Oinoe, il metodo classico a Parma
La spumeggiante inaugurazione della Festa della Vendemmia proposta da Alex Cerioli
Cultura enologica, convivialità e senso d’appartenenza.
Sono pronta a scommettere che si ritroverebbero in questa sintetica descrizione tutti i numerosi presenti che erano con me in Oinoe – La Città del Vino per la prima tappa della Festa della Vendemmia 2024, ideata da Confagricoltura Emilia Romagna in collaborazione con le sedi provinciali di Parma, Modena, Ferrara e Bologna.
Hanno scandito questa terza edizione quattro eventi, organizzati in contesti vitivinicoli rappresentativi del territorio.
Per la serata inaugurale del 29 agosto a Guardasone di Traversetolo, Alex Cerioli ha accolto gli ospiti con un’energia spumeggiante come il titolo dell’evento: “Il metodo classico a Parma”.
Con un sorriso aperto e cordiale ha accompagnato il gruppo in una breve passeggiata tra le vigne di quasi 30 anni sotto la cantina, ad un’altitudine di circa 230 metri sul versante a nord-est della collina.
In questi terreni di limo e argilla, ricchi di fossili, cresce rigogliosa la Barbera, protagonista di un metodo classico inedito… su cui torneremo.
La valorizzazione delle varietà locali è un tratto distintivo della produzione in Oinoe, che predilige la vinificazione di Lambrusco Maestri, Malvasia di Candia Aromatica e Barbera. A queste si affiancano vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot, Sauvignon Blanc, Chardonnay e Pinot bianco.
Anche su questi ultimi due torneremo.
Dalla vigna ci siamo spostati in cantina, dove una tecnologia d’avanguardia valorizza ulteriormente i frutti della vendemmia, già selezionati a mano nel loro momento migliore.
Un’ulteriore garanzia di qualità e salubrità per il consumatore è scaturita dall’intolleranza che Alex stesso ha per i solfiti, aggiunti in quantità di gran lunga inferiori a quanto concesso e sempre indicati in etichetta.
Il momento più emozionante della visita è stato il passaggio tra le bottiglie di spumante, vero fiore all’occhiello e vanto di Alex, che ama le bollicine e che riconosce:
Il metodo classico suscita un interesse evidente e crescente, ma siamo in territorio piccolo rispetto ad altri tradizionalmente vocati per questa tipologia di prodotto… occorre quindi investire più tempo ed energie per promuoversi.
Le 2 degustazioni in chiusura della visita, di particolari riserve ed esclusivamente in formati Magnum, sono state la conferma che tutti i suoi sforzi in quella direzione continueranno ad essere premiati.
La prima bottiglia, un “Cerioli X Brut”, dove “X” è la lettera finale del nome Alex.
Prodotto solo in formato magnum, questo millesimo 2018 con sboccatura a febbraio 2023, è un omaggio al 10° anniversario della cantina (come riportato dal sigillo in ceralacca sul collo della bottiglia) che per la sua quasi totalità di Pinot bianco si distingue dagli altri spumanti della stessa tipologia della cantina, normalmente prodotti con Pinot bianco al 60% e Chardonnay al 40%.
Un trionfo ancora vivacissimo, fino in retrolfattiva, di fiori bianchi ed agrumi accompagnavano una bollicina cremosa e leggermente sapida.
Poi la barbera, vera protagonista del terroir che ci circondava, l’abbiamo apprezzata nel secondo magnum di Metodo Classico “Cerioli Zero Nature Rosé”.
Un luminoso color buccia di cipolla nel calice ha subito fatto intendere la maestria di Alex nel domare i pigmenti indisciplinati di questo vitigno, specialmente in bolle dall’affinamento prolungato: stavamo infatti sorseggiando una vendemmia 2019, con sboccatura a marzo 2023.
Piccoli frutti rossi ancora freschissimi, dal naso al fin di bocca, accompagnati da sentori cremosi di pasticceria e da un’elegante nota affumicata in chiusura.
Una degustazione decisamente appagante, anche perché accompagnata da sfiziosi assaggi di fingerfood, da un Parmigiano selezionato e da salumi i cui allevamenti d’origine vengono curati sempre da Alex.
Non poteva quindi esserci debutto migliore per la Festa della Vendemmia 2024 di Confagricoltura Emilia Romagna, proseguita il 4 settembre a Modena con una giornata alla scoperta di varietà antiche a cura degli allievi dell’Istituto L. Spallanzani.
La produzione bio è stata poi al centro della tappa ferrarese del 10 settembre da Giorgio Donati, in Fondo Cà de Bartoli.
Due giorni dopo, a Podere Riosto nel bolognese, i fortunati visitatori hanno infine scoperto la “Vite del Fantini”, piante secolari d’un vitigno pre-fillossera che costituiscono uno dei vigneti più antichi al mondo.
Grata al direttore di Confagricoltura Parma Eugenio Zedda per l’invito all’inaugurazione della Festa della Vendemmia, esemplare iniziativa omaggio alla socialità e alla cultura del vino, mi tengo pronta per altre scoperte enologiche in una Regione di cui, per ricchezza e varietà produttiva, si parla ancora troppo poco.
Mi trovi su Instagram @adelegornisilvestrini