Anche se ho vaghi ricordi della geografia studiata alle scuole medie, delle Alpi Bellunesi non ho proprio memoria. Eppure se qualcuno mi chiedesse di Cortina, non esiterei a definirla la perla delle Dolomiti. Cortina, Dolomiti, Alpi Bellunesi. Tutto qui? No, ovviamente.
@ivan_1969
Azienda Agricola Mattè. Semplicemente Bruno e Michele
Nella favola di Lev Tolstoj “i due fratelli”, il fratello maggiore è quello che si pone obiettivi ambiziosi, sfidanti e rischiosi; il fratello minore colui che tende a non perdere di vista i piccoli piaceri della vita e rimanere attaccato alle tradizioni.
Bruno e Michele di cognome fanno Mattè. Hanno 36 e 33 anni. Una famiglia alle spalle che ha sempre lavorato la terra in quel di Volano a poco più di 20 km da Trento.
Stefano Porro e la vigna da tre milioni di euro
“Pensateci bene… l’amore può durare solo una notte, un milione di dollari dura tutta la vita!”
E se i milioni fossero tre?
Ecco, immaginate di trovarvi dinanzi ad una proposta indecente come nell’omonimo film. Magari non ci sarà Robert Redford a farvi l’offerta ma un ricco americano che vi mette sul piatto, con nonchalance, tre milioni di euro per acquistare il vostro ettaro di vigneto. In fondo è un vecchio vigneto che non ti va di coltivare. Anche perché, se hai 21 anni, la prospettiva di tre, inaspettati, milioni di euro in tasca, non è così male. Ti fanno gola. Cavolo se ti fanno gola! Il vigneto sta lì da tempo e il nonno l’ha lasciato a tuo padre che non ha mai avuto voglia di coltivarlo. Lui preferisce stare sui trattori. Tu hai un lavoro da elettricista. Certo, non è il massimo ma ti dà da vivere in maniera onesta. Poi arriva questo americano e, come un fulmine a ciel sereno ti offre qualcosa che non ti ricapiterà più. Qualcosa che ti mette in crisi. Di quelle crisi che non ti fanno dormire la notte. Cavolo, tre milioni sono tanti ma tanti. Chi li ha mai visti e soprattutto chi li vedrà mai.
Benvenuti al sud: Le Grazie di Bernardino Cera
Ve lo ricordate il film Benvenuti al Sud? Sì, quello con Claudio Bisio, Alessandro Siani ed Angela Finocchiaro. Con Bisio che viene trasferito da Milano a Castellabate. Insomma Bisio, da buon settentrionale passa dalle difficoltà di ambientamento dunque la voglia di scappare ad essere stregato dal Cilento e dalle sue persone. Con la voglia di non partire più.
Non è andata esattamente così a Bernardino Cera e alla azienda Le Grazie di Montecorice (Salerno). Perché Bernardino è nato a Novara da genitori di Montecorice che, nonostante avessero parecchi ettari di terra (ventotto!) coltivati ad olive, fichi e pascolo, decisero di andare a trovare maggior fortuna al nord. Magari per ritornare dopo un po’. Dopo anni al nord, si torna sempre al paese prima o poi. Strana la vita invece che fa adattare una famiglia di un luogo così solare come il Cilento, al freddo di Novara. Al paese non si torna se non per le feste comandate. Ci sono i figli che crescono e di andare al paese non ne hanno voglia. Magari in estate. Almeno nel Cilento in estate c’è da divertirsi.
Roberto Castagnini One Man Band
È proprio vero che il mondo del vino riesce a farti conoscere sempre persone speciali. Ognuna con la propria, unica, storia alle spalle e qualcosa, ancora tutta da scrivere, per il futuro. Le piccole aziende poi riservano sempre sorprese. Nei vini certo, maggiormente nelle persone. O nella persona. Perché in molti casi, di persone che fanno le cose, ce n’è una sola: One man band. Così che i vini non possono che essere la vera espressione della persona che ha accudito le vigne e modellato il prodotto.
Siamo a Carrara, alle pendici delle Alpi Apuane. Una terra di mezzo tra la Toscana e la Liguria anche se in Toscana ancora. Così che quando qualcuno ti parla non ti aspettare l’intercalare tipico toscano. Nella terra di mezzo si parla un vero mix. Forse quasi più ligure.
IoVino Roma
Ho partecipato a decine di degustazioni e manifestazioni sul vino. Quella di ieri 12 marzo al TH Carpegna Palace di Roma organizzato da IoVino aveva un che di particolare.
Azienda Agricola La Greggia e la Toscana che non ti aspetti
Essere azienda agricola in Toscana non è cosa semplice. Produrre vino, vino di qualità, è ancora più complicato. Non già perché non ci sia un terreno vocato o un clima ideale. È che occorre rispettare la tradizione, quella che porta ad usare il Sangiovese e poco altro. Quella che fa produrre vini che ne rappresentano l’anima e vogliono rappresentare solo quello. Quella tradizione che vuole che il vino si debba vendere anche sfuso e in grande quantità. Insomma, un mix di fattori che rendono la vita complicata, se non impossibile a chi vuole iniziare l’avventura enoica in queste zone. Senza tralasciare il doversi scontrare con i mostri sacri del vino italiano.
Vitivinicola Amar, il centro dell’isola
Siamo a Sorgono (NU), nel Mandrolisai, nel centro esatto della Sardegna. Un luogo collinare, difficile, pieno di contraddizioni e, al contempo, tradizione. Qui sembra che il tempo si sia fermato ai primi del 900. Ogni sasso, ogni zolla di terra, ha la sua storia che custodisce in sé come celasse segreti. I solchi scavati sui volti degli anziani sono gli stessi che trovi nei campi. Sono la storia di questi luoghi. Da loro, parte il futuro. Un futuro che non può che avere solide radici nel passato.
Cantina Andrian e la prospettiva del vino
Cantina Andrian e la prospettiva del vino
Ricordate il film “L’attimo fuggente” quando il professor John Keating interpretato da Robin Williams sale sulla cattedra? Ecco, spiegava la prospettiva così:
“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.
La prospettiva insegna che a seconda da dove si guarda qualcosa, si ottengono visioni diverse. Prospettive diverse. Ecco, l’Alto Adige è proprio una regione in prospettiva. Già, perché in Italia la chiamiamo Alto Adige in quanto regione più a nord. In Austria invece Süd Tirol, perché la regione più a sud. Dell’Austria. Così che per noi è una regione votata ai vini bianchi, per gli austriaci ai vini rossi. Il gioco della prospettiva.
I Fenicotteri e l’aerale del futuro
Nel 2009 l’allora ministro dell’economia Tommaso Padoa-Schioppa, definì “bamboccioni” una generazione di giovani pigri che non volevano fare nulla. Figuriamoci lavorare e staccarsi dalla propria famiglia. Oggi invece si parla di reddito di cittadinanza e di chi, pur potendolo, non vuole lavorare puntando al sussidio. Il concetto non cambia.
31 anni possono essere tanti o pochi. Ma è l’età giusta per essere definiti “bamboccione”. Ecco, ora prendete tutto quello che ha rappresentato il preambolo dell’articolo e pensate all’esatto opposto.