Vitematta
06 Ago 2022
Suggestioni di Vino

Matti per l’Asprinio

Matti per l’Asprinio. Matti con l’Asprinio. L’Asprinio di Vitematta

Napoli, la pizza, il Vesuvio, la “costiera, Capri, la mozzarella di bufala. La camorra”. Ecco a voi la Campania nell’immaginario collettivo. Permettetemi la semplificazione fin troppo legata alla realtà (di chi non sa). Per troppo tempo i luoghi comuni si sono impossessati dei più e i social non aiutano.

Certo, chi legge questo articolo dirà di no, che la Campania ha molto di più. Chi ama il vino penserà alle meravigliose eccellenze del territorio come l’Aglianico, il Fiano, il Greco o alle meraviglie della viticultura eroica della costiera amalfitana. Già quelle. La terra felix ha molto di più, anche se i luoghi comuni sono difficili da sconfiggere.

Siamo a Casal di Principe in provincia di Caserta.

C’è un paesino che per i più non esiste; per altri è meglio se non fosse esistito. Siamo a Casal di Principe in provincia di Caserta. Patria della Camorra, del clan dei Casalesi. Siamo al centro della terra dei fuochi, nel luogo dove fino a qualche anno fa neanche le forze dell’ordine si azzardavano ad entrare.

L’agro aversano è una terra tanto piatta quanto fertile che i Borboni avevano saputo sfruttare a pieno. Anche con il vino rendendolo spumante poiché ricco di acidità. Con la particolarità delle viti maritate ovvero legate agli alberi di pioppo che si innalzavano fino a 20 metri dal suolo. In questo modo crescevano rigogliose e con grande qualità. Certo difficile da vendemmiare poiché lavoro esclusivamente manuale di abili equilibristi che salivano su precarie scale di legno per raccogliere i grossi grappoli. All’epoca come adesso. Non c’è altro modo in fondo.

Con le difficoltà della raccolta (e non solo) e alla “particolarità” del territorio, le cantine che lavorano questa uva sono ovviamente poche. Una semplice ricerca su Google darà infatti scarsi risultati.

Conoscete l’Asprinio?

Di passaggio in quelle zone, dopo una pizza accompagnata dalla bottiglia fatale che mi ha fatto diventare matto per l’Asprinio, ho scelto a caso un produttore. Per arrivarci non è stato semplice anche con l’uso del navigatore. La cosa strana è che sono arrivato al centro di Casal di Principe. In un luogo insolito per una cantina, ho trovato qualcosa che mi ha aperto il cuore.

Arrivo in un posto che sembra una corte. Si vedono i bancali con le bottiglie, uomini intenti a maneggiare attrezzi da cantina: sono nel posto giusto. Entro nello stabile e sulla sinistra vedo una serie di bottiglie esposte. Bancali di bottiglie, contenitori per la macerazione. Sono davvero in una cantina!

Chiedo ad una bellissima signora se posso acquistare del vino. Mi risponde con entusiasmo di accomodarmi. Le chiedo così di parlarmi dei loro vini perché, come sommelier sono molto interessato all’Asprinio. Voglio conoscerlo meglio.

Si chiama Paola e parla della azienda come se fosse sua. In realtà lo è ma non lo dà a vedere. Parla con voce pacata, sincera e, soprattutto, una grazia disarmante.

 

matti per l'asprinio

Vitematta e la cooperativa Eureka Onlus

Mi racconta di come la loro sia una azienda e al tempo stesso

una cooperativa (Eureka Onlus) che si occupa del recupero di ragazzi disagiati con problemi di salute mentale (abbiamo già raccontato di una cantina socialmente virtuosa, Selvanova, con Stefano Franzoni). Ci scherza su ricordando di come uno di essi abbia avuto problemi di alcolismo. Eppure lo hanno aiutato e recuperato nonostante siano una cantina.

Il loro progetto è iniziato oltre dieci anni fa grazie ai beni confiscati alla Camorra: la cantina e le terre. Lo dice con orgoglio come a significare che ci sono anche persone per bene.

Ci tiene a farmi conoscere il “direttore” come lo chiama lei. È Vincenzo, un ormone che arriva con un meraviglioso sorriso e mi stringe la mano come se mi conoscesse da una vita. È lui che mi racconta ancora della cantina, della loro storia. Mi parla dei suoi vini e soprattutto di lui, l’Asprinio. Ne parla con entusiasmo ed energia narrando di come occorra esaltare quanto di meglio e di buono il territorio offra. Ma è difficile, tutto maledettamente difficile.

Mia madre era di un piccolo paese poco distante da qui, Camigliano. Quando glielo dico i suoi occhi si accendono ancora di più perché capisce che quella terra è nel mio cuore quanto nel suo.

Parla con passione ed enfasi della vite maritata e delle difficoltà della vendemmia che quest’anno partirà tra pochissimo per via del caldo e della siccità. Ma sarà un buon anno.

Ci piace da matti l’Asprinio

Mi mostra con orgoglio le sue creazioni e si sofferma sul metodo classico. Perché l’Asprinio spumante è cosa seria. Lui è andato in Franciacorta a studiare come si produce un metodo classico ed ora lo fa qui. Non come altri che mandano le uve al nord…

Non solo metodo classico tre le creazioni ma uno Charmat, un fermo, un rifermentato, un IGT che fa barrique e anche un passito. Ma anche altro. Tutte sue creature. Tutte sperimentazioni delle quali va fiero.

asprinio e non solo

Vitematta. Ecco il nome della cantina. Vitematta che produce Asprinio. Asprinio che è una eccellenza del territorio che però è difficile anche da far conoscere perché si scontra contro i mostri sacri del metodo classico. Un territorio che può tornare ad essere vivo e a dimostrare che qui, dove prima si scappava, ora si può vivere.

Non conoscete l’Asprinio? Beh prendetene uno e abbinatelo con una mozzarella di bufala o una pizza. Poi ne riparliamo. Noi ormai siamo matti per l’Asprinio.

Perché il territorio offre non solo prodotti ma anche abbinamenti unici.

Sempre.

Ivan Vellucci

@ivan_1969

https://youtu.be/RakajXgmc-E