BlendNews

BlendNews è un contenitore di informazioni dedicato al vino. Racconteremo gli eventi, le novità e le curiosità di questo mondo.

 

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31 Luglio, 2022

Sette pezzi di Marketing semplici.

Sette pezzi di Marketing semplici. Ovvero 1+6 ideone genialinone di marketing, almanaccate qua e là. Intro Si deve a Marco Aurelio, l’Imperatore Filosofo, l’istituzione ad Atene di ben cinque cattedre, una di retorica e quattro di filosofia: platonica, stoica, aristotelica ed epicurea. Da lì in poi, in un certo senso purtroppo, si è diffusa la consuetudine di presentare il proprio pensiero “appoggiandolo”, per così dire ad una curata selezione di affermazioni – più o meno contestualizzate – di un già acclarato maestro. Perché purtroppo? Perché il rovescio di questa medaglia porta direttamente alla miseria del principio di autorità: dove uno in qualche modo si sottrae alla domanda “che cos’è la virtù” rispondendo “per Aristotele la virtù è”. Adesso però saltiamo di quasi diciannove secoli e cogliamo, tendenziosamente, dal Tractatus Logico-Filosofico di Wittgenstein questi quattro punti: 1. Il mondo è tutto ciò che accade 1.2. Il mondo si divide in fatti 2.1. Noi ci facciamo immagini dei fatti 2.141. L’immagine è un fatto Et voilà: ecco a voi una giustificazione teoretica a qualsivoglia generatore di bimbominkiate (poi il filosofo tenta disperatamente di chiudere il recinto a buoj fuggiti, tra l’altro terminando il Tractatus con il monito 7. Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere, ma ormai il danno è fatto). His fretus Su questi bei principi, ecco a voi 1+6 ideone genialinone di marketing, almanaccate qua e là. Potranno tornare utili quando si cerca di impressionare – senza pretesa di scientificità, ci mancherebbe – un potenziale committente a destinare una somma (che altrimenti finirebbe in carburante per il Cayenne, a voler fare gli ingenui: il Cayenne verrebbe sempre e comunque mantenuto operativo) per un’iniziativa promozionale grazie alla quale aumentare i margini (ricavi… are for boys, while margini are for men) e quindi poter rifornire con ancora maggior quantità di carburante il Cayenne. Denaro-Merce-Denaro: statisticamente ogni possessore di Cayenne ha ben presente come funziona il mondo. Zero. Ricordarsi la legge marxista sulla conversione della quantità in qualità Marx riconosce esatta “la legge scoperta da Hegel nella Logica, che mutamenti puramente quantitativi possono risolversi a un certo punto in distinzioni qualitative” (Il Capitale): “il che si ha per esempio nel caso dell’acqua riscaldata o raffreddata in cui il punto di ebollizione e il punto di congelamento sono quei modi nei quali si compie, a pressione normale, il salto in un nuovo stato di aggregazione, nei quali, quindi, la quantità si converte repentinamente in qualità” (Engels: Antidühring).  Oltre a restare positivamente impressionati di come Hegel ne abbia detta una allo stesso tempo riconosciuta come esatta (da Marx, vabbé, pulchra vis) e comunque comprensibile, riflettere su questo truismo aiuterà a tenere presente come più che al materiale di comunicazione in sé converrà prestare attenzione al piano di comunicazione: cioè a quando, come e per quante volte il nostro bellissimo spot verrà esposto al pubblico, e come questo pubblico verrà preselezionato. Uno. Follow the HYPE/follow the POP Facendo seguito a Zero., una volta riconosciuta una distinzione qualitativa improvvisamente in atto, una tattica efficace consiste nel cavalcare questa “novità”. È quello che fanno tutti i creatorini di instagram riutilizzando musichette o altri canoni pseudoestetici in tendenza: tipo “add 27 photos to this sound, and let it sync”: l’ho fatto anch’io, non c’è né da vantarsene, né da vergognarsi. Due. Ricordarsi delle immutabili leggi del Marketing secondo Dilbert La storia si presenta due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Scott Adams ha scritto capolavori comici a partire da antropologie di per sé tragiche. Le immutabili leggi del Marketing di Dilbert, con la loro inattuale intonazione sessista, ne sono pietra miliare: le riporto a beneficio di una posterità si spera divenuta miracolosamente meno ottusa: Leggi del Marketing per uomo: Se compri questo prodotto, potrai avere un appuntamento con la modella in bikini. Se compri questo prodotto potrai risparmiare dei soldi, soldi che ti verranno utili in caso di appuntamento con la modella in bikini. Legge del Marketing per donna: Se compri questo prodotto, potrai diventare la modella in bikini. Hoi pleistoi kakoi (la maggioranza delle persone è cattiva), Biante di Priene, uno dei sette saggi antichi, lo scolpì sul Tempio di Apollo a Delfi più di duemilacinquecento anni fa. Forse non saremo ancora al palo, ma la corsa verso la civiltà è ancora mooolto lunga. L’applicabilità di queste leggi è immediata. Tre. Quando utilizzare il sofista, quando l’influencer Nella scelta del testimonial una dicotomia sufficientemente semplice da spiegare è quella tra un testimonial “in perimetro” rispetto al sottostante merceologico (cioè in pratica un sofista prezzolato, ad esempio un sommelierino a la page che stappa una bottiglia di Franciacorta) e un testimonial “fuori perimetro” riconosciuto rilevante in altro sottostante merceologico (ad esempio far stappare la bottiglia di Franciacorta da una seguitissima influencer… di bigiotteria low-cost). Qui non c’è una soluzione unica (se è per quello, in mancanza di esperimenti scientifici, tutto il marketing resta preda di una meramente postulata sincronicità junghiana tra il proponente e il committente), ma inquadrare la problematica in una dicotomia comprensibile e successivamente invocare vuoi “credibilità” del testimonial vuoi “correlazioni” tra settori merceologici è solo un altro divertente esercizio di sincronicità – il vostro coach potrà sicuramente, e a pagamento, fornirvi tutti gli strumenti per essere persuasivi. Tra sofisti di certo riuscirete a capirvi. Quattro. Vizi privati e pubbliche virtù Il massimo di sincronicità si ottiene quando due persone fanno riferimento agli stessi archetipi: basta quindi scegliere modelli largamente utilizzati per fare centro. Ecco la mia modesta proposta. Formulazione forte: riferirsi ai sette vizi capitali (Lussuria, Gola, Avarizia, Accidia, Ira, Invidia e Superbia). Mettete in scena – un po’ come Shakespeare, l’umana commedia del vizio e la gente vi si riconoscerà. Oh se vi si riconoscerà. Formulazione alternativa, debole: glorificare le quattro virtù cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza). Ecco, in teoria queste dovrebbero piacere a tutti, in realtà ci ricordano solo quanto sia infinita la distanza che separa l’essere dal dover essere, e quanto amaro sia questo tragitto. Difficile da consigliare, ancorché suggestivo, questo approccio. Cinque. Il fascino torbido del genere Gonzo A corollario di Due. e di Quattro. Direi proprio intanto di ricordare di cosa si stia parlando (cit.Wikipedia): “Gonzo è uno stile di ripresa fotografica, cinematografica o qualunque altra produzione multimediale nella quale l’autore della ripresa, il regista o il creatore è coinvolto nell’azione piuttosto che esserne un osservatore passivo.” Questo genere è di estrema efficacia in rappresentazioni di sottostanti multisensoriali: una foto di un piatto di carbonara può al più riportare la vista del piatto, un videoselfie di un golosastro (Magnosolo, qui si parla di lei) che assume un piatto di carbonara riporta vista e udito (gli spiacevoli echi della masticazione dello spaghetto) e suggestiona per olfatto e gusto. Ancora, le rappresentazioni del piatto già assaggiato, ovvero quasi finito o della beata scarpetta finale hanno in questo genere piena e sincronica valenza. Perché torbido allora? Perché la sincronicità s’attesta in genere su di un vizio archetipico (per i cultori della materia, si ricordi il genere Gonzo nella cinematografia pornografica, ovviamente associabile alla Lussuria). Sei. L’effetto carnevale/paese dei balocchi Qui l’archetipo è la dicotomia Schopenhaueriana di angoscia e noja: queste Scilla e Cariddi su cui infrangiamo quotidianamente la fragile navicella della nostra pace esistenziale. Nulla di meglio, per una fuga momentanea da questo strazio, di buttarla in caciara sovvertendo le stesse forme kantiane a priori della conoscenza: spazio, tempo e principio di causalità. Spazio quindi a narrazioni per cui l’ordinaria struttura della conoscenza non valga o venga comunque sospesa. Prima di pensare quanto sia sublunare questo argomento, ricordiamo cortesemente come ormai ogni spot che abbia come oggetto un automobile/un telefonino inizi inevitabilmente con un postulato truismo contemporaneo – cioè una caxxata immane – che ha il solo scopo di sospendere l’ordinario tristo continuum esistenziale per “elevare” il malcapitato a stati “superiori” di coscienza ai quali sincronicizzare il bene proposto. Outro Sette pezzi di Marketing semplici, giusto per cavarsi d’impaccio in una qualche discussione mondana. Foto dell’autore, si ringrazia il produttore del Franciacorta “Novalia” (Villa Crespia, Adro) non solo per la bottiglia e per il bicchiere, ma anche per tutti gli stimoli e il supporto ricevuto sulla via del Franciacorta. Grazie mille! Da @bottigliadissanguata, passo e chiudo: quando troverò altri sette pezzi, scriverò il seguito.
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20 Luglio, 2022

“Wine Media Conference” per la prima volta arriva in Europa a Desenzano del Garda

Un risultato incredibile presentato ieri a Milano in Regione Lombardia la “Wine Media Conference” per la prima volta arriva in Europa e superando di slancio la concorrenza di Francia e Germania, trova la sua “casa” ideale per la prossima kermesse di Settembre sulle sponde del lago di Garda a Desenzano. Un risultato importante e strategico per il nostro paese che dal 27 settembre al 3 ottobre prossimo trasformerà Desenzano del Garda nel centro internazionale del patrimonio ampelografico mondiale. Un risultato arrivato grazie alla passione, perché è quella che trascina ogni grande progetto, la stessa passione che ha fatto tremare la voce ieri ad una emozionata Laura Donadoni, stimata giornalista del mondo del vino, che con passione e coraggio ha cambiato la sua vita professionale trasferendosi da Bergamo a San Diego in California, diventano di fatto ambasciatrice del Made in Italy nel territorio Americano ed unica donna italiana membro del prestigioso International Circle of Wine Writers di Londra. Una passione, dicevamo che ci ha trasmesso con le sue parole durante la presentazione: “Ho visto nascere questa conferenza dedicata ai professionisti della comunicazione del vino, partecipando negli States ad ogni edizione come giornalista e ambasciatrice dei territori italiani e quando Allan Wright lo scorso anno mi disse di voler portare la WMC per la prima volta in Europa, mi sono ripromessa che avrei fatto di tutto perché fosse il mio Paese d’origine a ospitarla. Era un’occasione troppo preziosa, il coronamento del lavoro di anni nel promuovere con orgoglio il vino italiano negli Stati Uniti.” Una passione, quella di Laura che ha incontrato un’altra grande donna del Vino Italiano Giovanna Prandini, presidente di Ascovilo, che ha sposato l’iniziativa e che con una visione lungimirante sta fortemente spingendo il rilancio del territorio lombardo. Laura racconta il suo incontro con Giovanna così: “Ho trovato in Giovanna la stessa determinazione e amore per la nostra terra: una scintilla che ci ha permesso di far diventare realtà quella promessa. L’abbiamo proposto a Regione Lombardia per la portata nazionale della manifestazione e abbiamo trovato subito entusiasmo e voglia di portare a casa il risultato. Ora non dobbiamo sprecare l’occasione, innanzitutto per i nostri produttori che hanno storie straordinarie per far innamorare la stampa di settore della Lombardia e dell’Italia”. Giovanna Prandini sta certamente facendo molto, con la sua associazione Ascovilo, per raccontare e posizionare correttamente le storie enoiche lombarde in un percorso di crescita e di valore. “Sono contenta del risultato di Ascovilo perché premia il desiderio di fare insieme la promozione dei vini di Lombardia. Una promozione molto più efficace di quanto possa fare un consorzio da solo. In questo caso avremo l’opportunità di rivolgerci al mercato americano. Davanti a noi ci saranno infatti oltre 50 giornalisti di primissimo livello degli Stati Uniti. Un potenziale quindi di comunicazione del valore delle nostre denominazioni davvero importante. Una grande opportunità da non perdere. Lavoreremo per arricchire il programma e per rendere memorabile l’appuntamento italiano ed europeo” Proprio le istituzione della regione hanno reso possibile questo progetto, un territorio che conta 24.000 ettari di superficie vitata e una produzione annuale di 1.370.000 ettolitri (dato aggiornato al 2021, ndr). Il 90% del vino prodotto in Lombardia è a ‘denominazione di qualità’, grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt. “I vini lombardi e i territori che rappresentano saranno al centro del mondo. Un’occasione – ha dichiarato l’assessore lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi – che sapremo sfruttare nel migliore dei modi, ringrazio la presidente di Ascovilo Giovanna Prandini per la proficua collaborazione. Questa manifestazione,  per la prima volta in Europa, è il fiore all’occhiello dell’azione di Regione Lombardia finalizzata alla promozione e valorizzazione dei nostri vini.  Il vino infatti non è solo un semplice prodotto, ma il veicolo di racconto di un territorio”. Conclude poi il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana dicendo: “E’ un onore ospitare per la prima volta in Europa e nella nostra Lombardia un evento mondiale come la Wine Media Conference , la comunicazione, al giorno d’oggi, è un settore di grande rilevanza”. E l’attrattività “a 360 gradi della Regione e la reputazione dei prodotti ‘Made in Italy’ – ha aggiunto – vanno ulteriormente valorizzati” Che cosa è la Wine Media Conference? Fondata nel 2008, si tratta di una manifestazione che riunisce ogni anno wine blogger, giornalisti di settore, wine media tradizionali, influencer dei social media e operatori, in particolare statunitensi. Ogni anno la kermesse viene organizzata in una location diversa: nel 2021 si è svolta a Eugene, in Oregon, mentre nel 2022 sbarcherà per la prima volta in Europa, con la Lombardia che ha superato la concorrenza di aree come la Provenza francese o la Mosella della Germania. La conferenza “Wine Media Conference” per la prima volta arriva in Europa per tre giorni si terrà dal 29 settembre al 1° ottobre all’Hotel Acquaviva del Garda di Desenzano del Garda. Durante la conferenza sono previste diverse attività di divulgazione e degustazione. Tra queste:  Educational sessions, Discovery sessions, Live Wine Social, pranzi e cene a tema con abbinamento dei vini. Wine tours Nei giorni precedenti e successivi alla conferenza si svolgeranno sei escursioni che coinvolgeranno sette Consorzi di Tutela del Vino di Lombardia: 27/09/2022 VALCALEPIO e MOSCATO DI SCANZO 28/09/2022 LUGANA 28/09/2022 VALTENESI 02/10/2022 VINI MANTOVANI 02-03/10/2022 VALTELLINA 02-03/10/2022 OLTREPO Una passione che avremo il piacere di raccontarvi nelle pagine del nostro magazine, vi diamo appuntamento a settembre uniti nella stessa passione, quella del calice di Vino e delle sue meravigliose storie. A cura della Redazione
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13 Luglio, 2022

Wine in Venice, Welcome to the Wine “RED CARPET”

Wine in Venice  Sostenibilità, innovazione ed etica…La città di Venezia lancia il primo evento del “Calendario 2023” e lo dedica al vino ed alle sue meravigliose storie. Venezia, 13 luglio 2022 – Il vino sbarca a Venezia e lo fa in grande stile, come impone la magia di questa città. Venezia diventerà dal 28 al 30 Gennaio 2023 il centro enoico del nostro paese, ospitando il primo Red Carpet del vino per un evento semplicemente iconico. Un palcoscenico dedicato a protagonisti, storie, contaminazioni e commistioni tra il mondo del vino e non solo. Un contenitore ideale per parlare di tre temi scelti dagli organizzatori (Winetales, Beacon, Venezia Unica e WineHo) per la prima edizione della manifestazione, che saranno il centro del dibattito di tavole rotonde e talk dedicati.  I tre temi, selezioni per la prima edizione 2023, sono: SOSTENIBILITA’ INNOVAZIONE ETICA Per dare le giuste cornici a questa manifestazione, la città di Venezia, con l’attenta regia dell’amministrazione comunale, apre le porte di alcuni tra i suoi Palazzi più prestigiosi e simbolici, ad iniziare da: Ca’ Vendramin Calergi La Scuola Grande della Misericordia      Nei prossimi mesi si aggiungeranno all’evento altre strutture di pregio della città lagunare, oltre ad importanti marchi dell’artigianato “made in Venice” e ad attività itineranti, grazie a collaborazioni con agenzie di incoming and experience, tutte realtà entusiaste e desiderose di partecipare a questo nuovo grande evento internazionale. La partnership con Vela spa, la società del Comune di Venezia dedicata al marketing ed agli eventi, garantirà alla manifestazione un’elevata attenzione da parte della città. Vela spa infatti supporterà la promozione e comunicazione della manifestazione nell’ambito del palinsesto delle iniziative cittadine.   Venezia accoglierà una tre giorni senza eguali, ricca di momenti di confronto, degustazioni, presentazioni e spunti di riflessione per delineare i prossimi passi dell’intero settore enoico e non solo.  Un evento così prestigioso, ha bisogno di un media partner in grado di garantire una diffusione adeguata.  Per questa ragione si affianca all’iniziativa, fin dalla prima edizione, il gruppo GEDI con la verticale collegata a “La Repubblica” che ha come focus il Food & Wine ovvero: “IL GUSTO”  I numeri di “IL GUSTO”  parlano da soli: 3 Milioni di pagine viste mese, 2,5 milioni utenti unici al mese, 300.000 Copie, 1,4 mln Facebook followers, 12.4 ml Instagram Followers. L’accordo con il gruppo GEDI è triennale e sarà una garanzia di crescita della manifestazione sia per autorevolezza che per diffusione mediatica. Un evento che avrà fin da subito un forte respiro internazionale e che prevede, tra le altre iniziative, anche la cerimonia di premiazione del Premio Export Italia a cura di Uniexport Manager. Il Premio Export Italia è un premio diverso da tutti gli altri perché non è destinato a realtà con il maggior fatturato export e nemmeno a quelle più̀ presenti nel mondo. Il Premio valorizza le storie export di successo delle piccole e medie imprese, in quanto utili ad altre aziende ancora non esportatrici alla ricerca di una strategia e di un modello al quale ispirarsi.  Sarà questo un momento di ulteriore riflessione per tutti i professionisti dell’export in ogni campo e divisione merceologica per approfondire la tematica legata a quella meravigliosa missione che è portare il “Made in Italy” in tutto mondo. La magia di Venezia farà il resto e proprio prima dell’inizio del Carnevale sprigionerà sul mondo del vino il fascino dei canali, delle sue unicità architettoniche, della sua storia impareggiabile, insomma la bellezza di una città unica ed iconica per un perfetto palcoscenico diVino.  “Venezia è onorata di ospitare la prima edizione di un evento che parla di natura, sostenibilità e ultime tecnologie applicate al mondo del vino – dichiara l’assessore al Turismo Simone Venturini – per tre giorni la nostra città diventerà punto di riferimento di un importante settore economico e culturale del nostro Paese. Wine in Venice sarà tra i primi appuntamenti di alto livello del 2023, un modo per iniziare il nuovo anno con il piede giusto continuando a puntare sulla qualità”.     “Vogliamo continuare a portare il vino di qualità in giro per l’Italia e per il mondo e farlo apprezzare a tutti, non solo agli addetti ai lavori. Per noi di Winetales, questa di “Wine in Venice” è una sfida importante. Siamo altresì certi che la magia di questa città ci scorterà per un evento semplicemente memorabile.” dichiara Damiano Antonelli CEO di WT Group srl, società proprietaria del marchio Winetales. “La Misericordia di Venezia si è sempre distinta per la rilevanza e l’unicità degli eventi ospitati all’interno delle sue secolari mura, siano essi eventi privati o pubblici, culturali o di business; ospitando parte della manifestazione WINE IN VENICE avremo l’opportunità di raccogliere tutte queste declinazioni in un grande evento poliedrico dedicato alla cultura d’impresa e a tre temi ormai imprescindibili per qualsiasi realtà imprenditoriale: Etica, Sostenibilità, Innovazione”   Dichiara la Dott.ssa Martina Semenzato (Consiglio di Amministrazione Scuola della Misericordia di Venezia Spa) “L’appuntamento di Wine in Venice è dal nostro punto di vista un momento unico per il nostro mondo in quanto nessuna città può essere considerata iconica come Venezia e rilevante da un punto di vista turistico e di ospitalità. L’abbinamento col vino di eccellenza rende questo connubio un unicum che sono certa sarà vincente per molti anni e noi di WineHo faremo tutto il possibile per fornire gli strumenti formativi e di consulenza per dare a tutti i partecipanti e stakeholders il massimo ritorno possibile.” racconta la titolare e fondatrice di WineHo Cristina Mascanzoni Kaiser “Abbiamo accettato con piacere la sfida di “Wine in Venice”. Costruire un evento trasversale alle eccellenze Italiane, in primis al vino, in una città come Venezia, rappresenta per noi un punto d’arrivo. Venezia è indubbiamente un palcoscenico unico al mondo: forse il più adatto per raccontare il vino attraverso la lente dell’arte, della cultura, delle tradizioni commerciali e dell’espansione internazionale su mercati a lungo raggio. Siamo contenti che l’Amministrazione abbia voluto fortemente un evento del genere nella propria Città e siamo onorati di figurare tra gli organizzatori insieme a tantissime realtà altamente specializzate e professionali.” Riccardo Rabuffi Amministratore Unico di Beacon Srl  Il Presidente del Premio Export Italia, Massimo CUGUSI ha commentato  “Il sistema delle aziende esportatrici italiane evidenzia un’ampia forbice tra piccole e grandi imprese da un lato e tra Centronord e Mezzogiorno dall’altro. In tutto il Paese possiamo comunque esprimere un’ampia varietà di esperienze di successo” “Sarà nostro compito – ha proseguito Cugusi – non solo riconoscerle e premiarle ma, soprattutto, fare in modo che diventino patrimonio condiviso, accessibile anche a chi, per la prima volta, si affaccia ai mercati esteri. Il libro che, alla fine di un percorso che attraverserà nei prossimi mesi tutta Italia, racconterà le cento migliori storie sarà un vero e proprio catalogo di buone pratiche per accelerare il percorso delle imprese più piccole, attualmente ancora ai margini nei processi di internazionalizzazione”. “La sfida di creare un grande evento del vino in una delle città più affascinanti del pianeta è in linea con la mission de “IL Gusto”, la testata che produce i contenuti food, wine&travel per il gruppo Gedi.  Vogliamo restituire all’Italia il ruolo di narratore delle eccellenze italiane nel mondo e quella di Venezia può essere una data chiave. Da far crescere insieme” dichiara Luca Ferrua direttore di “Il Gusto” “Venissa è un punto di riferimento per chi desidera conoscere la laguna nella sua veste più inedita. Continuiamo a farci custodi e promotori di questo territorio prezioso con la consapevolezza di dare a tutti i nostri ospiti la gioia di godere di una cosa unica al mondo.” dichiara Gianluca Bisol presidente di Bisol 1542 A cura della Redazione  https://youtu.be/RakajXgmc-E
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8 Luglio, 2022

Metti una benda a cena

Metti una benda a cena, dicevamo e la degustazione alla cieca è un vivace modo per approcciarsi al vino. Non è una roulette russa, ma la benda agli occhi è protagonista. Con gli occhi bendati il mondo sensoriale cambia completamente, espandendo in modo esponenziale le percezioni delle caratteristiche organolettiche del vino, portando il degustatore a cogliere ogni minima sfumatura di rumore, profumo, sapore, e addirittura la differenza di peso specifico dello stesso, e ponendolo a distaccarsi dai giusti riferimenti dati dagli occhi. Tutto questo, e anche molto di più, è accaduto a Milano presso il locale Est Milano di via Calvi, durante una serata-evento organizzata da Wine Tales e del Sommelier Federico Bovarini. La stanza messa a disposizione dagli organizzatori si è così trasformata in un crocevia di opinioni, associazioni ed esperienze emotive differenti per ogni partecipante, quasi come a scatenare un effetto Madeleine degno del film Ratatouille. In questo caso il destinatario di tali riscoperte della memoria non è stato un severocritico enogastronomico, bensì ogni partecipante presente a questa entusiasmante iniziativa. La serata è iniziata con la proposta di 2 vini per batteria, in abbinamento agli squisiti piatti di Est Milano, per un totale di 6 vini degustati alla cieca. L’ aspetto più’ sorprendente è stato riscontrare la differenza di percezione tattile a livello gustativo, dove alcuni non hanno riconosciuto addirittura la presenza della bolla al palato. Questo cosa sta a significare? La poca attenzione che si dà alla presenza, qualità e tipologia di bolla nel calice, una minor esperienza, o semplicemente che la vista condiziona in maniera molto invasiva le fasi della nostra degustazione? A voi le conclusioni e soprattutto “Metti una benda a cena” Per non parlare dell’ effetto dato sui profumi e sapori, in relazione al fatto di non vederne colore e consistenza. Io per prima ho confuso un rosé per un rosso, rosé certamente particolare, ma se non lo vedi non ci credi. Ben ricercati anche tuti gli altri vini. E ora vi presento tutta la batteria: Sajni Fasanotti, Mori (Tn) “Senza pensieri”, Chardonnay, Metodo Classico Trento Doc Riserva 2015, sboccatura 2020 Pietramatta, Cenate Sotto (Bg)“Amber”, Souvignier Gris, Orange Wine Sajni Fasanotti, Mori (Tn) “Conte Alessandro”, Chardonnay, Sauvignon, Incrocio Manzoni, Trentino bianco Doc,riserva 2018, vinificazione in bianco Pietramatta, “035” , Moscato di Scanzo Rosato, IGP, rosato Sajni “Selvaticum” Enantio riserva, Terra dei Forti Doc 2016, rosso Pietramatta “Blò”, Merlot e Moscato di Scanzo, IGP, anfora e barrique La Benda sugli occhi ti fa viaggiare, nei tuoi ricordi più reconditi e ti riporta ai tuoi posti del cuore, tanto da associare questi vini provenienti dal nord Italia a luoghi mediterranei con Sicilia e Campania. Insomma, un viaggio virtuale dove vuoi tu. A rendere questo gioco di riconoscimento ancora più complicato, sono state l’astuzia e la preparazione del sommelier Federico Bovarini, che ha condotto la serata guidandoci verso luoghi infiniti. Tante le sorprese della serata, ma la più bella non ve la racconto, invitandovi a partecipare ai prossimi eventi organizzati da Wine Tales e a scoprirla da soli. A cura di Valeria Valdata
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3 Giugno, 2022

La Lombardia incontra Roma

La Lombardia incontra Roma per raccontare il patrimonio ampelografico lombardo nella capitale. Il vino è cultura, il vino è territorio, ma soprattutto il vino è condivisione: per questa ragione Ascovilo ha deciso di supportare Winetales Magazine e la sua area interviste all’interno della diciannovesima edizione di Vinoforum, in programma a Roma dal prossimo 10 giugno 2022. Vinòforum è da sempre un appuntamento inclusivo che ospita ogni anno circa 49.000 visitatori con un forte legame con il pubblico capitolino e non solo. Condividere e appassionare i visitatori del prossimo Vinòforum per raccontare i vini di Lombardia che occupano circa 24.000 kmq della regione, con aree di produzione che hanno caratteristiche molto diverse sia dal punto di vista climatico sia dal punto di vista di composizione dei terreni, è la sfida che Winetales Magazine e Ascovilo vogliono affrontare insieme. Dalle montagne della Valtellina si passa alle zone pianeggianti o parzialmente collinari come l’Oltrepò Pavese, fino arrivare in aree con un microclima particolare, come quelle attorno al lago di  Garda e ai famosi “Sass de la luna”, su cui cresce il Moscato di Scanzo, da cui un passito che rappresenta la seconda DOCG più piccola d’Italia. La superficie regionale è pianeggiante per circa la metà della sua estensione, mentre è montuosa per un ulteriore 40%. Poco più del 10%, invece, della superficie è collinare, e pertanto si presta alla  viticoltura di qualità. Questa profonda varietà di terreni permette coltivazioni e produzioni diverse per un patrimonio ampelografico composto complessivamente da: 5 DOCG, 23 DOC e 15 IGT per circa 1,300,000 hl di vino prodotto ogni anno. Tutte queste storie di vino saranno ospiti a Vinòforum, per dieci giorni di degustazioni e masterclass all’interno dell’area di Winetales Magazine che grazie alla collaborazione con Beacon, azienda specializzata nell’internalizzazione delle aziende italiane, avrà un respiro internazionale con un focus dedicato alle potenzialità delle aziende enoiche lombarde nel mercato internazionale. Non resta che accedere luci e microfoni e dare voce al vino lombardo e non, grazie all’appassionata redazione della rivista, a tutti gli operatori di settore, al pubblico e agli ospiti più importanti della prossima kermesse capitolina. “Vogliamo continuare a portare il vino di qualità in giro per l’Italia e per il mondo e farlo apprezzare a tutti, non solo agli addetti ai lavori. Ringraziamo Ascovilo per questa opportunità e non vediamo l’ora di iniziare questa terza edizione del binomio che lega Winetales Magazine a Vinòforum. Siamo davvero orgogliosi di poter accostare il nostro marchio a una manifestazione piena di passione e pubblico e quest’anno di farlo insieme alla presidente di Ascovilo Giovanna Pradini e alle sue fantastiche eccellenze.”dichiara Damiano Antonelli CEO di WT Group srl, società proprietaria di Winetales Magazine. “Le nostre produzioni vitivinicole sono espressione di un territorio dal grande potenziale, tuttavia talvolta il nostro impegno non viene adeguatamente comunicato ed è ben noto solo a livello locale. Sono felice di dare il via a questa collaborazione con Winetales e Vinòforum certa che l’opportunità di presentarci in un mercato estremamente interessante per il consumo del vino italiano possa sostenere il tentativo dei nostri consorzi di promuovere le denominazioni DOP e IGP di Lombardia” dichiara Giovanna Prandini Presidente di Ascovilo ‘’Sono quasi 20 anni che Vinòforum propone un approccio al vino che permette di mettere in contatto diretto aziende, operatori del settore e consumatori finali, – dichiara Emiliano De Venuti, CEO di Vinòforum – Il nostro si è rivelato un format vincente, che riesce a soddisfare tanto le aspettative degli addetti ai lavori, quanto la curiosità degli appassionati. Ogni anno alziamo l’asticella proponendo al nostro pubblico un calendario di appuntamenti sempre più interessante. Siamo felici per questa edizione di aver creato una partnership con Ascovilo che, grazie agli amici di Winetales, potrà raccontare l’eccellenza dei propri territori.” “Da anni ci occupiamo di internazionalizzare le eccellenze vitivinicole del nostro Paese in specifiche aree del mondo: Regno Unito e Sud Est Asiatico. Abbiamo iniziato portando all’estero prodotti e produzioni principalmente legate alla Lombardia. Per questo motivo proviamo un ulteriore moto d’orgoglio nel presentarci a VINOFORUM congiuntamente ad ASCOVILO.  Siamo estremamente contenti di poterci affacciare su uno snodo importante come quello di Roma, allargando, di fatto, il nostro raggio d’azione al Centro Sud Italia che rappresenta, almeno per la nostra esperienza diretta, un’area di grande interesse per gli importatori esteri con cui lavoriamo” Dichiara Riccardo Rabuffi, Amministratore Unico di Beacon Srl, “Il Lugana Doc partecipa con grande entusiasmo a questa edizione di Vinoforum con la volontà di far conoscere ed esplorare ai partecipanti tutte le sfumature della nostra denominazione. Lugana non è solo un vino dalle numerose espressioni e declinazioni – noi li definiamo oggi 5 stili – ma anche un territorio affascinante, quello del Lago di Garda, che offre una cornice ideale per suggellare una memorabile esperienza enoturistica. Roma rappresenta un luogo dal fascino eterno, una città in cui ritorneremo a settembre con un grande evento esclusivo per il Lugana, a testimonianza del valore che la città rappresenta per il nostro Consorzio, importante meta italiana del piano promozionale 2022″ dice Fabio Zenato, presidente del Consorzio Tutela Lugana DOC. “Per il nostro Consorzio la presenza a Vinòforum insieme ad Ascovilo è un’ulteriore tappa verso il nostro obiettivo primario: fare conoscere e degustare il Moscato di Scanzo e farne capire l’unicità assoluta. Roma ovviamente ci apre le porte ad una parte d’Italia dove è praticamente impossibile trovare il nostro passito, non potevamo assolutamente mancare questo importante appuntamento” dice Francesca Pagnoncelli, presidente del Consorzio Tutela Moscato di Scanzo. “I Vini Mantovani si presentano per la prima volta a Vinòforum con le migliori etichette delle 6 denominazioni D.O.C. e I.G.T. della provincia di Mantova: dai pregiati vini internazionali dei Colli Mantovani, all’emblematico Lambrusco Mantovano dagli esclusivi vitigni autoctoni. Accoglieremo i visitatori, portando loro il nostro territorio di grande fama culturale e gastronomica che saprà stupire con una wine experience indimenticabile”, dice Corrado Cattani, presidente del Consorzio Vini Mantovani. “Raccontare le grandi eccellenze del vino è la prima e più importante missione di Winetales Magazine, rivista che raccoglie all’interno della sua redazione professionisti del settore che, coordinati dall’eccellente Francesca Pagnoncelli Folcieri, creano contenuti di valore sempre maggiore. La partnership con Ascovilo e Vinoforum è la dimostrazione della passione con cui la nostra redazione persegue l’obiettivo di condividere con il pubblico le storie che nascono tra le vigne e che sono le fondamenta dell’eccellenza nostrana.” dichiara Simone Bonaccorso, direttore responsabile di Winetales Magazine.
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25 Aprile, 2022

Folklore Contemporaneo

Nella piccola cittadina britannica è Folklore Contemporaneo, si svolge il Sicily Fest. Epifania di colori, suoni, usanze e luoghi comuni, visti in chiave moderna. Si, perché non esiste un’evoluzione di settore a sé stante, ma collettiva e culturale e, anche il luogo comune sul bistrattato siciliano, ha la sua ragione evolutiva. In questo caos di festeggiamenti ci si ritrova a celebrare ed esaltare, eventualmente, la cultura, la tradizione e l’evoluzione di un popolo; di una regione, che fonda le sue radici in un terreno importante e multistrato. Il mondo è cambiato. E noi con lui. Così mi faccio un giro. Mi fermo agli stands. Parlo con le persone. Trovo amici e persino fornitori. E poi vedo anche il famoso pistacchio di Bronte. La fiera è un agglomerato di persone e cose, che gravitano gli uni attorno agli altri. Un po’ in disparte, ma non troppo da essere considerato “esclusivo”, trovo la ragione principale per cui ho deciso di affrontare la Northern line direzione Angel. La Wine Experience è lì, dove non te l’aspetti. In mezzo a quel caos atomico, pur mantenendo il suo angolino di quasi quiete. Fisso con sguardo dubbioso e poi mi presento, tanto per sciogliere il ghiaccio. Mi ricordo d’essere italiano, e con me la brava e un po’ spaesata Federica, AIS educator qui a Londra, e facciamo dello spirito di adattamento il nostro mantra per tutto il resto della durata della “Experience”. Per “accedere” hai bisogno di un braccialetto di colore rosso, che ti dà diritto di prelevare un calice e reclamare la tua mescita. In abbinamento troviamo i piatti cucinati da Enzo e il suo team, presidente della federazione Italiana cuochi UK: capponata tradizionale accompagnata da due tortillas (confezionate) e un raviolo fritto di ricotta e funghi con del miele leggermente piccante, un crumble di pistacchi (di Bronte?) E del rosmarino fritto. Entrambi i piatti vengono accompagnati dal Rosematte 2021 di Le Casematte, un Nerello Mascalese rosato di primo pelo, con un corpo pieno e una beva divertente. Proseguiamo con un rosato dedito più al frutto e alla rotondità. Le Rose 2020, Regaleali, vigne di Nerello Mascalese selezionate da il Conte Tasca d’Almerita. Le due note di, più o meno, merito vanno a due rossi. Laetitya 2020 di Casa Grazia, Frappato in purezza, che strizza l’occhio alla struttura, ma che ha ancora tanta bottiglia da fare Etna Rosso 2020, Masseria Setteporte, Nerello Mascalese e Cappuccio. Un entry level (con molta probabilità sarà presente nella mia carta), che non vuole pretendere d’essere qualcun altro, ma che fa’ della sua umiltà la sua grande forza. Regala un buon sorso ora e uno migliore a chi lo sa aspettare un paio di anni in più. Dulcis in fundo: Sarebbe bello poter vedere e vivere un evento ragionato. Avere lo spazio da dedicare a un live cooking piuttosto che a un percorso nel mondo del vino, che giustifichi tale promozione, e senza che attorno ci sia musica ad elevatissimo livello sonoro o altre fastidiose distrazioni. La sensazione (confermata) è che si sia fatto tutto un po’ così, alla buona. 4 etichette messe lì da parte e una piccola cucina da battaglia. L’italiano però, in un modo o nell’altro, la porta sempre a casa e, grazie all’improvvisazione, la tenacia e la passione di chi ha lavorato, si è riusciti a chiudere con un grande sorriso. A Cura di Francesco Fantinel
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2 Aprile, 2022

Vinifera, dalla parte del vignaiolo

Vinifera, dalla parte del vignaiolo. Quella Vinifera? Vinifera la mostra mercato dei vini artigianali dell’arco alpino alla Fiera di Trento, intendi? Quella dello scorso 26 e 27 Marzo? E ci mancherebbe altro non fosse dalla parte del vignaiolo! Al tempo, al tempo. Invoco la suppositio materialis: volevo solo intendere che ho visto Vinifera dall’altra parte dello stand, per l’occasione ospite operoso – mescente vini, affabulandone secondo capacità e vezzo, soccorrente il vignaiolo in alcune necessità pratiche connesse all’evento – di Le Driadi Slow Farm, illuminato vignaiolo in Capetaglio di Palazzago – BG. VINIFERA 2022, TRENTO Un’occasione così… buttala via. Partenza ore 05:50 AM dalla natia Brianza velenosa, omaggio silenzioso nel transito alla bergamasca lecchese, rendez-vous a un parcheggio in città bassa verso le ore 06:50 con Big Luciano Chenet – sagace demiurgo del motore primo Gabriella Lady G – ecco a voi Le Driadi pittata in quattro parole. La macchina abbastanza carica di bottiglie e attrezzi per lo stand, il caffè da strozzini a EUR 1.20 in Autogrill, l’ingresso in Trento, la Fiera, l’accoglienza puntuale e precisa. Si scarica la macchina e si monta lo stand: alle ore 09:30 circa è tutto, o quasi, a posto; la fiera inizia alle 11:00 – c’è tempo di fare un giro. La carta dei valori Virgoletto gli intenti dell’evento: “Vinifera 2022 sarà la quarta edizione della Mostra Mercato dei vini artigianali dell’arco alpino. Uno spazio di condivisione, educazione, convivialità per scoprire produttori artigianali alpini scelti con cura da Associazione Centrifuga. Una selezione ispirata dalla capacità di far esprimere un territorio attraverso il vino e dalle relazioni umane che ci hanno fatto innamorare di questi produttori.” Condivisione, educazione, convivialità: la Rivoluzione Francese non è mai morta. Ed in effetti questa carta dei valori ha indirizzato gli spiriti e le gesta per tutte e due le giornate. Posso confermarlo: io c’ero. Ne abbiamo stappate, svuotate, dissanguate, narrate usque ad supermentulam, assaggiate e riassaggiate di bottiglie, perché in fondo“non si sa mai, l’ho appena aperta”. Sponsor tecnici, quelli veri, da ringraziare: i volontari dell’evento, che hanno riassortito periodicamente lo stand procurando acqua per lavare i bicchieri dei visitatori e svuotando lo sputavino d’ordinanza; hanno anche procurato quel ghiaccio così necessario al servizio dei bianchi e dei vini mossi – pensando che vi erano in fiera più di 100 produttori… chissà in che quantità. Ancora, il provvidenziale salumiere con i suoi panini di segale dall’imbottitura insindacabilmente secondo disponibilità di giornata: con un solo panino reggevi tutta la giornata, fin verso le 19:00. Il fascino dello stand Ma il bello era lo stand, questo banchetto due metri per uno circa con bottiglie per le cinque etichette, cartoline promo, qualche testimonianza sul territorio dell’azienda, gli attrezzi del mestiere, alle spalle la vela-bandiera dell’espositore. Tutto qui. DETTAGLIO DELLO STAND LE DRIADI Desolato quando ignorato, isola felice quando visitato. Alla faccia di quelli che pensano che uno sia il solo artefice della propria fortuna. Qui la fortuna ci ha mandato tanti, tanti, appassionati: adepti di Dioniso a vari livelli, dignità e grado. Ognuno ha avuto il bicchiere sciacquato, l’assaggio del vino secondo preferenza, il racconto del vignaiolo, ascolto e risposta alle sue domande, empatia non già etilicamente fine a se stessa, ma espressione di gratitudine e meraviglia per il tempo e la preferenza accordataci. VISITATRICI Assieme con loro è pure capitato qualche, inevitabile, mercante nel tempio: sopportato pazientemente anche quest’ultimo. Negli intermezzi, le visite più o meno diplomatiche (direi proprio meno, qui si sentono tutti membri di una parte comune) agli stand degli altri produttori, assaggi e assaggini, gli scambi bottiglia, le perle di saggezza pratica vicendevolmente sciorinate qua e là e ponderosamente raccolte e messe agli atti. LA PONDERATA FELICITA’   Flashback Qualche cammeo: l’accorata ricerca del ghiaccio all’inizio del primo giorno – in transito, ultima notizia nota, da Sommacampagna, roba che il colonnello Buendia si sarebbe poi ricordato fino alla fine; le quattro visitatrici unite dall’Est giunte in gruppo – due dalla Russia, una dalla Bielorussia e una dall’Ucraina – a testimoniarci che le guerre moderne non sono mai guerre di popoli; MARGHERITA, ANTROPOLOGA E NELL’OCCASIONE FOTOGRAFA l’antropofotografa Margherita che ha immortalato, nel gesto del sommelier che presenta la bottiglia, una bottiglia ormai felicemente vuota: come dire, ecco la fenomenologia di @bottigliadissanguata. DAL PROFILO INSTAGRAM DI VINIFERA  
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24 Marzo, 2022

Golosaria di vini lombardi in rivista

Dici Golosaria e già ci siamo capiti: il divertimento è assicurato. Due giornate a tema vini, il 19 Marzo – vini di Lombardia e (forecoming) il 23 Aprile – vini Emilia Romagna; siamo ben stati alla prima, una golosaria di vini lombardi in parata: comodo arrivarci con i mezzi, Milano MM1 Lotto (Rossa e Lilla), pochi metri per via Masaccio, Hotel Melià. Il banco accoglienza all’ingresso, il controllo del Green Pass, organizzazione impeccabile. Si salgono le scale, al primo piano si recupera il bicchiere d’ordinanza: un salone sulla destra, una sala più raccolta sulla sinistra. Avanti, siàm pronti: giornata di assaggi liberi e di lezioni tematiche mirate (le chiamano masterclass) a cura degli ospiti. OSPITANO I DUE GOLOSARI, THEMSELVES Un girone di respiro dantesco A proposito di golosi, Dante a guardia di quel girone ci mette Cerbero con le sue tre teste: qui parimenti il patrocinio è triplice: oltre a Golosaria – quelli della guida ilGolosario – Gatti & Massobrio themselves insomma, c’è l’occhio vigile di Ascovilo (Associazione Consorzi Tutela Vini Lombardi a Docg, Doc e Igt) e il supporto di Grana Padano – in fondo l’unico sapore che manca al vino è proprio l’umami. GRANA PADANO A GOLOSARIA Cenno pedante di geografia dei vini lombardi Dell’Associazione Ascovilo partecipano parecchi consorzi vini lombardi, in particolare sono rappresentate quattro delle cinque denominazioni d’eccellenza, le DOCG regionali (da Nord a Sud, Valtellina Superiore e Sforzato di Valtellina, Moscato di Scanzo e Oltrepò Pavese Metodo Classico, manca solo la DOCG Franciacorta e poi il parterre de rois può ben dirsi completo): dai vari Nebbioli delle Alpi, alle Terre Lariane, ai tagli bordolesi della Valcalepio, ai vini del Garda fin giù alla culla pavese del Pinot Nero e all’insospettabile mineralità di certi Lambruschi Mantovani. La varietà ampelografica è impressionante – ve n’è per tutti i gusti. VINI LOMBARDI, STELLE CADENTI NEI BICCHIERI Certo in questi lidi l’assaggiatore appena appena accorto non cercherà del Prosecco: il vitigno Glera non è infatti autorizzato alla coltivazione in Lombardia. Qui per l’aperitivo, o anche poi per tutto il pasto, si stappa spumante Metodo Classico (Oltrepò, Franciacorta) o Pinot Nero spumantizzato in autoclave, Metodo Martinotti (oppure puoi anche lanciarti in qualcosa di alternativo, vedi dopo). Vino e i suoi fratelli Oltre ai vignaioli, espongono e propongono bocconcini prelibati produttori a selezione ilGolosario. SALUMI MARCO D’OGGIONO, APPROVATI DA ILGOLOSARIO Che dite, vi sarà da fidarsi? Certo che sì. Ecco salumieri, panificatori e coltivatori di riso; riso che, come è tradizionalmente noto, nasce e nell’acqua ma deve annegare nel vino – per poi risorgere nel risotto: siamo a Milano, perbacco, tu prova a toglierci il risotto alla milanese e poi vedrai se non ti si parranno innanzi altre Cinque Giornate. Attenzione quindi a recenti riscoperte di varietà come il Riso Lomello, riso lungo A incrocio tra la Razza 77 (a granello grosso e cristallino) e l’Agostano (a taglia bassa e ciclo vegetativo corto), sviluppato a cavallo tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, varietà coltivata solo nei terreni comunali di Lomello, Mede e Semiana e indicata per i risotti, appunto. AZ.AGR. SANTA MARIA – RISO LOMELLO All’assaggio, all’assaggio! Il banco assaggio del produttore è sempre isola felice di prelibatezza, di chiacchiera, in qualche fortunato caso di assaggio più o meno in anteprima di nuova annata o di etichetta, se si vuole si acquista, altrimenti ci si rivede in cantina: la stagione delle visite è appena iniziata. Tre etichette per raccontarle tutte. Se già nell’Eneide si citavano Euro, Noto ed Africo dimenticandosi degli altri, beh qui se ne tace di una schiera, almeno, e nella quale certo di meravigliosi. Però per chi come il sottoscritto il vino lo assaggia bevendolo… dopo tre bicchieri cala il sipario sullo spirito geometrico, e con il solo esprit de finesse caro a Biagio Pascal, in questi casi, il rischio di finirne in dionisiaca maniera è tale da poterci scommettere sopra. Il che (il dionisiaco finale) tacita temporaneamente una discreta quantità di problemi esistenziali ma non è metodo atto ad una comunicazione almeno tentativamente oggettivabile, ahimè. Contentatevi di tre etichette, insomma. Otten, trebbiano raccolto tardivamente e baciato dalla nobile muffa Produttore della DOC Capriano da colle, finita la Franciacorta e alle porte di Brescia, leggermente a sud, l’azienda agricola San Michele, nelle annate favorevoli raccoglie tardivamente il trebbiano, dopo la metà di Ottobre, lasciando che la vigna venga nel frattempo visitata dalla muffa nobile, Botrytis Cinerea, impreziosendone il raccolto. Il risultato è Otten:3, fermentato in acciaio, affinato in vasche di cemento e poi in bottiglia, acido e salino, importante – dicono abbinarlo con il risotto alla milanese, secondo me volevano intendere quello con l’ossobuco o la variante monzese, quella con la salsiccia, più strutturate. Sottoscrivo comunque: il naufragàr m’è dolce. DA VENDEMMIA TARDIVA Tribàle, bianco rifermentato in bottiglia col fondo Dalla vicina collina di Pontida, tra Bergamo e Lecco, l’Az.Agricola Tosca vini bio propone il suo ultimo (o penultimo, da loro l’inventiva non manca) bianco: etichetta Tribàle, rifermentato in bottiglia col suo fondo – che puoi lasciar posare o rimescolare per godertelo, da uve Chardonnay, Riesling Renano e Solaris: i nostri padri all’osteria prima di pranzo usavano chiedere Pinot frizzante, ai nostri figli lasciamo eredità ben sagacemente sviluppate. TOSCA TRIBàLE, RIFERMENTATO COL FONDO L’inedito: appena imbottigliato Albaron, Pinot Nero Riserva Ca del Gè Il Pinot Nero vinificato in rosso, fermo: croce e delizia del vignaiolo. Qui dall’Az.Agr Ca del Gè, Montalto Pavese, alla terza generazione di vignaioli, un appena imbottigliato e nemmeno etichettato inedito Albaron (si chiama così), riserva affinata in botte media. Assaggiato si rivela – e ci mancherebbe – giovanissimo, per non dire ancora acerbo, ma i profumi e la discrezione dei tannini fanno già pensare con soddisfazione a un prossimo giòvin signore. UNO DEI PRIMI ASSAGGI PUBBLICI DI ALBARON, CA del Gè What’s next Il 23 Aprile la seconda giornata, dedicata all’Emilia Romagna: Si faccia spazio a Lambrusco, Sangiovese e poi… stupiteci ancor di più, mi raccomando. Presenti produttori e l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, con altre lezioni tematiche intonate. Secondo fortuna, mi troverete là. Da Bottigliadissanguata, assaggiatore bevente, passo e chiudo. Alla prossima.
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23 Marzo, 2022

serate assaggio vini Val Pontida

Cinque serate di assaggio vini – dalla Val Pontida: vini potenti et buonissimi. Così recita, a slogan, la memoria del territorio: come guida il commento del sommelier AIS e la disponibilità dei vignaioli a svelarne i segreti (almeno qualcuno). Cinque le etichette in assaggio per ogni serata. Occasioni per riscoprire un territorio, la collina di Pontida, terra di antichissime tradizioni enologiche, attraverso i vini e l’ospitalità dei suoi viticoltori. Le date, i temi, le etichette. Le serate assaggio vini in Val Pontida hanno tutte il medesimo piano lavori: si svolgono presso la sede del vignaiolo ospite e si inizia dalle ore 20:00. Assieme ai vini in assaggio, intermezzi gastronomici intonati. accoglienza;assaggio vini: le prime tre etichette, con il commento del sommelier AIS e il racconto del vignaiolo produttore;il vignaiolo ai fornelli: proposta di abbinamento con un piatto intonato ai vini;ancora assaggio di vini, le altre due etichette, raccontate e commentate;dolcetto a sorpresa;libera convivialità con i vignaioli. VALPONTIDA ALTERNATIVA, VITIGNI E TECNICHE CURIOSE Venerdì 8 Aprile – Presso Tosca Vini Bio (Agriturismo Polisena)
Quando il vignaiolo capace non s’accontenta delle proprie consuete vinificazioni, ma sperimenta vitigni e procedimenti nuovi o riscoperti dalla tradizione: sono produzioni di poche bottiglie, ma ben curate, a espressione di quello che il vignaiolo ha piacere di concedersi nel suo lavoro. Ospita Tosca Vini Bio: L’Azienda Agricola Tosca nasce nel 2000, quando i coniugi Tosca e Marco Locatelli, da sempre osservatori attenti e studiosi interessati ai principi dell’agricoltura biologica, decidono, con l’aiuto dei figli, di dedicarsi all’allevamento della vite nei nove ettari di loro proprietà, terreni interamente terrazzati ed ottimamente esposti sulle dolci colline di Pontida, all’ingresso della Val San Martino. • Tosca TriBàle Frizzante Col Fondo. Uve Solaris, Riesling e Chardonnay. • Tellurit Sauvignon. • Driadi Tilamore Vino Bianco. Uve Bronner e Moscato Giallo. • Tosca Col di Frà Igt Bergamasca Rosato. Uve Moscato e Merlot Rosato. • Drezza Metodo Classico Brut. Uve Pinot Nero e Chardonnay. VALPONTIDA IN BIANCO Giovedì 21 Aprile – Presso Tellurit
La bergamasca è nota per essere terra di vini rossi, la Val Pontida di vini potenti et buonissimi. Qui però ben si rappresenta l’eleganza e la straordinaria suggestione dei vitigni a bacca bianca che crescono sul sasso, sul Flysch di Pontida.
E che ce ne portano freschezza e mineralità. Ospita Tellurit: nel Borgo di Capietaglio (Palazzago), uno degli insediamenti più antichi della zona – risale al ‘200 – almeno in parte ritornato in attività e desideroso di raccontare la sua storia attraverso le proprie produzioni vinicole e olearie e la proposta di ospitalità. • MezzaRipa Metodo Charmat. • Tellurit Incrocio Manzoni. • Driadi Tilamore Vino Bianco. Uve Bronner e Moscato Giallo. • Tellurit Riesling. • Drezza Metodo Classico Brut. Uve Pinot Nero e Chardonnay. BOLLE IN VALPONTIDA Sabato 7 Maggio – Presso Cascina Drezza
Vignaioli alle prese con il metodo classico – la presa di spuma in bottiglia, oppure, a seconda, con il metodo italiano – la rifermentazione in autoclave.
Lasciate tempo ai lieviti di fare il loro lavoro, quando poi si stappa sarà una festa per tutti. Ospita Cascina Drezza, Società Agricola Semplice: già proprietà del conte Prospero Zanchi di Zan oggi l’erede PierLorenzo Zanchi – per gli amici Peter – ha trasformato la tenuta in un angolo di paradiso all’interno della cornice naturale della Val San Martino. Accanto alla struttura centrale “ruotano” – in fondo Peter è sempre un gentleman driver – gli ulivi, le vigne, gli orti e gli alberi da frutto. • Drezza Brut Blanc de Blancs. • MezzaRipa Metodo Charmat. • Drezza Metodo Classico Brut. Uve Pinot Nero e Chardonnay. • Tellurit Metodo Classico. • Tosca Kiki V Brut Rosé. VALPONTIDA IN UVAGGIO, VITIGNI IN BLEND Giovedì 19 Maggio – Presso Mezzaripa
Il taglio bordolese, storico uvaggio di merlot e cabernet, è il modello: questa realizzazione è da sempre impegnativa, una sorta di prova d’artista per il vignaiolo – qui i confronti non mancano, e con alcune delle migliori vigne del mondo. Ma niente paura, la Val Pontida è terra di vini potenti et buonissimi: sapranno ben dire la loro. Ospita MezzaRipa. Azienda Agricola Ravasio Fabio: a metà della ripa che congiunge il fondo valle con le dolci colline della Riviera di Pontida, torna a splendere MezzaRipa – ambiente naturale e semplice – dove rigenerarsi attraverso uno dei mestieri di un tempo: raccogliere i frutti della terra. Oggi MezzaRipa offre un assaggio di quello che i viandanti possono trovare nella riscoperta della Valle San Martino: è residenza e cantina per la produzione dei propri vini. • Driadi Rosato Frizzante. • Mezzaripa Riél Acciaio. • Tosca Rosso del Lupo Valcalepio Rosso Doc. • Mezzaripa Caspià Barricato. • Drezza Metodo Classico Brut. Uve Pinot Nero e Chardonnay. VALPONTIDA IN ROSSO Giovedì 9 Giugno – Presso Le Driadi Slow Farm
Il rosso in purezza, vuoi vinificato in solo acciaio, vuoi impreziosito ulteriormente dalla permanenza nelle botti di legno: la Val Pontida è felice terreno per il vitigno Merlot, qui i vignaioli lo interpretano come un violinista la partitura di un concerto per soli archi: armonia di profumi e di sapori per la gioia del naso e del palato. Ospita Le Driadi Slow Farm: produttori di vino a Palazzago, frazione Capietaglio, sulle colline ad ovest di Bergamo. Conducono la propria vigna certificata biologica in accordo a metodi steineriani, per produrre vini naturali fermentati con lieviti autoctoni e vinificati senza additivi enologici. Nel frattempo ogni tanto aiutano al recupero e alla gestione di vigneti altrimenti poco coccolati nelle vicinanze e sono sempre pronti ad accogliervi per parlare dei propri vini… e ad assaggiarli con voi, ci mancherebbe. • Driadi Driade Felice. • Tellurit Merlot. • Tosca PrimoRò Bergamasca Igt Senza Solfiti. • MezzaRipa Caspià Barricato. • Driadi Alto della Poiana Merlot Barricato. 3-domande-3 al vignaiolo Questa volta tocca a Luciano Chenet di Le Driadi Slow Farm, Presidente dell’Associazioni Viticoltori Val Pontida. La Val Pontida è un territorio di tradizioni vinicole antichissime. Cosa vuol dire per voi recuperarne, almeno in parte, il vitato? Omaggio al ricordo del passato o rinnovato patto con il territorio per il futuro? entrambe le cose. Come si fa a dividere? Il passato lo abbiamo riscoperto anche con la ricerca collettiva. La solidarietà delle vecchie generazioni di locali che seguono il nostro lavoro è il vero testimone tra passato e futuro. I Viticoltori dell’Associazione allevano sia i vitigni storici della bergamasca che alcune varietà piuttosto inconsuete o innovative. Come conducete questo tipo di sperimentazioni e a che scopo? la passione e la voglia di migliorare sempre è il vero motore. La bergamasca non ha una connotazione storica definita. Non ha un sangiovese, un nebbiolo. Non ha un vitigno storico che offra un timone. Ha una doc bordolese che se vuoi nasce più per comodità che per tradizione. In questo modo il desiderio di sperimentare porta a una libertà e se vuoi a una licenza maggiore che porta a sperimentare Bronner oppure moscato di scanzo fuori zona piuttosto che Sauvignon in barrique. Le serate di questa primavera sono una sintesi tra tecnica enologica e convivialità: a chi pensate siano meglio rivolte e chi non vi aspettereste proprio di trovare interessato, sempre disposti a rimanerne felicemente sorpresi? le serate sono una sfida contro noi stessi: è un modo di dire al mondo “ci siamo” e di aprirci al giudizio. Ci aspettiamo curiosi e interessati, ma anche scettici. La sorpresa più bella e la
soddisfazione più bella sarebbe quella di rendere orgoglioso il nostro territorio di quello che facciamo. Sarebbe il massimo per noi permettere a tutti (o convincere tutti) di farsi ambasciatori del territorio in cui vive. “Ecco questo è il vino che fanno nella mia zona!” Le serate di assaggio vini in Val Pontida sono prenotabili presso il produttore stesso che ospita l’evento. (a cura della Redazione)
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