Suggestioni di Vino

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Suggestioni di Vino è la rubrica che racconta le persone del vino. Della loro storia, dell’amore, della passione che inoculano nel vino. Perchè il vino è materia viva e le persone ne sono il nutrimento.

Le incursioni enoiche di Ivan Vellucci, ingegnere e manager per dovere, ma sopratutto Sommelier per passione e dedizione. Dirigente in una importante realtà del mondo automotive, Ivan racconta con passione e semplicità, territori e produttori d’eccezione.
WIA Ambassador, Ivan ci porta a conoscere realtà prima di tutto umane, dove il sorriso e l’ospitalità dei vignaioli sono lo specchio dei vini che producono. La rubrica Suggestioni di Vino, creata appositamente per lui, si arricchirà ogni settimana di suggestive esplorazioni e di scoperte enologiche, narrate con trasporto e partecipazione. Al lettore parrà di accompagnare Ivan in queste visite speciali e sarà stimolato a fare lo stesso: vivere il mondo del vino come un bambino, con lo stupore negli occhi e la magia nel bicchiere.
Seguiamolo in quest’avventura.

uva raccolta Le corbu

Lu Colbu, la Gallura, la Sardegna: il Cannonau di mare.

Cosa è una favola se non una proiezione dei nostri desideri?
Ce le leggevano i genitori da piccoli. Le ascoltavamo dai nostri nonni. E noi li a sognare e a sperare che prima o poi, qualcosa del genere ci sarebbe capitato. 
Così, quando da adulti ci capita di andare in vacanza in posti meravigliosi, angoli paradisiaci del pianeta, ce ne innamoriamo perdutamente. È lì che sogniamo di ritirarci a vita privata fosse anche per una fuga di pochi giorni. Anche se poi però si torna alla realtà e tutto si dimentica. 
Ecco, questo capita alle persone normali. Non ai visionari. A quelle persone che vedono il futuro e hanno la pazienza di aspettare. 
Dieci anni fa in Costa Paradiso, un luogo incantato a pochi km da Sassari, due brianzoli si innamorano non solo del mare ma di questa meravigliosa terra con i vigneti che si affacciano sul mare. Sanno poco di come si fa il vino ma decidono comunque di comprare un po’ di terra per produrre Cannonau e Vermentino, i mostri sacri della Gallura. Un hobby certo, perché la vita è altrove mentre qui, in Sardegna, ci si viene solo in estate. È una scommessa, un gioco. O forse una vera visione.

Maria Vignanica

Vignanica: piccoli piccoli, grandi grandi.

Ca fari cu ‘na vigna accussì nica. Mancu u vino pi casa to.
Immagino proprio così abbiano detto a Maria quando disse a casa che avrebbe voluto usare quel pezzetto di terra del nonno per produrre vino. 
Eppoi, chi ni sai tu ri vinu?
Maria, Maria, Maria. 
Maria Genovese da Barcellona Pozzo di Gotto. Una laurea in Scienze della Comunicazione in tasca insieme a tante belle speranze di conquistare il mondo. Papà architetto impegnato a Barcellona (Pozzo di Gotto eh!), nonno che si è fatto da solo andando a vendere i suoi limoni fino in Germania. Famiglia bene di Barcellona (sempre Pozzo di Gotto!). Troppo stretto per Maria e le sue belle speranze. Speranze di trovare una sua sistemazione nel mondo. Perché il mondo è tanto grande e la Sicilia troppo stretta per una come lei.

Vigne Bocale

Bocale. Un soprannome, una storia di famiglia.

Papà posso andare a giocare a pallone nel pomeriggio?
No Vittorio, oggi c’è la vendemmia. Lo sai.
Papà Valentino lo dice con tono dolce ma deciso e Vittorio sa che non può ribattere: la vendemmia è il momento più importante per la sua famiglia. Non si può non esserci e dare una mano. Anche lui.
Ecco, la famiglia. Unita.
Siamo a Montefalco, in Umbria. La patria di quel gioiello che è il Sagrantino. È qui che trovo l’intera famiglia Valentini dell’azienda Bocale intenta a lavorare l’uva Trebbiano appena raccolta. 

podere dell'etna - etichette

Il Podere dell’Etna segreta

È proprio vero, mai credere agli stereotipi, mai credere che ciò che si pensa non possa mai accadere. Perché alle volte, invece, accade.
L’Etna, Iddu, la Montagna, sovrasta tutta la Sicilia. È il luogo da dove tutto nasce e tutto può finire. Può donare la vita come può toglierla. Sulle sue pendici nascono paesi, vivono persone. La terra è nera per le continue colate. Il cielo da sereno può diventare cupo perché il vulcano emette fumo, lapilli, cenere. Custodisce in sé i minerali che dalle viscere della terra emergono e la rendono unica, speciale. Coltivare qui qualunque cosa è unico. Ma difficile. Difficile per le piogge di cenere che devastano ciò che incontrano. Difficile per i pendii scoscesi e poco riparati. Unico perché che la terra dona è ricco di qualcosa che solo qui si trova. I venti del mare poi portano il sale, quelli della montagna la freschezza. 

Inama: identità e sperimentazione. La nuova faccia del Soave

Inama: identità e sperimentazione. La nuova faccia del Soave

Sono reduce da una serata in una cantina sfarzosa del Soave. Di quelle molto sbrilluccicanti con il caveu fatto da barrique esposte in bella vista. C’è stata la visita guidata (ero ad una riunione di lavoro) e mi è sembrato di essere in un documentario. Ogni cosa a suo posto. Così troppo a posto tanto che quando ho assaggiato il vino ho capito. Meglio non aver capito mi dico.
Ecco, con questo spirito la mattina mi reco in una cantina di Soave trovata per caso. Inama. "Se mi portano a fare un giro nel caveau, giuro che me ne vado" dico a me stesso. Per fortuna, quando arrivo con la mia auto, capisco subito che sono in un posto diverso. Vero.

Ivan Vellucci cantina sociale Nardò

Ah le cantine sociali di una volta: la Cantina Sociale di Nardò

Ah le cantine sociali di una volta. Che meraviglia. Quanto lavoro, quanta passione c’era in questi luoghi. Persone, agricoltori, che conferivano l’uva alla loro cantina, alla cantina sociale per produrre vino sincero, vero. Un luogo di aggregazione dove il vino era la ragione di unione, di sopravvivenza, di vita. Già nel 1891 a Oleggio (NO) si crea la prima struttura che viene seguita nel tempo da molte altre che svolgono anche funzione sociale. Nel dopoguerra sono spesso le artefici del mantenimento della cultura enologica e a loro si dive il risorgimento di alcuni distretti vinicoli d’Italia. 
Quello di Nardò è uno di questi grazie alla Cantina Sociale di Nardò fondata nel 1937

radici vigneto 1

L’Irpinia e le sue Radici

Radici vuol dire tornare alla terra. Alle origini dove tutto è nato e dove tutto torna. 
Radici della vite che devono arrivare in profondità per il nutrimento della pianta. Più riescono a penetrare il terreno, più son forti, più il frutto assorbirà dalla terra le sostanze che caratterizzeranno il vino. Radici, le nostre radici. Quelle di un territorio, quelle della gente. 
Radici è il resort di Mastroberardino, la famiglia che forse più di tutte rappresenta l’Irpinia nel vino. Grazie a Mastroberardino si sono valorizzati a pieno vitigni come Fiano, Greco e Aglianico. Tre mostri sacri della enologia italiana che il mondo ci invidia. Mastroberardino non solo li ha salvaguardati, li ha esaltati con tecniche moderne ed internazionali.

Cantine Artese Costa degli Dei

Cantine Artese e lo Zibibbo della Costa degli Dei

Giovanna è una ragazza minuta che ispira tenerezza al primo sguardo. Gli occhi ti scrutano senza giudicarti. Non sono severi. Anzi nascondono tanta felicità e fierezza. 
Quando l’ho chiamata per dirle che ero già arrivato in cantina, un po’ prima del previsto, al telefono era quasi imbarazzata. Sarà forse stato per le rimostranze di un pargoletto di pochi mesi che era con lei e che reclamava le attenzioni della madre.
Oltre a gestire l’azienda insieme al marito e al fratello, Giovanna è anche mamma da pochi mesi. Quando si dice che le donne sono multitasking!
Cantine Artese è un’altra delle giovani realtà (sette in totale) della Costa degli Dei artefici di un percorso di riscoperta e valorizzazione di un vitigno come lo Zibibbo (o moscato di Alessandria) che abbiamo sempre bevuto dolce, magri passito. Difficilmente secco.

Giovanni

La Costa degli Dei e la riscoperta dello Zibibbo

Gli occhi. Gli occhi e il sorriso di Giovanni Benvenuto. Questo è Cantine Benvenuto. Tutto si racchiude in due occhi che ti guardano felici e un sorriso che c’è sempre e comunque. Perché Giovanni è fiero della sua Calabria. Felice di quello che fa e dove lo fa. Ama questa terra, difficile e particolare, in maniera viscerale. Non se ne separerebbe mai e lo si capisce da come ne parla.
E' la Costa degli Dei.