    
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22 Giugno, 2023

Roma Hortus Vini 2023

È proprio vero che Roma nasconde angoli di paradiso. Passeggiando per la città è possibile voltare l’angolo e rimanere estasiati da ciò che si incontra. Opere d’arte, scorci, monumenti, chiese. In ogni quartiere c’è la storia e la meraviglia che può emergere. Così, all’improvviso. Trastevere è il quartiere della movida romana affollato soprattutto da stranieri che arrivano da ogni dove per un drink o un piatto di pasta. Eppure, gli scorci che offre possono essere unici. indimenticabili Difficilmente dal quadrilatero della movida ci si sposta però verso il carcere di Regina Coeli lungo via della Lungara. Come se Porta di Settimiana fosse una sorta di colonna di Ercole a delimitare il perimetro della vita notturna. Si, occorre un buon motivo per percorrere quella via e imboccare via Corsini per arrivare a Largo Cristina di Svezia. Magari per visitare l’Orto Botanico di Roma. Ma chi va all’Orto Botanico ai giorni d’oggi? Forse scolaresche costrette ad imparare le piante. Appassionati. Sbadati. Appassionati di vino. Come appassionati di vino? Questo è il bello di Roma. Una location per degustare vini si può anche trovare lungo i suggestivi viali dell’Orto Botanico di Roma. Questo grazie a Luca Maroni che con il suo staff ha organizzato la quarta edizione del Roma Hortus Vini, il festival dei vitigni autoctoni del vigneto Italia tenutosi dal 16 al 18 giugno scorso. Così, passeggiando per i viottoli dell’Orto Botanico, tra piante e fontane, allietati da una musica soave, si incontrano i tanti produttori con i loro interessantissimi vini i cui sentori si mischiano piacevolmente con ciò che la natura offre. Banchi di assaggio intervallati da food truck gestiti dallo chef Fabio Campoli e il suo staff di Azioni Gastronomiche per accompagnare degnamente i sorsi. Palcoscenici naturali che danno vita ad interpretazioni teatrali con il vino non sempre protagonista. La mia personale passeggiata mi ha consentito non solo di scoprire ottimi vini e parlare con meravigliose persone, ma anche di spingermi verso un meraviglioso angolo dell’orto con le vigne in crescita: qui si coltivano, in maniera biodinamica ben 155 varietà di uve. Un vero patrimonio da preservare e tutelare. Suggestivo, istruttivo, coinvolgente. Un vero plauso all’organizzazione Nelle mie stories di Instagram (Roma Hortus) tutti i vini Ivan Vellucci Mi trovi su instagram : @ivan_1969
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13 Giugno, 2023

Berebianco 2023

Si può e si deve Berebianco. Non solo in estate ma tutto l’anno. Basta farlo bene, con i prodotti giusti, le cantine giuste. È quello che, con successo, ha provato a proporre Cucina e Vini la nota rivista nelle stupende sale dell’Hotel Quirinale di via Nazionale a Roma lo scorso 31 maggio e 1 giugno. Ho avuto modo di visitare i banchi di assaggio ricavandone una ottima sensazione. Cantine assolutamente giuste e qualità dei prodotti di livello. Di grande livello anche la Masterclass sui grandi vini italiani di invecchiamento. I Favati per la Campania con un Fiano di Avellino Docg 2008 Livon, Friuli Venezia Giulia – Braide Alte Venezia Giulia Igt 2017 Umani Ronchi, Marche Plenio Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2008 Le Crêtes, Valle d’Aosta – Cuvée Bois Valle d’Aosta Chardonnay Doc 2018 Feudi di San Gregorio, Campania – Cutizzi Greco di Tufo Docg 2013 Tenute Bosco, Sicilia -Piano dei Daini Etna Bianco Doc 2016 Casale del Giglio, Lazio – Radix Bellone Igt 2018 Ecco, questi vini sono l’esatta rappresentazione, ognuno con le proprie sfumature e peculiarità, di come un vino bianco possa essere definito un “Grande” vino. Veramente bravi agli organizzatori per aver racchiuso in due giornate il meglio dei vini bianchi d’Italia. Nelle mie stories di Instagram (Berebianco) tutti i vini Ivan Vellucci Mi trovi su instagram : @ivan_1969
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8 Giugno, 2023

Vini d'Abbazia

L’Abbazia di Fossanova è uno di quei posti mistici che sembrano apparire dal nulla quando si percorre una semplice strada alberata. Chissà come deve essere stato questo luogo prima del 1163 allorquando iniziarono i lavori dell’Abbazia (ci vollero circa 45 anni per finirla..). Intorno all’Abbazia, governata dai monaci Cistercensi, sorse un meraviglioso borgo che tutt’ora resiste al tempo. Lo stupendo chiostro dell’Abbazia di Fossanova è stato, dal 2 al 4 giugno, suggestivo teatro della manifestazione Vini d’Abbazia organizzata da Upwell, Taste Roots, Confagricoltura, Comune di Priverno, Associazione Passione Vino e Strada del Vino dell’olio e dei sapori della Provincia Pontina. Tante le collaborazione (tra le quali Slowfood  e Slow Wine) e i patrocini (dalla Regione Lazio alla Camera di Commercio di Frosinone e Latina, all’Arsial). Solitamente le manifestazioni degustative sono organizzate all’interno di alberghi più o meno interessanti anche se quasi sempre anonimi. Difficilmente capita invece di assaggiare i vini passeggiando sotto i portici di un chiostro di una chiesta medioevale. Ogni vino rappresenta il lavoro dai monaci, frati o aziende che hanno avuto la fortuna di coltivare le vigne che furono di monasteri e abbazie. La storia del vino e la sopravvivenza della stessa vite la si deve, in buona parte, al superbo lavoro di conservazione e trasporto nei secoli di arditi monaci sparsi in tutto il mondo. Piccoli orti o grandi vigne che i monaci hanno salvato da invasioni, guerre, devastazioni. Questa manifestazione ha avuto il pregio di portare alla ribalta luoghi insoliti per il vino. Spesso riconosciuti solo per la loro spiritualità. Anche se, in fondo, il vino è spirito! Se è vero che l’abito non fa il monaco è senz’altro vero che il vino lo fa il monaco. Vini d’Abbazia dimostra proprio questo. Bellissime proposte sparse per tutto il territorio italiano e una piccola incursione in Francia. Interessante e intelligente l’aver fornito il giusto spazio alle aziende locali che meriterebbero plausi e fortune per la qualità dei loro vini. Un grande plauso agli organizzatori e all’Abbazia di Fossanova per aver intelligentemente concesso il chiostro   NB I miei vini sono nelle stories “Vini d’Abbazia” del mio account Instagram (link sotto) Ivan Vellucci Mi trovi su instagram : @ivan_1969
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23 Maggio, 2023

Vino e arte che passione

Vino e arte che passione è la manifestazione che si è svolta a Roma il 14 maggio 2023 tra i giardini e le meravigliose stanze del Casino dell’Aurora Pallavicini, proprio difronte al Quirinale. Una location che da sola vale la visita. Giornata calda e soleggiata quella del 14 maggio. Peccato che fino alla sera prima piovesse con previsione nefaste per il giorno seguente. Scelta obbligata per gli organizzatori quella di rinunciare allo stupendo giardino per portare all’interno del Casino i banchi di assaggio.
Mai un “piano B” si è rivelato migliore del “piano A”. Gli interni del Casino sono un tripudio di quadri, affreschi, mosaici, statue: concentrarsi sui vini è stato particolarmente arduo. L’eccellente qualità di alcuni di essi ha avuto la meglio sulle bellezze artistiche. Penso infatti alla interessantissima cantina, Pomario, ai profumi dei vini di Colognole, ai Pinot Nero di Nuova Tenuta Paradiso, al Primitivo di Masseria Pavone, ai vini di Paolo e Noemi D’Amico. Insomma tanta piacevolezza e tanto charm che ha pervaso l’intero evento Vino e arte che passione rappresenta qualcosa di unico nel panorama devli eventi enologici romani spesso relegate nelle sale degli hotel. Eppure di luoghi suggestivi a Roma ce ne sarebbero molti. Basta un minimo di capacità. Un plauso agli organizzatori della CT Consulting Events! NB I miei vini sono nelle stories “Vino e arte” del mio account Instagram (link sotto) Ivan Vellucci Mi trovi su instagram : @ivan_1969
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18 Maggio, 2023

Vignaioli Naturali Roma

  Cosa è un vino naturale? Non è difficile da spiegare anche se spesso si fa molta confusione. Semplice da dirsi, difficile da farsi. Perché la semplicità è nel non usare lieviti aggiunti. La difficoltà è la non uniformità dei metodi non essendoci una regolamentazione chiara e definita. Così si crea un mix tra biologico e biodinamico. È un problema? Direi di no. Anzi è un arricchimento. C’è chi usa solforosa (in quantità minima) e chi invece la rifiuta. Chi non effettua filtrazione, chi la esegue in maniera naturale. Chi usa particolari trattamenti in vigna, chi assolutamente nulla.
Insomma una ricchezza che però trova un denominatore comune nel non utilizzo di lieviti esterni e nella naturalità dei processi. Sicuramente senza chimica aggiunta. Grazie a Vignaioli Naturali Roma, quattordicesima edizione della kermesse dedicata ai vini Naturali tenuta a Roma il 6 e 7 maggio nella cornice dell’Hotel Excelsior di Via Veneto, in moltissimi hanno non solo avuto il piacere di degustare i vini, naturali, ma avere quel contatto diretto con i vignaioli. I veri artefici di capolavori. Un grazie a Tiziana Gallo per la sua instancabile attività di preparazione e organizzazione di un evento che continuerà nel tempo.   Nelle foto i vini delle cantine che ho avuto il piacere di visitare. NB I miei vini sono nelle stories “Vignaiolinat” del mio account Instagram (link sotto) Ivan Vellucci Mi trovi su instagram : @ivan_1969
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16 Maggio, 2023

Beviamoci Sud Roma

Beviamoci Sud Roma Il sud. Il sud del vino. Tutto nasce dal sud. Come la vita anche il vino. Eppure. Già, eppure. Perché fare vino al sud non è semplice per una moltitudine di problemi. Si farebbe presto a “buttarla in politica” ma non sarebbe senz’altro sufficiente. Fatto sta che dopo anni di autolesionismo, il sud di Italia sta manifestando grande fermento nell’ambito del vino. Le cantine accanto alla storicità sempre più sbandierata (e meno male!) hanno accostato qualità, ricerca, territorialità. Manca ancora un approccio più marketing al business e forse un po’ più di “sistema”. Manifestazioni come “Beviamoci Sud” organizzata da Andrea Petrini e Luciano Pignataro ha dimostrato quanto di buono ci possa essere al sud. Tante cantine riunite all’ombra del Colosseo nella location dell’Hotel Palatino di Roma. Occasione per incontrare vecchi amici e scoprire interessantissime realtà. Ho assaggiato prodotti che meriterebbero non solo fama maggiore ma anche un prezzo più alto. Perché la qualità andrebbe pagata il giusto prezzo.4 Grazie ad Andrea dunque per organizzare questo evento. Il prossimo anno ancora più nutrito!   Nelle foto i vini delle cantine che ho avuto il piacere di visitare. NB I miei vini sono nelle stories “Beviamocisud” del mio account Instagram (link sotto) Ivan Vellucci Mi trovi su instagram : @ivan_1969
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15 Maggio, 2023

“Wine in Venice” riparte al via le candidature per la prossima edizione!

Inizia oggi 15 maggio la possibilità̀ di candidare gratuitamente le cantine alla seconda edizione di “Wine in Venice” il celeberrimo red carpet del vino che si svolgerà, dopo il successo della prima edizione, a Venezia dal prossimo 20 Gennaio 2024. Sostenibilità̀, innovazione ed etica saranno le discriminanti per partecipare alla manifestazione con l’Associazione Italiana Sommelier della regione Veneto che garantirà la qualità̀ del prodotto nel bicchiere.   Si accendono nuovamente le luci su “Wine in Venice”, l’evento che ha rivoluzionato il mondo del vino. Wine in Venice, ha riunito lo scorso gennaio oltre tremila duecento persone, in tre giornate di kermesse con oltre seicento settanta etichette di vino che hanno sfilato lungo i duecento ventiquattro metri di tappeto rosso, stesi nelle maestose sale veneziane della Grande Scuola della Misericordia e del Cà Vendramin Calergi. Un evento fortemente sostenuto dal Comune di Venezia, che da oggi si prepara per la seconda edizione come dichiara Simone Venturini, Assessore del Turismo di Venezia: “Wine in Venice torna con la sua seconda edizione, una bellissima notizia per la nostra città che è lieta di ospitare di nuovo un evento di grande importanza a livello nazionale. È l’opportunità di sviluppare e approfondire ulteriormente i temi della sostenibilità, dell’etica e dell’innovazione in un settore cruciale per il nostro Paese che spesso si è rivelato apripista nel trovare soluzioni a problemi che investono l’agricoltura e l’industria italiana.” La seconda edizione si annuncia ricca di novità ed andrà̀ in scena dal prossimo 20 gennaio 2024 nella stessa location veneziana, ma la notizia odierna è che inizia ufficialmente oggi 15 maggio 2023 la possibilità̀ di candidare la propria azienda, illustrando non soltanto i propri prodotti vitivinicoli e le rispettive caratteristiche, ma soprattutto sarà̀ importante per le aspiranti cantine, raccontare progetti e risultati nelle tematiche di: etica, innovazione e sostenibilità̀. Sul tema della sostenibilità, sarà fondamentale nella selezione dei requisiti di selezione, l’analisi che riceveremo (alla fine del periodo di candidature) dai professionisti della rete “Vini Sostenibili – Vinrà” che condurranno uno screening su tutte le certificazioni in tema di sostenibilità, approfondendo dettagliatamente i progetti che si candideranno, come dichiarano Paolo Criscione e Maria Dei Svaldi : “Essere sostenibili presuppone “migliorarsi” giorno dopo giorno, individuando buone pratiche ovvero azioni quotidiane per il nostro futuro e per la salvaguardia del Pianeta. Poter comunicare la sostenibilità con testimonianze di aziende e i loro prodotti sostenibili in un contesto così rappresentativo come Venezia, diventa non solo un’opportunità ma un dovere al fine di contribuire alla diffusione di un cambio di paradigma che dovrà raggiungere sempre più persone e territori. Wine in Venice oltre ad essere il punto d’incontro di aziende vitivinicole sostenibili, è una vera e propria missione! Diffondiamo la sostenibilità per migliorare noi stessi e il Pianeta.” La candidatura è semplice, solo online, compilando il form dedicato sul sito wineinvenice.com Saranno Etica, Innovazione e Sostenibilità le tre discriminanti che selezioneranno i giurati dalla fine del prossimo luglio, per arrivare poi ad assegnare le venti Wine Wild Card che garantiranno l’accesso finale alle cantine, una per regione d’Italia, al prestigioso red carpet. Le venti cantine avranno l’onore di sfilare con i propri prodotti a gennaio nel suggestivo ed unico scenario della Grande Scuola della Misericordia di Venezia e nello storico palazzo del Cà Vendramin Calergi ed in tutte le location satellite della città lagunare. La qualità̀ del prodotto, dal punto di vista organolettico, sarà̀ garantita anche per la seconda edizione dall’autorevolezza e dalla professionalità̀ di AIS (Associazione Italiana Sommelier) grazie all’accordo con AIS Veneto, una garanzia di qualità̀ nel bicchiere e partnership strategica per la corretta riuscita della manifestazione come dichiara il presidente di AIS Veneto dott. Gianpaolo Breda: “Grande onore per AIS Veneto essere nuovamente partner in questa seconda avventura di Wine in Venice a gennaio 2024. Lo splendore della città lagunare nuovamente a servizio della cultura del vino e i sommelier pronti a raccontarla. Una grande occasione per cogliere l’essenza di una produzione sempre più sostenibile, attenta all’innovazione e all’etica con importanti personaggi legati al mondo del vino; degustazioni, talk show, walk around tasting, premiazioni. I sommelier di AIS Veneto vi aspettano numerosi per questa nuova avventura in una delle città più belle del mondo. Evviva la cultura del vino!” Venti cantine dicevamo che rappresenteranno ognuna la propria regione di appartenenza, un vero premio al duro lavoro in vigna che ogni anno per situazioni economiche e climatiche diventa sempre di più eroico, un vero premio perché́ non sarà̀ richiesta nessuna quota di partecipazione alle cantine selezionate. La giuria che voterà̀ le cantine sarà̀ poliedrica e composta da importanti figure sia del mondo del vino che di spicco in campo di: etica, sostenibilità̀ ed innovazione. Sveleremo prossimamente la giuria completa, ma vi anticipiamo la dichiarazione del presidente di giuria Luca Ferrua direttore di “Il Gusto” verticale del gruppo Gedi dedicata a Food&Wine, media partner dell’evento: “La seconda edizione di Wine in Venice consoliderà ancora di più l’evento come salotto del vino italiano, diventa punto di confronto e riferimento per tutte le realtà che raccontano il vino con qualità ed eleganza. La seconda edizione poi valorizzerà ancora di più la forza propulsiva di Venezia che per storia e tradizione dialoga con tutto il Mediterraneo in uno scambio di cultura ed esperienze unico.” La data da segnare in rosso sul calendario sarà il 15 luglio, il giorno nel quale gli organizzatori (Winetales, Beacon, Venezia Unica e The Media Company) insieme al media partner “Il Gusto” sveleranno tutte le novità della seconda edizione in una conferenza di presentazione da non perdere. Le dichiarazioni ufficiali: “Venezia è stato e sarà sempre di più per noi di Winetales, un momento di condivisione e di crescita per cercare di raccontare il vino a tutte le generazioni mettendo al centro della narrazione lo storytelling e l’innovazione” Dichiara Damiano Antonelli, Ceo di Winetales azienda organizzatrice di Wine in Venice. ” Siamo molto contenti di aver creato questo progetto, una grande sfida che permette di valorizzare Venezia ed il suo DNA internazionale, un percorso iniziato lo scorso Gennaio e che adesso vogliamo far crescere ancora di più” Aggiunge Riccardo Rabuffi, Amministratore Unico di Beacon srl azienda organizzatrice di Wine in Venice.   “Siamo pronti a parlare al mondo del vino per il secondo anno, con la forza di un progetto che ha come obiettivo quello di far crescere questo comparto produttivo” Conclude per gli organizzatori Alessandro Bartolini, Amministratore Unico di The Media Company Store srl, azienda organizzatrice di Wine in Venice.   Lara Loreti coordinatrice Wine&Spirit di “Il Gusto” dichiara : “Il nostro Paese, nel panorama europeo, si distingue per l’attenzione alla terra e alle coltivazioni biologiche. Ed è questa Italia, che sa guardare avanti e innovare, nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’etica, che vogliamo portare e “degustare” sul Red Carpet veneziano. Del resto, è in questa direzione che sta andando anche il mercato: da un’indagine condotta da Nomisma-Wine Monitor, risulta che un italiano su due sceglie vino biologico. Ed è lì che si concentrano, con trend crescente, anche i gusti dei consumatori all’estero”.   Francesca Pagnoncelli Folcieri, direttrice scientifica di Wine in Venice ci tiene a sottolineare che: “La seconda edizione di Wine in Venice riparte dai principi di etica, innovazione e sostenibilità, veri pilastri su cui costruire il futuro prossimo.  Come lo scorso anno 20 cantine saranno ospitate gratuitamente all’evento, scelte da una selezionata giuria per dare voce alle realtà vitivinicole virtuose, che possano essere da esempio per le buone pratiche già adottate. Con i wine talk si continuerà poi il dibattito, iniziato lo scorso anno, su come promuovere una cultura consapevole de vino, che sia capace di fare da bussola nel nuovo contesto storico, sociale ed economico in cui ci troviamo ad operare.” La redazione di Winetales Magazine 
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11 Maggio, 2023

Un coraggioso Metodo Classico

Un coraggioso Metodo Classico mi fa uscire dai confini di Siena e della Toscana diretta verso la vicina Emilia Romagna. Uno dei re indiscussi di questa terra è il Lambrusco; sicuramente non uno dei vini più corposi o eleganti della penisola italiana, ma proprio grazie al suo animo semplice, sgrassante e piacente, è uno dei vini più venduti in Italia. Oggi vi voglio parlare di una cantina che ha voluto osare e stravolgere un po’ il mondo del lambrusco: Cantina della Volta. Sita a Bomporto di Modena, dagli anni ‘20 del secolo scorso questa realtà si occupa di Lambrusco, ed ora l’enologo Christian è la quarta generazione della famiglia Bellei, fondatrice della cantina. Fin qui nulla di sconvolgente, abbiamo un’azienda di famiglia, un prodotto tipico, e un nome che rimanda al luogo dove sorge, visto che “della Volta” si riferisce alla limitrofa ansa del fiume Naviglio che obbligava le navi dirette verso Modena e curvare, a “voltare” appunto; quel che esce dall’ordinario, è il loro vigorso metodo classico. Per loro passione, dagli anni ‘70 del 1900 la famiglia Bellei produce vini spumanti metodo classico, con uve chardonnay, pinot nero e … Lambrusco di Sorbara. Dopo un’accurata visita in cantina inizia lo spettacolo: un assaggio di nove vini degli undici che producono. Tutti rigorosamente metodo classico, dal Mattaglio – blanc de noirs, blanc de blanc, rosé, brut e dosaggio Zero-, ai Lambrusco di Sorbara, per finire con un tradizionale rifermentato in bottiglia.
Tutti notevoli e tutti interessanti, sebbene tre, a mio avviso, spiccano sugli altri: Il Mattaglio 2019 – dosaggio 0
Circa 60% chardonnay e 40 % Pinot nero, resta dai 24 ai 36 mesi sui lieviti.
Qui è facile che io “ci caschi” data la mia sfegatata passione per il metodo classico pas dosé.
Davvero un ottimo prodotto, un’acidità presente e costante ma mai dominante, un agrume fresco che lascia una nota finale di limone molto piacevole e una mineralità davvero gradevole.
Inutile dire che lascia la bocca “pulita”, pronta per l’eventuale boccone o per godersi il retrogusto “limonso”.
Nella mia classifica da 1 a 5 stelline, questo ha guadagnato 4 stelle piene! Altro prodotto di spicco della cantina è il Rosè lambrusco di Sorbara Brut 2016. Non so se è perché inaspettato o se è stato avvantaggiato dall’ordine col quale abbiamo degustato i vini, ma questo, nella mia personale classifica, si è aggiudicato 4 stelle e mezzo! Piacevole e piacente, equilibrato, con una buona struttura acida e un interessante persistenza, ha, in più del precedente, un ottimo bouquet che regala profumi fruttati e floreali che, portando il calice alla bocca, preparano e incuriosiscono prima di tutto il naso. Amareggiata di non aver potuto provare il Brutrosso, un altro Lambrusco di Sorbara Brut che credo avesse qualcosa da dire – ma che tornerò per assaggiare non appena riapparirà in linea-, ora è tempo di tradizione. Rimosso Lambrusco di Sorbara rifermentato in bottiglia
Chiudiamo con un classico della zona, tornando ai canoni della produzione vinicola locale.
Di primo acchito, devo essere estremamente sincera, non mi ha fatto battere il cuore.
Forse perché era il nono vino, o forse perché è piuttosto lontano dai suoi fratelli metodo classico.
Al naso molto diverso, note di frutta rossa spiccate e a tratti pendenti verso un frutto sciropposo, mentre in bocca rimane più lineare, senza far spiccare nessuna nota particolare. Quasi quasi mi stava deludendo, quasi quasi stavo assegnando due stelline scarse, ma poi, eccola: la mortadella – a.k.a. mortazza – è giunta al tavolo.
Bella, grassa e con un sapore avvolgente per tutto il palato…le papille bramano qualcosa di fresco, qualcosa di secco, qualcosa di leggermente e delicatamente fruttato e “SBAM”, il Lambrusco rientra in scena, questa volta a gamba tesa e senza timori.
Basta un sorso per far si che la sua schiumetta, così consistente e bianca che la mia mente da guida turistica mi riporta alle onde del mare raffigurate nella Venere di Botticelli, pulisca e rinfreschi palato, senza cancellare l’aroma della mortadella e lasciando il posto alla soddisfazione.
Alla fine, il Rimosso si è meritato le sue 4 stelline piene! Non esistono vini buoni o cattivi; esistono situazioni adatte, momenti consoni e abbinamenti giusti.   A cura di Ambra Sargentoni. Se vuoi sapere di più su di me scopri il mio sito    
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